Gaspare Russo: le origini (2°) … da Sullo a De Mita, passando per la Casa Bianca

 

Aldo Bianchini

SALERNO – Continua il racconto dell’avv. Gaspare Russo (già presidente della Regione Campania, già presidente della CCIAAA – Camera di Commercio e già sindaco di Salerno) sulla sua lunga militanza politica e sulle scelte, anche forzate, che a volte è stato indotto a fare o che, comunque, ha fatto di propria volontà.

Nella precedente puntata eravamo rimasti alla visita fatta, in piena guerra fredda e quando sembrava che l’ URSS dovesse seppellire con il lancio degli Sputnik, culminati il 3 novembre 1957 con il lancio della cagnetta Lajka, ogni velleità spaziale americana, dal presidente Gaspare Russo in Unione Sovietica alla corte di Nikita Khrusciov; una visita che inevitabilmente fece rumore e provocò una serie concatenata di reazioni anche perché da poco, sempre Russo, aveva creato e editato il giornale quindicinale “Orientamenti” con direttore l’allora ancora studente universitario Bruno Ravera (anche lui alle prime armi in campo politico) che poi diventerà in campo medico “il papà della cardiologia” salernitana.

Presidente, nel 1957 Lei andò a Mosca per partecipare al Festival Internazionale della Gioventù e da poco aveva creato il giornale “Orientamenti” ; quali furono le reazioni del mondo politico a queste sue iniziative giovanili che, per l’epoca, potevano apparire, come apparvero, sconvolgenti ?

  • Il giornale Orientamenti con la direzione di Bruno Ravera, con me nelle vesti di editore-proprietario a dettare la linea editoriale, e con la collaborazione di un gruppo di giovani cattolici universitari della FUCI e la necessaria assistenza di un sacerdote, uscì nel mese di ottobre del 1957, proprio mentre io ero su “un treno per Mosca” (così venne definito dai media) in viaggio per la partecipazione al 6° festival mondiale della gioventù e degli studenti a Mosca.

Desidero sottolineare che era la prima volta che un evento così importante si svolgeva nell’Unione Sovietica e che giovani studenti (quasi tutti comunisti) di ogni parte del mondo venivano invitati a visitare la Russia che sotto la guida di Khrusciov faceva i primi tentativi di sgancio dal lungo e oscuro periodo di dittatura; insomma eravamo di fronte alle prime timide aperture della famigerata “Cortina di Ferro”.

L’uscita del giornale Orientamenti suscitò un autentico vespaio nel mondo cattolico, soprattutto a causa del fondo a firma di Bruno Ravera dal titolo “Per una religione più pura, una religione più piena”; un fondo che anche se non aveva niente a che fare con il mio viaggio a Mosca metteva in evidenza la necessità di libertà intellettuale dei giovani universitari italiani, anche di quelli che comunisti non erano e non lo sarebbero mai stati; un fondo che, dunque, dava fastidio e metteva in ansia il mondo cattolico allora imperante. Quell’evento di 62 anni fa si è ripetuto in Russia soltanto altre due volte, nel 1985 e nel 2017; e quella volta del ’57 registrò anche la presenza di Pier Paolo Pasolini.

La Curia Arcivescovile di Salerno, retta dall’arcivescovo S.E. Mons. Demetrio Moscato e dal vicario mons. Generoso Crisci, era schierata sulla posizione più conservatrice del cattolicesimo dell’epoca, a sua volta legato alle posizioni di S.E.R. cardinale Alfredo Ottaviani. Posizioni ultraconservatrici.

L’uscita del giornale Orientamenti e soprattutto dei suoi articoli fu considerata dalla Curia Arcivescovile quasi ai limiti dell’eresia.

Furono convocati in Curia alcuni dei giovani fucini che avevano collaborato e richiamati all’ordine. Soprattutto furono richieste dalla Curia le bozze degli articoli, avendo alcuni di questi giovani fucini dichiarato che gli articoli erano stati corretti dal sacerdote che, come dicevo, era il nostro rifermento spirituale.

La Curia cercò di procurarsi le bozze corrette, anche attraverso la tipografia dove era stato stampato il giornale.

I tentativi non riuscirono in quanto le bozze erano possedute solo da me.

Allora fui convocato in Curia dal Vicario don Crisci che senza tanti giri di parole mi chiese di consegnargliele.

Io rifiutai.

La risposta, senza tanti fronzoli, fu che se lo sarebbero ricordato.

Presidente, come andò a finire, se ne ricordarono in seguito ?

  • Dopo l’uscita del primo numero dovetti registrare le dimissioni di Ravera da direttore , ma io decisi di continuare con la pubblicazione del giornale.

Il mondo politico dell’epoca era animato dai giovani di tutti i partiti, compreso quelli del Partito Comunista.

Il delegato provinciale giovanile comunista era Augusto Visconti, il quale funzionò da collegamento tra me e il delegato provinciale giovanile della Democrazia Cristiana, Marcello Torre (giovane universitario di Pagani che poi diventerà il noto avvocato penalista ucciso barbaramente dalla camorra qualche giorno dopo il terremoto del 1980 mentre era sindaco della città dell’agro), legato al segretario provinciale della DC, Bernardo D’Arezzo.

Il numero due di Orientamenti uscì in distribuzione con la direzione congiunta, esempio unico per l’epoca; firmammo il giornale in due: io e Marcello Torre.

A questo punto fui invitato dal segretario provinciale della DC, Bernardo D’Arezzo. Andai all’incontro e questi mi chiese di apportare alcune modifiche all’articolo di fondo da me firmato.

Modifiche tutto sommato banali, ma rifiutai perché era evidente lo scopo.

Dopo questo mio rifiuto Marcello Torre si dimise dalla condirezione del giornale Orientamenti.

N.B.: il viaggio continua nella prossima puntata.

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