SIRI: e pensare che era tutta colpa dei socialisti, e … il mastino del “caso Mills” !!

Aldo Bianchini

SALERNO – Sto seguendo con attenzione il caso giudiziario inerente le accuse mosse dalle Procure di Roma e Milano nei confronti del sottosegretario ai trasporti sen. Armando Siri, reo presunto per aver cercato di favorire un industriale siciliano (in odore di mafia perché in rapporti di lavoro con un altro industriale arrestato per presunti favoreggiamenti della latitanza di Matteo Messina Denaro) eolico attraverso l’approvazione di un emendamento, e per aver acquistato un caseggiato nei pressi di Milano pagandolo con denaro ottenuto con un mutuo da una banca di San Marino senza la copertura della necessaria ipoteca immobiliare e/o specifiche garanzie di terzi.

Su questa vicenda nelle ultime ore sono piombate altre inchieste dal nord al sud con decine di arresti e decine di indagati, tra cui anche il neo governatore della Lombardia, che lasciano ipotizzare una improvvisa recrudescenza della tangentopoli che negli anni ’90 mise letteralmente al tappeto un’intera classe politica.

Difficile al momento confermare o meno la resurrezione di tangentopoli; personalmente credo che ci troviamo di fronte ad un qualcosa ancora peggiore della stessa tangentopoli, per via di una serie incredibile ed inestricabile di “parentopoli” che sta emergendo in Lombardia (come altrove) e che tocca quasi tutti i partiti che negli ultimi anni hanno fatto a gara per sistemare i parenti più stretti, ma anche le ex mogli, nei posti chiave delle istituzioni locali e governative.

 

E pensare che all’epoca di tangentopoli le accuse principali venivano mosse contro i socialisti rei, secondo il pool mani pulite di Milano,  di tutti i peggiori peccati che la politica potesse immaginare e realizzare.

 

Il fatto più inquietante, per ritornare al “caso Siri”, riguarda l’accertamento giudiziario avviato dal pm milanese Fabio De Pasquale, meglio noto come il “mastino del caso Mills” (l’unica inchiesta che ha veramente messo in croce Silvio Berlusconi), in merito all’acquisto da parte del sottosegretario Armando Siri (che da giovedì 9 maggio non è più in carica) di un caseggiato nel milanese grazie ad un mutuo di circa 650mila euro ottenuto da una banca di San Marino senza la copertura di una garanzia ipotecaria offerta da un garante o dallo stesso interessato.

Conosciamo tutti la grande capacità investigativa del consigliere dr. De Pasquale ed anche la sua specificità professionale in campo finanziario; sicuramente, quindi, il magistrato milanese avrà già indirizzato le sue indagini per capire perché nessuna ipoteca è stata iscritta dalla banca san riminese che è attualmente sotto inchiesta della banca centrale.

In un solo caso è possibile la concessione di un mutuo così articolato, quando cioè il richiedente offre a garanzia un deposito bancario di pari importo rispetto al mutuo richiesto. Per essere più esplicito bisogna, dunque, pensare che Siri per chiedere il prestito abbia offerto a garanzia il suo capitale economico depositato.

Se vero, bisogna anche chiedersi da dove viene questo corposo capitale liquido interamente depositato e vincolato al pagamento delle rate del mutuo.

Per la cronaca è giusto ricordare che l’ex sottosegretario Armando Siri è destinatario di un patteggiamento in seguito all’accusa di bancarotta fraudolenta.

Questi passaggi, semplici e importanti, sono stati completamente ignorati dalla grande stampa; passaggi che sicuramente non saranno sfuggiti all’attenzione del pm Fabio de Pasquale.

 

 

 

 

 

 

 

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