Gaspare Russo: la scelta del viadotto Gatto … perché ?

 

Aldo Bianchini

immagine viadotto A. Gatto di Salerno

SALERNO – Continuiamo gli incontri con l’avv. Gaspare Russo (già presidente della regione Campania, già presidente della CCIAA di Salerno, già sindaco di Salerno e già componente del consiglio nazionale delle FF.SS.).

Nell’ultimo incontro parlammo del raccordo autostradale Salerno-Avellino, della bretella Mercato SS-Eboli e della mancata dislocazione delle varie sedi universitarie al centro della città; oggi dedicheremo la nostra attenzione al famoso o famigerato “Viadotto Gatto” che di recente ha dato notevoli problemi alla città ed all’intera provincia.

Presidente, il Viadotto Gatto di nuovo al centro dell’attenzione e delle polemiche ?

  • Si. Più che delle polemiche è al centro dell’attenzione. L’operatività del Viadotto Gatto, e qui bisogna ricordarlo ancora una volta per evitare confusione, è il tratto stradale che dal Rione Olivieri all’incrocio con la Strada Statale n. 18 (quella che arriva a Reggio Calabria)  con una pendenza fortissima, superiore al 10%, in un tratto di alcune centinaia di metri, raggiunge l’area portuale a Via Ligea.

La cartella clinica certifica lo stato di salute del Viadotto Gatto è un volume di circa cinquecento pagine, che contiene rilievi, disegni tecnici, risultanze e analisi finali (sic … Il Mattino del 2 luglio 2019).

In un rapporto di 500 pagine necessariamente c’è di tutto.

Cosa volete dire ?

  • Giustamente nessuno degli attori chiamati in causa responsabilmente fino a questo momento ne ha fornito anticipazioni. Il malloppo è all’esame delle Autorità competenti, che sono molte, e dei tecnici.

Presidente, se è stato consegnato un rapporto, questo vuol dire che c’è anche una conclusione; e se il viadotto non è stato chiuso significa che non c’è alcun pericolo immanente ?

  • La domanda è più che giusta, ma la conclusione a mio avviso è molto più problematica. Come ricorda un vecchio proverbio, in certi casi il silenzio è d’oro. Non per creare o ipotizzare allarmi, non appare pellegrino porsi anche altre domande.

Presidente, spiegatevi meglio, forse avete dei dubbi ?

  • Si. In una problematica così complessa sarebbe sciocco non averne. Non tutto è bianco né tutto è nero.

Presidente, senza fare giri di parole, quali sono i vostri dubbi ?

  • Il Viadotto Gatto è un’opera essenziale per Salerno, per i traffici portuali, per le vie del mare ed è un’opera che è stata costruita ed è in attività da circa sessant’anni. Dopo la tragedia di Genova, con il crollo del Ponte Morandi, sono giunti all’attenzione e alle preoccupazioni di tutte le Autorità competenti, che sono molte, e delle forze economiche e sociali le preoccupazioni sull’agibilità di un’opera che è stata costruita, come già detto, oltre 60 anni fa ed è esposta ad uno stress quotidiano a causa dell’intenso traffico, non solo portuale, locale ma anche nord-sud. Quando sapremo di più dalle risultanze della cartella clinica sarà possibile farsi un’idea dello stato delle cose.

Presidente, la sua esperienza di vita politica ed amministrativa è tale da non poter non considerare il fatto che una cartella clinica di 500 pagine possa nascondere artatamente problematiche e soprattutto eventuali responsabilità in caso di disastro ?

  • Meriti e responsabilità vanno ripartiti nell’arco di più di mezzo secolo. Non ha senso addossare responsabilità a quelli che hanno operato ieri e neanche a quelli che stanno operando oggi. In parole povere bisogna ricordare che qui ci troviamo di fronte, volendo continuare ad usare la terminologia di cartella clinica, ad un soggetto anziano che evidentemente non può essere in un ottimo stato di salute. Bisogna essere anche ottimisti, affidarsi allo stellone d’Italia e incrociare le dita. Anche perché qualsiasi cura sarà una cura dolorosa e dagli esiti incerti.

il viadotto A. Gatto di Salerno visto nella sua parte più alta e in curva

Presidente, dalle parole che dite capisco che si potrebbe anche arrivare ad una chiusura del viadotto in tempi brevi ?

  • E’ una soluzione a mio avviso impossibile, non percorribile, sarà necessario comunque adottare altre cure, che non sono i dolori.

E quali potrebbero essere queste cure ?

  • Diverse e allo stato delle nostre conoscenze non individuabili.

Ma quando fu ideato questo benedetto viadotto non era possibile nessuna altra soluzione ?

  • Era un’opera essenziale con il completamento e l’inizio delle attività portuali ad occidente della città. La costruzione di un porto richiede procedure complesse, che durano decenni, che impegnano la responsabilità di moltissime amministrazioni nazionali e locali. Ci sono scelte che una volta fatte, da chiunque siano state fatte, sono irreversibili.

Presidente, ma lei condivise quella scelta ?

  • Nella pubblica amministrazione c’è una regola ineludibile per chiunque arriva al comando. E’ la regola della continuità. E’ sciocco che si possa incominciare tutto daccapo come se le azioni passate e quelle in corso non esistessero. Io sono stato eletto sindaco nel 1970 e sono rimasto tale fino al 1974, pur con diverse crisi politiche nel corso di quegli anni, non causate da queste vicende, ma da mutare degli equilibri politici. Nel 1973 con il viadotto esistente ed operante mi trovai di fronte alla realtà che il viadotto urbanisticamente, giuridicamente non figurava esistente nel PRG della città. Era necessario conseguentemente riportarlo all’esistenza giuridica ed urbanistica. E tra mille difficoltà, e qualche dissenso, fu quello che feci anche alla luce del fatto che esisteva, operava ed era necessario. Portai la questione in consiglio comunale con le relative conseguenti proposte, per rendere comprensibile all’opinione pubblica cioè l’esistenza di fatto del viadotto, e la proposta fu approvata da tutte le forze politiche presenti in consiglio comunale, con il solo dissenso del consigliere comunale del PRI, che pur faceva parte della maggioranza, ma che era il presidente di Italia Nostra.

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