Elezioni 2019: Enzo Maraio è il nuovo segretario nazionale del PSI … inizia una nuova era ?

 

Aldo Bianchini

SALERNO – Pronti, via, si cambia !! Mamma mia, ci sono voluti quasi 25 anni ai vecchi teocrati del dissolto PSI e del nuovo PSI per capire che bisognava fare largo ai giovani per avere qualche speranza di sopravvivenza e di crescita negli anni futuri.

Il vecchio Partito Socialista Italiano era nato 14 agosto 1892 e, dopo vari sbandamenti e sussulti, era morto definitivamente il 12 novembre 1994; aveva superato il fascismo, aveva ricomposto diverse scissioni, si era imposto come partito di governo, ma non era stato capace di sopravvivere alla tempesta di tangentopoli, per cui gli eredi fasulli di Bettino Craxi furono costretti a chiudere bottega, come detto, nel novembre del 1994 quando ancora il leader-maximo era rifugiato in Tunisia nell’accogliente Hammamet e dove riposa per sempre dal 19 gennaio 2000.

Sotto la guida di Bettino erano nati molti delfini, troppi, nessuno affidabile, si defilarono tutti e tutti furono pronti a sbranarsi tra loro per la successiva conquista di una leader-schip che, a naso, non poteva e non doveva andare a nessuno di quelli che avevano contribuito a creare ed avevano vissuto quell’epoca irripetibile..

Ma i vecchi non mollarono e provocarono il dissolvimento totale anche dei resti ormai fatiscenti di quello che era stato il “partito dei garofani” che odorava di socialismo e non di tangenti, mazzette e spartizioni oscene del potere, fino ad accumulare debiti per 300milioni di lire soltanto per le bottiglie di champagne utilizzate nei festini di “Via del Corso”.

Dovettero passare alcuni anni prima che prendesse il potere nazionale Riccardo Nencini che, in pratica, è riuscito a salvare e preservare le ultime frange di un partito con una storia gloriosa lunga ben 102 anni e sempre votata alla libertà ed al riformismo. L’on. Nencini va, quindi, ringraziato per questo, anche se ha impiegato molto tempo prima di lasciare il bastone del comando ai giovani, ad un giovane in particolare: Enzo Maraio, figlio d’arte, figlio soprattutto dei socialisti tra i quali senza timori ha sempre militato e si è sempre esposto mettendoci la faccia in prima persona; fin da quando ancora adolescente dal salotto di casa sua seguiva con trepidazione gli eventi giudiziari, raccontati in tv (soprattutto la mia tv), che tanti lutti addussero ai socialisti contiani e curciani; eventi giudiziari favoriti anche dai dissidi interni che indebolirono la solidità e la tenuta politica del partito. Non sempre sono andato d’accordo con le scelte operative e con gli indirizzi politici di Maraio, ma ciò non mi impedisce di affermare che con lui e grazie a lui ci ritroviamo con un partito che può solo crescere.

Ha tenuto duro Maraio, anche se non soprattutto in sede locale quando agli albori della sua attività di impegno politico si è imbattuto nelle vecchie cariatidi di un partito che non c’era più e che qualcuno pervicacemente lo voleva tenere in piedi per motivi legati all’esercizio del potere; mi ritornano in mente i tentativi provenienti dallo stesso Comune di Salerno di fermarlo e tarpargli le ali, alle contumelie che in tanti gli hanno scaraventato addosso per la sua presunta sudditanza nei confronti del kaimano De Luca, gli ostracismi provenienti dall’Ente Provincia da quel quadrunvirato (Arenare – Farace – Conte – Giuliano) che nei primi anni 2000 sembrava dover rinverdire i vecchi fasti e che ha prodotto molto poco, senza trascurare i potentati collaterali che in tutti i modi, creando anche partiti similari, lo hanno ostacolato fino quasi a deridere i suoi sforzi di rivolgersi ai giovani, ai suoi coetanei ed a quelli anche più giovani. Ma Maraio è andato avanti, con testardaggine, dimostrando sul campo di avere un cervello proprio e pensante. Ed ha avuto ragione lui, bisogna riconoscerlo se si vuole ricostruire qualcosa. Soltanto Gennaro Mucciolo, quando si rese conto che la crescita di Maraio era prepotente ed inarrestabile, cercò di correre ai ripari offrendo al giovane socialista alcune possibilità di inserimento con De Luca al Comune, per poi rapidamente rimanere sulle sue posizioni probabilmente antistoriche rispetto al nuovo che avanzava, anche in ragione della spaccatura che presto si aprì tra Maraio e il figlio dello stesso Mucciolo. Ma a Mucciolo va sicuramente il merito, bisogna essere più realisti del re, di aver traghettato con molto coraggio il PSI salernitano attraverso i flutti tempestosi della tangentopoli nei difficili momenti in cui tutti scappavano ed erano pronti ad accusare gli altri (le confessioni distorte di molti presunti socialisti sono scritte indelebilmente nella storia giudiziaria degli anni ’90).

Ma ormai il dato era tratto anche perché Maraio, da sempre, ha girato tutta la Provincia di Salerno, ha attraversato tutti e 158 i suoi paesi, è conosciuto dovunque, ha rimesso sui suoi steli i garofani socialisti in ogni contrada, fino a scuotere anche i vertici romani che lentamente si avviavano, alla deriva, verso la soluzione finale che appariva giorno dopo giorno inevitabile: affidare la segreteria nazionale al giovane socialista salernitano che, così, riporta la nostra città e la nostra provincia ai massimi splendori dopo l’onta malefica di tangentopoli che travolse anche i pochi socialisti veramente innocenti. E bene ha fatto il segretario uscente a rimettere nelle mani del suo allievo-pupillo il bastone del comando che da questo momento Maraio dovrà saper bene utilizzare senza arroccamenti su posizioni intransigenti e preconcette, passando anche attraverso accordi e alleanze con gli ex amici e i rivali di ieri che potrebbero essere buoni alleati di domani.

Cosa dire di più per il giovane socialista Maraio (figlio di quell’Angelo che ha sempre dato tanto al PSI ricevendo in cambio molto poco, se non niente); il capolavoro, secondo me Vincenzo, lo ha messo a segno nelle ultime elezioni politiche nazionali quando antepose alla sua candidatura al Parlamento quella del giovane Silvano Del Duca, dimostrando, se ce ne fosse stato ancora bisogno, di saper essere un leader vero, un leader al quale è giusto affidare un partito che, seppure ancora di piccole dimensioni, non potrà che crescere sotto la sua attenta gestione.

Comunque vada Enzo Maraio ha già stabilito un record: è il primo salernitano che assume il ruolo di segretario nazionale di uno dei partiti politici che hanno fatto la storia di questo Paese. E soltanto lui potrà far rivivere quel “laboratorio laico e di sinistra” che portò il PSI di Salerno al 33% dei consensi elettorali, laboratorio che fu subito assunto a modello nazionale dai vertici romani dell’epoca.

E parla già da leader consumato; dopo la nomina, al primo discorso ufficiale da segretario nazionale ha testualmente dichiarato:

  • Si apre una nuova fase del socialismo italiano che è ricco di storia ma anche tanta voglia di misurarsi con il presente a partire dalle elezioni europee. Abbiamo ospitato al nostro congresso Nicola Zingaretti e Benedetto Della Vedova e nei prossimi giorni valuteremo le opportunità e le condizioni per una nuova coalizione plurale. Solo con l’europeismo è possibile rispondere all’antieuropeismo che sta imperversando attraverso il populismo e la demagogia in tutta Europa. Dal congresso è emersa forte la necessità di rimanere nell’alveo del PES, dove siamo collocati naturalmente. Qui diventerebbe molto più difficile dialogare con +Europa che al contrario è in un’altra alleanza europea. Pur tuttavia siamo pronti a verificare tutte le ipotesi e aperti a qualsiasi sfida che porti al rispetto del PSI e della sua storia. Zingaretti ha fatto un passo in avanti importante: l’abbandono della vocazione maggioritaria del PD, dall’altra però credo che gli sia mancato un  po’ di coraggio a mettersi a capo di una coalizione plurale. Questo è l’unico modo per non perdere più le elezioni. Il partito socialista è il più antico della storia ed è presente in Parlamento sin dall’inizio. Ha un autorevole Pantheon. Oggi la sfida che lanciamo da questo congresso è quella di aprire ai giovani e di declinare attraverso nuove idee e nuovi progetti il socialismo 4.0”.

Gli ha risposto, con grande apertura mentale e politica, il segretario nazionale uscente Riccardo Nencini (nipote del grande ciclista Gastone Nencini, vincitore del Giro d’Italia del 1957 e del Tour de France del 1960): “Il Psi apre un nuovo ciclo. Sono orgoglioso di passare il testimone nel segno di una continuità e di una storia che ha reso l’Italia più libera e civile”.

Se sono garofani fioriranno, e il profumo delle idee socialiste ritornerà a cooptare tutti quelli che ancora credono fermamente in quegli splendidi ideali. Nel frattempo va registrato un dato assolutamente certo: Enzo Maraio è il 39° segretario del glorioso P.S.I. e siede sulla poltrona che fu di personaggi del calibro di Pompeo Ciotti (il primo segretario nel 1909), di Angelica Balabanoff (prima ed unica donna segretario nel 1928, a disdoro delle quote rosa), di Pietro Nenni (segretario a più riprese per ben 22 anni), Giuseppe Saragat (triunvirato con Morgari e Tasca), di Ignazio Silone, di Giuseppe Romita, di Sandro Pertini (poi presidente della repubblica), di Francesco de Martino, di Mario Tanassi, di Giacomo Mancini, di Bettino Craxi e degli ultimi tre del vecchio PSI Giorgio Benvenuto, Ottaviano Del Turco e Valdo Spini.

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