TEGGIANO: il ricordo amministrativo-istituzionale di Antonio Mario Innamorato

 

Aldo Bianchini

Sala consiglio comunale intitolata al sen. Antonio Mario Innamorato

TEGGIANO – Poco più di un anno fa, esattamente il 21 aprile 2018, lasciava per sempre questa terra Antonio Mario Innamorato, nativo di Teggiano, che in vita è stato docente di spicco, preside di ottima statura, politico del Partito Socialista Italiano, due volte parlamentare della Repubblica, una volta presidente della Provincia di Salerno, una volta sindaco di Teggiano, e tante altre cariche pubbliche che ha rivestito e rispettato sempre con grande abnegazione, senso del dovere e dello Stato applicati a  meticolosa legalità.

Come quasi tutti gli uomini della politica (che Lui amava forse anche più del suo lavoro di docente) ha incontrato anche qualche ostacolo di natura giudiziaria, ostacolo che ha saputo superare brillantemente e con il massimo dei voti (come si direbbe in gergo scolastico).

Tutto questo lo ha sicuramente reso “un personaggio” ma non “il personaggio” del Vallo di Diano e/o dell’intera provincia di Salerno; aveva ottantuno anni quando è morto e l’amministrazione comunale di Teggiano ha pensato benissimo di intitolargli addirittura l’aula consiliare ricavata all’interno di uno dei monumenti più belli del centro storico teggianese della Santissima Pietà.

Da sinistra Pietro Cusati (giornalista), segue il sen. avv. Michele Pinto e chiude Raffaele Accetta (presidente Comunità Montana)

Il personaggio era certamente il sen. Enrico Quaranta al quale Innamorato, come recitano le cronache, è stato vicinissimo e legatissimo; ma nessuno ricorda che all’epoca non era poi così facile non essere vicini e legati a colui il quale, almeno nel comprensorio valdianese, rappresentava la massima autorità socialista in campo politico. La mia affermazione, naturalmente, è convalidata dal fatto che alla morte di Quaranta quasi tutti i cosiddetti “personaggi” del Vallo transitarono nelle fila dell’astro nascente Carmelo Conte; che a Teggiano era presente con altri socialisti del tempo che fu, come Bobo Craxi (figlio di Bettino) e anche come il moderatore dell’incontro Geppino D’Amico, giornalista di lungo corso. Ma c’erano anche Corrado Matera (attuale assessore al turismo della Regione Campania), il sindaco Michele Di Candia e l’inossidabile ex vice presidente del Senato ed ex ministro dell’agricoltura Avv. Prof. Michele Pinto che dall’alto dei suoi ottantotto anni ha dominato la scena con un intervento molto lucido, mirato, concreto, attuale e in linea con la celebrazione dell’evento; ed ha parlato, non a lungo come sa fare e come avrebbe potuto benissimo fare, soprattutto della figura del compianto Antonio Mario Innamorato ponendola tra quelle che hanno senza dubbio dato lustro alla comunità e soprattutto ai giovani teggianesi attraverso la sua azione, prima di serio e capace docente e poi di politico abbastanza navigato. Non a caso e non per caso è stato il primo firmatario e il relatore in Parlamento della legge istitutiva del Parco Nazionale.

Tutti gli altri, compreso Matera, hanno fatto soltanto filosofia politica rispolverando quello che è stato il Partito Socialista Italiano dell’era craxiana, un partito che sicuramente aveva stravolto gli equilibri politici nazionali ed internazionali e che altrettanto sicuramente è andato alla deriva e poi nel baratro per colpa degli stessi socialisti che lo avevano portato ai massimi livelli nazionali ed agli astrali livelli provinciali (a Salerno nel ’90 raggiunse quota 33%). Se i socialisti di quel tempo, che oggi non contano più niente, non ripartono da una attenta analisi autocritica di quei fatti, senza intestardirsi a colpevolizzare soltanto la magistratura che pure fu colpevole, non si riuscirà mai a riprendere quella posizione di prestigio conquistata e mantenuta per oltre un decennio a cavallo degli anni 80 e 90. Non ci riuscirà neppure il neo segretario nazionale del Nuovo Partito Socialista, avv. Vincenzo Maraio, se intorno a lui, senza acredine, non si coaguleranno tutti i “soloni” del vecchio socialismo che dovrebbero piegarsi con grande umiltà al nuovo tentativo assumendo le vesti dei “vecchi saggi” in grado di dare veri consigli.

Alcuni dei sindaci presenti

Tutti (tranne il sen. Pinto che queste cose le ha ben capite da tempo e le ha metaforicamente evidenziate nel corso del suo intervento), ed anche quelli che sono intervenuti a titolo personale, dovrebbero, però, porsi una domanda di fondo: “Come mai Nel Vallo con tredici sindaci su quindici del Partito Democratico ha stravinto la destra di Salvini ?”; solo così capirebbero che qualcosa è cambiato nella visione generale della politica e che le ricostruzioni del passato, da libro cuore con interviste e sentimentalismi, non servono più a  niente ed a nessuno e, soprattutto, non portano da nessuna parte.

Ma al di là delle mie personali considerazioni c’è stata anche la cronaca dell’evento; a descriverla molto compiutamente è stata la giornalista Anna Cava che sul quotidiano online “Unotvweb.it” ha così descritto l’importante mattinata:

  • Ad aprire i lavori dell’incontro in ricordo del Sen. Antonio Innamorato, moderato dal giornalista e storico Giuseppe D’Amico, una video intervista realizzata dal moderatore del convegno al senatore Innamorato alcuni anni fa per ripercorrere insieme la politica del Vallo di Diano durante la Prima Repubblica. Non sono mancati i momenti di emozione nel ricordare l’uomo Antonio Innamorato ma anche il politico. Sono stati infatti diversi gli interventi, da parte di chi lo ha conosciuto e con lui ha lavorato e vissuto, che si sono susseguiti durante la prima fase del convegno a margine dell’intitolazione della sala, aperta con i saluti del sindaco di Teggiano Michele Di Candia. Nella seconda parte è stato invece possibile ascoltare le relazioni degli ospiti illustri. Oltre all’assessore Corrado Matera, interessanti sono stati gli escursus storici presentati dal Senatore e già Ministro della Repubblica Michele Pinto e dall’On. Carmelo Conte anche lui già Ministro del governo e sottosegretario alla presidenza del Consiglio con delega alla Cassa del Mezzogiorno. Le conclusioni sono state affidate all’On. Bobo Craxi. Tanti i sindaci e rappresentanti degli enti comunali presenti all’incontro di questa mattina senza distinzione di colore politico, giunti presso la SS Pietà per rendere omaggio ad un uomo che è stato protagonista della storia politica del Vallo di Diano.

 

Il tavolo dei relatori

E’ giusto, però, cogliere al balzo l’occasione che questo convegno offre per ritornare un po’ indietro nella storia recente della politica del Vallo di Diano per soffermarci, rileggendo il libro di Carmelo Bufano (presente al convegno ed attento osservatore delle vicende politiche locali) “C’era una volta il PSI … da queste parti d’Italia” al fine di riportare alla memoria cosa scriveva sul PSI lo stesso Innamorato, che di quell’epoca era stato tra i protagonisti, nella postfazione del libro: “”La voce del cuore i simboli le memorie la ricerca di fatti e di curiosità i documenti sono il florilegio del quaderno di Carmelo Bufano e danno ad esso respiro ed anima. C’è in essi la speranza mortificata e non domata del socialista che crede ancora nel socialismo. C’è l’amarezza di ciò che si era e non si è più. C’è anche la forza, che attinge energie da mille esperienze, di credere che tutto non è finito. La provvidenza avrà riserva to – e questo è l’ultimo atto di fede del socialista Bufano – la ricompensa a coloro che sono stati nel giusto che per Carmelo è la fede e la coerenza di praticare il socialismo””.

 

Parole eccezionali scritte da un uomo eccezionalmente carico di cultura e di senso delle istituzioni, fattori questi che abbondavano nell’animo e nello spirito del socialista Antonio Mario Innamorato.

Chiudo con la segreta speranza che i presunti grandi socialisti presenti al convegno, Carmelo Conte e Bobo Craxi, vadano a rileggere queste parole; in caso contrario sono destinati a rimanere definitivamente fuori dalla storia, quella vera, del socialismo italiano.

 

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