GIORNALISMO: le bufale cartiate !!

 

 

 

 

 

 

 

Aldo Bianchini

 

SALERNO – Non sempre, anzi quasi mai, invio via WhatsApp  i miei articoli; ovviamente non li invio per non apparire neppure di un millimetro superiore a chicchessia. Credo fermamente di avere ancora tanto da imparare, nonostante l’età e gli anni di militanza nella categoria, moltissimo anche dall’ultimo arrivato che se attentamente ascoltato può dare sempre il suo contributo alla crescita di ognuno di noi.

            Ho inviato l’articolo scritto ieri (incentrato sulla falsa notizia che anticipava di parecchie ore la morte di Antonio Valiante verificatasi, purtroppo, solo a fine giornata del 7 gennaio scorso) perché volevo sondare il pensiero dei tanti validi e scrupolosi colleghi per capire se su queste tematiche molto insidiose è ancora possibile attivare un dibattito sereno e costruttivo in grado di mettere tutti noi giornalisti, soprattutto i giovanissimi, nelle condizioni di crescere professionalmente a di far crescere, insieme a noi tutta quella pletora di cosiddetti “editori” che non conoscono neppure le più piccole regole, innanzitutto di civile convivenza, del rapporto con i giornalisti (direttori responsabili in primis !!) che dovrebbe essere la piattaforma di una corretta e serena informazione.

            Alla base di ogni ragionamento, però, c’è un problema gravissimo che attiene noi giornalisti (e qui gli editori non c’entrano); un problema che riguarda i rapporti interpersonali, di stima e riconoscimento del ruolo degli altri che è alla base di ogni confronto finalizzato al comune interesse che è e resta quello di dare una notizia corretta senza questa frenesia che connota la corsa dissennata verso il traguardo del primo arrivato. Così facendo stiamo tutti perdendo la sfida con il mondo esterno che è pronto ad aggredirci per metterci nelle condizioni di “non nuocere”.

            Siamo arrivati al punto che un collega giornalista, a mezzo face book, ha consigliato ad un altro giornalista come gambizzare un terzo giornalista fastidioso (che dovrei essere io !!) perché colpevole di aver stigmatizzato, alla luce del sole, alcuni aspetti di un’eterna querelle che accompagna la categoria: gli uffici stampa e le conduzioni delle conferenze; siamo probabilmente ad un punto di non ritorno.

            Dopo il mio articolo di ieri mi aspettavo delle risposte che non sono tardate ad arrivare; la più interessante per aprire un dibattito è stata quella che mi ha inviato Salvatore Medici (presidente dell’Associazione dei Giornalisti Locali “Lamberti Sorrentino” che raggruppa diversi giornalisti del Vallo di Diano e non solo; mi ha scritto: “Ciao Aldo, il copia copiasse c’è sempre stato anche in epoche tv, non penso sia il web il problema ma i ritmi del mercato della notizia e su questo l’unica colpa dei giornalisti è sposare la causa delle redazioni e degli editori che vanno di fretta. Per quanto riguarda i tesserini facili, purtroppo emittenti locali ne fanno abuso per non pagare i giovani tirocinanti”. Assolutamente condivisibile il punto di vista di Salvatore Medici anche se su di lui, nella qualità di presidente di un’associazione di giornalisti, ricade anche la responsabilità di istruire i colleghi (soprattutto i direttori responsabili delle testate) circa le strategie necessarie per fronteggiare lo straripante potere degli editori che molto spesso rivestono anche la qualifica di “direttore responsabile” delle loro stesse testate (controllore e controllato in un solo soggetto nell’ottica di un fenomeno ormai molto diffuso). Non è vero, poi, che il web non è colpevole di tanti misfatti e derive; basta pensare alla gambizzazione suggerita via FB per convincersi del contrario; per me un giornalista può e deve navigare su internet (perché il web ha sostituito l’antico consumo delle suole delle scarpe) ma, mai e poi mai, deve partecipare alle orribili discussioni e asserzioni di una verità che non esiste; il proprio libero pensiero lo deve esprimere, se ne è capace, attraverso la testata giornalistica che dirige o con la quale collabora. Punto.

            E se il commento di Salvatore Medici mi è piaciuto molto mi corre l’obbligo di affermare che il commento di un altro collega non mi è piaciuto affatto, e non solo perché incomprensibile; alla lettura del mio articolo ha risposto semplicemente e drammaticamente così: “Muuuuuuuuu”; beato lui, se pensa di risolvere così i problemi della categoria vuol dire che o io viaggio verso un altro pianeta o non ho capito niente di questo mestiere.

            Nell’attesa improbabile di altri commenti costruttivi intendo ora parlare dell’anticipazione fatta ieri nell’articolo in merito ad una bufala che organizzata insieme al collega Antonio Citera di Sanza che firmò l’articolo beffa.

            Il 6 gennaio 2013, come Befana, pubblicammo su questo giornale un articolo dal titolo “Sala Consilina, decidono di fare sesso in auto ma sbagliano macchina”; nel contesto dell’articolo Citera raccontava delle prodezze amorose di una giovane coppia salese che sbagliando autovettura (loro ne avevano una della stessa marca e colore) fu sorpresa, mentre facevano sesso, dalla legittima proprietaria dell’autovettura Audi. Citera si soffermò su diversi particolari piccanti anche per testare la disponibilità dell’ambiente valdianese a raccogliere simili notizie e per capire fino a che punto il “copia-copiasse” funzionava. L’articolo, con nostra sorpresa, ottenne un successo enorme e quasi tutti i giornali locali e provinciali (forse anche Dagospia !!) si avventarono su quella notizia senza citare la fonte della stessa e senza cambiare neppure una parola (eccezion fatta per quanto mi risulta di “Attualissimo.it” che a firma di Simona Vitale, molto professionalmente, citò espressamente nel suo articolo questo giornale online”). La cosa andò avanti fino al 10 gennaio 2013 quando decidemmo di raccontare, con un nuovo articolo, la verità sulla bufala letteralmente inventata; silenzio assoluto da parte di tutti i giornali, online e non, e quella che poteva essere una occasione di approfondimento (perché si può approfondire anche una falsa notizia se lo scopo è di natura sociale ed ambientale !!) andò persa per l’ennesima volta.

            Ah !! dimenticavo; nella bufala caddero anche il giornalista che ha suggerito come gambizzarmi e quell’altro che ha risposto con un “Muuuuuuu” al mio articolo di approfondimento su una fake-news che ha addirittura anticipato l’ora del trapasso del compianto on. Antonio Valiante.

Nota finale: Nelle ultime ore sono giunte altri due commenti costruttivi (uno da parte di Ernesto Rocco che potete già leggere in calce al mio articolo di ieri e l’altro da una giovane giornalista della quale preferisco non citare le generalità perché il suo post è veramente drammatico), commenti che proverò ad analizzare con un prossimo articolo.

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