«Questa è la mia mano, posso muoverla, e in essa pulsa il mio sangue. Il sole compie ancora il suo alto arco nel cielo. E io… io, gioco a scacchi con la Morte.» (Antoniis Block)

da Giovanna Santucci

Gentilissimo direttore,

visto che sono stata citata nel suo ultimo articolo sulla morte del giornalista Carlo Galimberti, vorrei, se Lei me lo permette, dire qualcosa sul professionista e sull’amico…

Conosciuto nel Febbraio del’2000, tempo in cui avevo progettato e poi approvato, con il mio Studio Multimedica, “l’Osservatorio per la Qualità e la Sicurezza Alimentare .” della Provincia di Salerno.

Il Giornalista Galimberti mi fu presentato affinché affiancasse in questo progetto altri noti professionisti che ne fecero parte.

Nacque così con lui un ottimo e proficuo rapporto professionale ed un’amicizia coltivata negli anni, che nemmeno le vicende giudiziare o le tante critiche e disavventure occorsegli, hanno scalfito.

Ma…direttore mi dica: “Un uomo escluso dal suo ambito lavorativo, un uomo privato della sua dignità nel poter praticare la sua arte, diventa facile preda delle sirene incantatrici..?”

Carlo Galimberti, uomo di grande cultura, penna forbita ,intelligente, geniale , creativa, flessibile…persona di grande apertura mentale e di grande riservatezza !! Mai sentito parlar male di qualcuno (neanche dei suoi, come Lei direttore li definisce, cortigiani…).

Grande ragionatore tattico, sempre pronto a riadattarsi pur di raggiungere l’obiettivo iniziale, questo era Carlo!

Sulla scacchiera della vita si è dovuto confrontare con la paura e la disperazione, nel caos delle sue angosce e delle sue inquietudini, confortato solo dall’amore e dalla comprensione della compagna di sempre, Rossana che, pur tra mille difficoltà che lo incalzavano, lo ho amato e sostenuto…

Sensazioni forti, luci ed ombre, Carlo ha giocato la sua lunga partita a scacchi con la vita, lottando con gli affanni e gli errori commessi…!

Periodi di grande sofferenza, anche particolarmente lunghi , lo hanno reso un ‘uomo lacerato dai suoi stessi pensieri.

Lasciato solo nell’indifferenza totale da coloro che avrebbero potuto dargli una mano e far sì che quelle sirene incantatrici non tornassero a cantare per lui..!

Carletto, come scherzosamente lo chiamavo, appassionato giocatore di scacchi, (mi raccontava che in gioventù aveva vinto alcuni tornei) sapeva che era arrivato all’ultima mossa che chiude la partita della vita..!

Una partita lunga, fatta di attese vane, di gioie, di dolori…Carlo ha provato a difendersi da quell’angoscia che prende e non ti lascia…il peso della vita, il non trovare una via di scampo, ed allora ha ceduto…

la “Signora della Notte” ha colto il momento e gli ha sferrato scacco matto, facendogli perdere la sua ultima e più difficile partita…!

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