Elezioni 2019: Mimmo Volpe, lo spirito libero della politica

 

 

Aldo Bianchini

 

BELLIZZI – Domenico Volpe (detto Mimmo), sessantaquattrenne politico di vaglia nostrano, non si ferma e tenta addirittura la “quaterna sindacale” in quel di Bellizzi che è sempre stato il suo paese di residenza e di lavoro, nonostante sia nato a Salerno per palesi motivi legati semplicemente ai “punti nascita ospedalieri”.

Mimmo Volpe, se vogliamo, è un vecchio volpone politico (vecchio perché è in politica da tanti anni) che ha dimostrato, però, di sapersi ricreare, rilanciare e rinnovare nell’ottica di una politica al servizio degli altri e mai ai fini del potere personale.

Ha portato avanti battaglie che, a volte, hanno assunto le sembianze cruente di una competizione senza esclusione di colpi; lo ha fatto sempre ed esclusivamente per non portare il suo cervello all’ammasso e/o alle dipendenze di questo o quel personaggio imperante.

Ricordo alcuni suoi interventi memorabili quando era seduto sugli scranni del consiglio provinciale (parlo di quei consigli provinciali eletti dal popolo) in difesa non solo del suo territorio ma anche dell’intera provincia di Salerno quando si convinceva che quella linea di condotta era incanalata ella giustezza politica del momento.

Instancabile, irrefrenabile, super impegnato, quando si tratta di dover assumere le difese della sua gente non conosce ostacoli e si lancia a testa bassa anche nelle mischie più clamorose, sfidando a volte l’impossibile.

Ovviamente non ha sempre vinto, ha anche perso, ma ha saputo perdere con la giusta dignità di chi si impegna per rispondere in pieno al mandato elettorale che ha ricevuto; ed è sempre ripartito con il piede giusto e senza mai nascondersi.

Si è sacrificato ed ha speso il suo nome mettendoci la faccia ogni volta che il partito glielo ha chiesto; senza remore e senza riserva ha dimostrato di essere non solo un uomo di partito ma anche un soggetto politico particolare sul quale si può investire co9n la certezza del risultato.

Per la sua città, per la sua gente si è speso oltre ogni dire ed anche se ha personalizzato molto i suoi mandati sindacali ha sempre dimostrato di sacrificarsi, con le sue giunte, al servizio del bene comune.

E’ stato anche temuto ma sempre rispettato per la sua coerenza e per le sue idee di sinistra al servizio degli altri; non per niente in tanti lo hanno definito come “lo spirito libero della politica nostrana”.

Ora tenta, con sicure possibilità di vittoria, l’ennesima scalata al seggio più alto del Comune di Bellizzi; la poltrona di sindaco gli si addice, sembra quasi incarnata nel suo modo di essere, di esprimersi e di esercitare quel giusto potere nella maniera più propria e più consona all’essere un “animale politico” d’altri tempi e di altra tempra.

E’ indicato sindaco da una lista civica “Città Possibile” e lui si pone come espressione del consenso di tutta la città, partendo dal suo essere un  uomo di sinistra.

Dalla sua ha una innata particolarità, quella di essere e di apparire una persona alla mano, senza grilli per la testa e senza presunzione di onnipotenza; lui è figlio del popolo (papà benzinaio e mamma bracciante agricola) e dai genitori ha preso una dimensione di umiltà e una carica emotiva che gli fanno molto onore; peculiarità che gli hanno dato il carburante necessario per andare avanti e per progredire senza tentennamenti in un mondo difficilissimo come quello dello sport e delle comunicazioni sotto il profilo giornalistico. Ma di questo avremo modo di parlarne più estesamente in un prossimo articolo che questo giornale ha in animo di dedicargli.

Per il momento lo aspetta il sogno di una città possibile, anzi della “Città Possibile” con le sei donne e i dieci uomini che convintamente lo accompagnano verso la vittoria con una lista omogenea e coesa.

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