CRISI: dal “mattarellum” al “casinum”

 

Aldo Bianchini

Prof. Michele Ingenito

SALERNO – Un mio caro e sincero amico (Michele Ingenito, già docente universitario) dopo aver letto il precedente articolo dedicato alla crisi di governo, nel contesto del quale ho semplicemente elencato le varie conformazioni delle apparentemente diverse leggi elettorali che hanno regolato dal 1993 il voto nel nostro Paese, mi ha suggerito di aggiungere la denominazione finale, cioè “casinum” che meglio di tutte e più di tutte rappresenta, nella maniera più plastica possibile, l’enorme confusione generata in appena 26 anni dalle numerose leggi elettorali e successive modifiche che invece di schiarire hanno ancor più offuscato il panorama.

Ed ha poi aggiunto: “Casinum, come a dire anarchia !! In un percorso quotidiano che sembra contrapporre sempre di più la Nazione allo Stato, e viceversa !! Che Dio ce la mandi buona”.

Prof. Aniello Salzano

Invece un altro mio caro amico, (Aniello Salzano, già docente universitario e già sindaco di Salerno) ha scritto che: “Il sistema elettorale che cambia ad ogni tornata è lo specchio della schizofrenia dei partiti (!)”.

Molto spiritoso, come sempre pungente, l’avvocato penalista Giovanni Falci che ha scritto con un whatsapp: “Con tutti questi latinismi dobbiamo chiamare Giulio Cesare per fare il governo”.

Questi sono solo alcuni dei commenti inviatimi direttamente per stigmatizzare l’assoluta esigenza di dibattito, un fenomeno proprio della Prima Repubblica e quasi cancellato nella Seconda.

Ma al di là di dei suddetti riferimenti che possono apparire sterile pubblicità al giornale per cui scrivo, c’è un problema di fondo che è e rimane quello del nostro “sistema elettorale” che sembra creato ad arte e con grande abilità per far vincere sempre l’avversario di turno e per garantire, anche se inconsapevolmente, la giusta e necessaria “alternanza” a tutela della stabilità democratica del Paese. Del resto pensare che l’architrave della legge elettorale del 1993 (Mattarellum !!) potesse essere una cosa facilmente modificabile o sostituibile era ed è da non addetti ai lavori; questi ultimi sanno benissimo che il prof. Sergio Mattarella (al di là della sua carica di Presidente della Repubblica) è stato ed è, molto probabilmente, il maggior conoscitore della Carta Costituzionale che regola dal 1948 la vita del nostro Paese; e sappiamo tutti, anche se non  lo diciamo, che quella legge era stata scritta con l’intento di favorire chi governava a disdoro di chi faceva opposizione. Nel senso che ad ogni tornata elettorale bastava apportare qualche piccola modifica per garantirsi la conferma con una nuova vittoria.

Fortunatamente la “democrazia” quella vera è stata più forte dell’astuta legge elettorale del 93 (scritta a due mani da Mattarella sulla scorta della sua immensa conoscenza e capacità analitica della Costituzione) e si è verificato il fenomeno inverso: ogni volta chi vinceva le elezioni ed apportava modifiche alla legge con una serie impressionante di derivazioni (Mattarellum, Porcellum, Italicum, Consultellum, Rosatellum) perdeva sempre quelle successive nel nome di un’alternanza sicuramente non voluta né desiderata ma imposta dalla “democrazia” che è e rimane un bene irrinunciabile per tutti.

Vedremo questa volta come andrà a finire.

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