ALIBERTI: la Santa Pasqua e … giustizia veloce e preventiva !!

 

Aldo Bianchini

SALERNO – Il caso giudiziario in cui è rimasto coinvolto l’ex sindaco di Scafati Angelo Pasqualino Aliberti non finisce più di stupirmi per due motivi principali:

·       Giustizia veloce

·       Giustizia preventiva

Perché dico questo ? perché in queste ultime settimane, in coincidenza con alcune fasi processuali tendenti in senso positivo vero Aliberti, c’è stata una velocizzazione straordinaria delle decisioni con due ordinanze che si sono succedute nei giorni 17 e 19 aprile 2019; la prima di rigetto totale della “richiesta di revoca della misura cautelare del divieto di dimora” avanzata dalla difesa il 15 aprile; la seconda di autorizzazione a trascorrere soltanto le giornate del 20 e 21 di aprile in seno alla sua famiglia nel comune di Scafati “senza ulteriori spostamenti nel territorio di vietata dimora”. Insomma soltanto due giorni per decidere in merito al rigetto della richiesta di revoca del divieto di dimora e pochissime ore (nell’arco della stessa giornata) per accordare il permesso temporaneo di riunirsi alla famiglia, soltanto per due giorni rispetto ai tre richiesti, per Pasqua e Pasquetta a patto di rispettare una serie di condizioni elencate nella stessa ordinanza ed afferenti l’obbligo di comunicare il percorso stradale che lo porterà a Scafati non prima delle ore 10.00 del 21 aprile e non dopo le ore 21.00 del 22 aprile prossimi. Stupisce anche la velocità decisionale del PM Montemurro che nel primo caso ha negato il suo consenso nel giro di alcune ore e nel secondo caso ha continuato a negare il suo consenso, ma nel giro di qualche minuto.

Comunque sia è questa la giustizia che mi piace, una giustizia che esamina un fatto e decide velocemente, su due importanti richieste, nel giro di una settimana appena (da lunedì a venerdì); non importa cosa e come decide, il necessario è che decida sempre e comunque nell’interesse della giustizia senza mai tracimare da quella commutativa in quella distributiva.

Quindi Buona Pasqua in famiglia all’ex sindaco di Scafati, Angelo Pasqualino Aliberti; in quella famiglia che lo attende a braccia aperte e che non sa darsi una spiegazione logica di tutto quello che da qualche anno a questa parte sta accadendo ad un suo illustre componente; in quella famiglia che potrà dargli in questi due giorni le necessarie iniezioni di fiducia nel futuro per strapparlo a quello stato di angosciosa disperazione che lo sta attanagliando da troppo tempo e che rischia di disintegrarlo pur essendo medico e profondo conoscitore delle dinamiche e delle resistenze fisiche normali.

Non mi piace, però, la giustizia che non riesce a capire l’inutilità di certi atteggiamenti forzati a prescindere da ogni ragionamento logico e riflessivo; soprattutto non mi piace la cosiddetta “giustizia preventiva” che emerge tutta intera dal primo provvedimento giudiziario di questa settimana passata, quello relativo alla “richiesta di revoca della misura cautelare del divieto di dimora”. Detto provvedimento che, pur nella sua assoluta legittimità in  punta di diritto, evoca almeno per me il contenuto di un particolare film americano: “Minority Report”,  un film del 2002 diretto da Steven Spielberg, che annunciava la possibilità di una giustizia preventiva per combattere l’illegalità diffusa. Una giustizia che, secondo il regista, doveva poter agire preventivamente cercando di penetrare nel cervello e scoprire il pensiero del soggetto attenzionato dagli investigatori.

Soprattutto un passaggio dell’ordinanza del 17 aprile 2019 non m i convince e, per certi versi, mi preoccupa: “… evidenziato che l’imminente indizione delle elezioni amministrative presso il Comune di Scafati rappresenta un elemento fattuale che -relazionato al principale titolo di reato sotteso al presidio cautelare (art. 416 ter c.p.)- corrobora l’attualità delle esigenze specialpreventive…”. Insomma un modo come un altro per dire che Aliberti non può tornare a casa sua perché potrebbe condizionare il voto del 26 maggio; una cosa enorme ed anche paradossale. Mi aspetterei a questo punto ch3e con una terza ordinanza la giustizia indicasse ad Aliberti come e per chi votare nelle prossime elezioni amministrative. Senza calcolare un altro fattore importante che potrebbe consentire alla giustizia, allora si, di essere veramente dura nel caso in cui l’Aliberti fosse davvero capace di condizionare l’esito del voto. Anche perché, diciamocelo con franchezza, se esiste questa possibilità in astratto non riesco a capire come, nel concreto, può essere scongiurata solo col fatto di non poter tornare a Scafati.

Coraggio Pasquale, la brutta nottata dovrà comunque passare; intanto Buona Pasqua con i tuoi affetti più cari.

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