il Quotidiano di Salerno

direttore: Aldo Bianchini

Elezioni 2019: la “kristallnacht” nel PD del Vallo di Diano

 

Aldo Bianchini

SALERNO –  Una intervista rilasciata da Vittorio Esposito (storico sindaco di Sanza e storico presidente del CCSM (Consorzio Centro Sportivo Meridionale) al noto giornalista Antonio Sica (Italia/2 tv del 16.02.19) ha mandato in subbuglio il mondo politico del Vallo di Diano che sembra sempre sulla soglia dello sfascio totale e che, invece, alla distanza regge ai poderosi urti ed alla distanza recupera le stesse posizioni con gli stessi personaggi.

Naturalmente come ogni intervista anche quella rilasciata da Esposito rappresenta il pensiero personale di chi l’ha rilasciata; spesso questo tipo di interviste vengo rese anche con lo scopo di spostare l’equilibrio della lotta politica (che c’è sempre stata e ci sarà sempre) da un lato anziché dall’altro; quindi le frasi pronunciate da Vittorio Esposito vanno analizzate per capire meglio dove lo storico e astuto politico sanzese vuole arrivare, partendo dalla sua stessa storia personale. Esposito appena qualche anno fa sembrava un personaggio politico finito, invece è riuscito a risalire la china grazie, forse, all’aiuto proprio di oggi egli attacca in maniera viscerale quando al posto del commissario Giovanni Siano (che era stato messo al governo del CCSM dal centro destra) venne riproposto e rimesso sulla poltrona di presidente del Consorzio consentendogli, da quella prestigiosa posizione, di riguadagnare la fiducia di Vincenzo De Luca e di ritornare anche al comando del comune di Sanza. Difatti Esposito è uno dei pochi politici locali che il governatore della regione ha prima sfruttato, poi bandito e, infine, rimesso in sella perché in quella zona il PD rischiava di scomparire sotto l’incalzare del centro destra.

Il collega Sica ha titolato il suo pezzo “Notte dei lunghi coltelli nel PD del Vallo? Esposito: Coltelli purtroppo non ce ne sono, ma Accetta è a rischio”; io, invece, avrei titolato con “PD Vallo, la notte dei cristalli” perché, parafrasando quella terribile notte tedesca “Kristallnacht”, in quest’ultima battaglia valdianese qualche “cadavere politico” sarà sicuramente trascinato via dalla corrente impetuosa di una sostanziale rivolta finalizzata al riassetto politico, sempre in chiave deluchiana, del Partito Democratico sul territorio valdianese; un territorio in cui, così come in altri, la presenza di un coordinatore non serve assolutamente a nulla.

Che dovesse accadere qualcosa di serio era nei fatti ed anche io, nei precedenti articoli, ho già delineato per linee di massima ciò che potrebbe verificarsi da qui a poco; del resto le singole posizioni dei vari personaggi (sindaci e non) del Vallo nell’ambito del PD sono abbastanza chiare; sono chiare soprattutto le posizioni che si scontrano con i diktat imposti dal kaimano che, dopo le elezioni provinciali di inizio febbraio, ha dovuto prendere atto dell’esistenza di un certo sfilacciamento nella “catena di potere politico” attivata anche sul territorio valdianese.

E, quindi, come molto spesso ho scritto è arrivato, forse, il momento per qualche personaggio politico locale di subire uno sfratto abbastanza brutale e irreversibile; il primo fra questi personaggi potrebbe essere proprio Raffaele Accetta se diamo alla intervista di Esposito una valenza che vada oltre i confini della semplice bagarre personale, anche perché le vendette in politica si consumano nel freddo e nel silenzio e non certamente sparando a zero su uno specifico nominativo. Ma su questo ci sarà tempo e modo per continuare l’analisi dettagliata alla luce degli accadimenti prossimi venturi.

Per ritornare, però, all’analisi delle dichiarazioni di Vittorio Esposito, alla luce anche della sua personale posizione ultradecennale di vertice tra Comune, Consorzi e cose varie. Giustamente il collega Antonio Sica si chiede chi potrebbero essere i cosiddetti “giovani” da inserire nel sistema di potere politico valdianese; non ce ne sono ed è questo il guaio, con il rischio che le battaglia potrebbero portare il potere da Raffaele a Paolo, da Giuseppe a Beniamino o da Vittorio a Domenico come pure da Michele a Francesco, solo per citare alcuni nominativi. Il ricambio generazionale è tutta altra cosa; non c’è stato e non ci sarà, e non soltanto per colpa dei soliti noti che non hanno creato i loro delfini ma anche dei pochi giovani che nell’impegno politico si sono subito persi rincorrendo piccole posizioni di prestigio (inutili e vuote !!) che hanno prodotto il loro inserimento nel perverso sistema politico deluchiano.

Di coltelli nel Vallo non ce ne sono, i personaggi non sono stati e non sono capaci di acquisirli e usarli; ci sarà certamente (lo dice lo stesso Esposito) una lunga notte alla fine della quale sul terreno dello scontro rimarranno morti e feriti (tutti politicamente !!) che serviranno soltanto a salvaguardare le linee difensive del sistema che ne uscirà più forte di prima e sempre con gli stessi personaggi. Purtroppo.

Ma dopo il risultato delle elezioni provinciali, dopo le recriminazioni di Paolo Imparato e dopo le accuse di Vittorio Esposito il diretto interessato (Raffaele Accetta) risponderà  ? Non credo, è un politico troppo abile e silenzioso e qualcosa starà meditando e macchinando, da vecchio socialista.

Infine c’è in ballo la posizione di Tommaso Pellegrino che da sempre è una “posizione defilata” in quanto la sua dirompente ascesa al potere non ha ricevuto l’appoggio sicuro e convinto dei cosiddetti colleghi di partito del territorio; nei suoi panni, invece di vivere con l’incubo continuo di essere pugnalato alle spalle, manderei a quel paese baracche e burattini senza offrire a nessuno la possibilità di affondare la lama alle spalle; soprattutto se a brandire l’arma bianca è uno dei tanti personaggi dai colori chiaro-scuri che vivacchiano e sguazzano nel potere delegato, perché incapaci di avere e gestire un potere proprio.

 

1 Commento

  1. Già da tempo, alla luce di quello che sta accadendo, ed è accaduto in passato, per chi voglia votare ancora a sinistra non rimane che l’opzione Bonino.
    Di questo dovrebbe rendersi conto già il vertice del Partito, che ha abbandonato il territorio (soprattutto in queste nostre piccole realtà) a gente di poco scrupolo e, ciò che più importa, di pochissima competenza. Grande competenza dimostrano invece nei maneggi e nei giochetti occulti.
    In tutto questo non andrebbe trascurato il fatto che il Vallo di Diano è un’appendice spuria di Salerno e di Napoli, che esiste solo quando c’è da prendere; ma, essendo culturalmente, geograficamente e storicamente tutta un’altra realtà ne, soffre tutte le contraddizioni e le incoerenze.

Invia una Risposta

Attenzione: la moderazione dei commenti è attiva e questo può ritardare la loro pubblicazione. Non inoltrare più volte lo stesso commento.