BANDIERE: da Totti a Montera e l’enfasi dell’infanzia interminabile !!

 

Aldo Bianchini

SALERNO – Le bandiere sportive e sociali ormai non esistono più e tutto, proprio tutto, si consuma sull’onda inarrestabile della globalizzazione che spinge sempre di più verso la perversione degli interessi economici, sportivi, politici e istituzionali.

Chi è stato o è tuttora “una bandiera” molto difficilmente riesce a ragionare e capire che quel tempo, quello affascinante ma anche inquietante delle bandiere a vita è finito da un pezzo; sbagliano, in questo senso, soprattutto i migliori che per decenni hanno rappresentato ai massimi livelli le categorie sportive e professionali per le quali hanno combattuto furiose battaglie ed hanno dedicato la loro intera vita.

Soprattutto, dicevo, chi è stato il migliore (e l’allusione ravvicinata a Totti nel calcio ed a Montera nell’avvocatura non è casuale) finisce per apparire, anche a chi ha tifato per lui o lo ha sorretto nelle mille battaglie professionali, come un bambino afflitto dalla “enfasi dell’infanzia interminabile” che molto spesso va ad intaccare l’alone di grandezza ed anche di misteriosa e lunga capacità che il soggetto interessato ha costruito con pazienza certosina lungo tutto il corso di una vita.

Come nello sport, così nella vita professionale il momento del distacco da quello che si è stato capaci di fare è veramente drammatico; il problema è tutto nel fatto che quando si parte per un’avventura sportiva o professionale ogni protagonista dovrebbe, fin dal primo istante, pensare a come e quando dovrà lasciare senza fare la figura di chi è attaccato indissolubilmente con la poltrona.

Mentre a Salerno l’avv. Americo Montera (presidente uscente dell’ordine degli Avvocati) sta per lasciare definitivamente l’incarico detenuto per alcuni decenni, a Roma il grande calciatore Francesco Totti ha già lasciato la sua amata Roma.

Entrambi, pur mostrando una certa eleganza nei ton i discorsivi di fine carriera, hanno comunque evidenziato un dolore psico-fisico lancinante ed insopprimibile, non fosse altro che per il fatto di essere stati costretti in tale senso da altri.

Francesco Totti - bandiera della Roma Calcio

Per Francesco Totti c’è voluto il presidente della Roma James Pallotta che (attraverso i suoi delegati) ha intelligentemente sottolineato come un’icona dello sport (e Totti lo è !!) difficilmente possa diventare qualsiasi altra cosa, soprattutto in una società di capitali quale è la squadra giallorossa che è anche quotata in borsa. Totti, secondo la società, non ha avuto la capacità di crescere ed è rimasto sempre quel bambino prestigiosamente preso dall’enfasi dell’infanzia interminabile.

Americo Montera - bandiera dell'Ordine degli Avvocati di Salerno

Cosa diversa per l’avvocato Americo Montera; per lui c’è voluta addirittura la suprema Corte Costituzionale che ha ritenuto legittima e costituzionale la legge n. 113/2017 che vietava il terzo mandato consecutivo per il Consiglio dell’Ordine Forense. Un effetto devastante su tante professionalità consolidate ed anche temute e rispettate ma, forse, mai amate che in alcuni casi hanno influito sulla nascita e sulla crescita delle cosiddette “caste – baronie” che tutti abbiamo odiato e combattuto.

Tra i due casi c’è comunque una differenza sostanziale che si evince dalla rilevanza mediatica degli stessi; da un lato il campione Totti (culturalmente non molto forbito) ha pronunciato parole di fuoco contro la società giallorossa; dall’altro lato il campione Montera (molto più attrezzato culturalmente) sta cercando di seminare dietro di se soltanto rose e fiori (apparenza, sostanza o solo astuzia ?). Due atteggiamenti che stanno dando, a sorpresa, risultati completamente ribaltati.

Per Totti tutto il popolo dei tifosi si è rivelato davvero addolorato; per Montera tutto il popolo dei suoi elettori  sta dimostrando con la propria inerzia che, forse, sotto sotto anche loro (così come tutti gli oppositori dichiarati) non aspettavano altro che la destituzione d’ufficio di chi per decenni li ha rappresentati; e non mi si venga a dire, poi, della gratitudine.

Naturalmente e sempre per buona pace di tutti.

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