Un “Mistero Buffo” lungo mezzo secolo

dott. Vincenzo Mele
SALERNO – A Sestri Levante, Dario Fo, insieme alla sua compagna di vita Franca Rame, il 1° Ottobre 1969 mise in scena “Mistero Buffo”, in cui seppe unire il racconto appartenente allo stile dei giullari del Basso Medioevo e le storie legate ai vangeli apocrifi.
In un unico atto il drammaturgo milanese mise in scena nove storie con la sua originalità e la sua sfacciata ironia, giocando con l’onomatopeica, il grammelot e la cadenza del dialetto milanese: ne “La Resurrezione di Lazzaro” si scommette sulla resurrezione di quest’ultimo; in “Bonifacio VIII”  il famoso papa del I Giubileo viene preso a calci da Gesù e, ancora, ne “Il miracolo delle nozze di Cana” l’Arcangelo Gabriele viene cacciato da un ubriaco mentre tenta, inutilmente, di raccontare il miracolo delle nozze.
“Mistero Buffo” verrà successivamente riportato alla Rai nel 1977 con l’aggiunta di “Rosa fresca aulentissima”, poema del drammaturgo della Scuola Siciliana del XII secolo Cielo D’Alcamo.
Secondo Rosanna Brusegon, Professoressa di Filologia e Linguistica Romanza dell’Università di Verona, leggere i testi medievali legati alle storie del Vangelo con gli occhi del drammaturgo attualmente è estremamente difficile e Dario Fo è stato l’unico a riuscire a riadattarli al teatro grazie ad un’innata audacia. Con “Mistero Buffo” Dario Fo lanciò il genere del teatro della narrazione, che verrà ripreso da drammaturghi ed attori come Marco Paolini, Ascanio Celestini e Moni Ovadia.

 

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