Angela D’Alto: le pagelle di fine anno; promossi e bocciati (non solo politica)

 

di Angela D’Alto

 

SALERNO – N.d.a. Indicazioni per la lettura: il voto attribuito non costituisce il mio personale giudizio di valore sulle persone, ma semplicemente sulle rispettive performances annuali. Leggere con ironia. Tenere lontano dalla portata dei permalosi

 

 

Matteo Renzivoto 5

Dopo essere riuscito a dilapidare in poco tempo(grazie anche al consueto fuoco amico) un 40% di consensi, aver fatto e disfatto congressi, indetto referendum e rassicurato sull’unità del partito, propone il governo giallorosso, nomina i ministri e dopo 3 giorni lascia il pd per formare un partito che ha il logo di un detergente intimo. Talento sprecato.

 

Zingaretti: voto 6

Il simpatico e bonario Nicola diventa segretario del PD nel momento peggiore della sua storia. Sfortunato, nell’ereditare un partito semi distrutto, fortunato perché era impossibile fare di peggio. Pare destinato a restare sempre il fratello di Montalbano. Con la speranza di essere smentiti, senza infamia e senza lode.

 

Salvini: voto 4

Aveva in mano un governo, poi complice il Papeete beach e qualche rigurgito nostalgico dei bagni nel Po, delle corna di Obelix e di un Power Ranger chiamato Alberto da Giussano, ha fatto un incredibile harakiri. Resta però in testa a tutti i sondaggi. Ma dall’opposizione, almeno per ora. Futuro da influencer .

 

Berlusconi: voto 2

Povero Silvione. Ha completamente appaltato il centro destra a Salvini e Meloni, e sembra ormai fuori da tutti i giochi. Nel 2019 , un po’ come la temperatura di Potenza: non pervenuta. Comprimario triste.

 

Meloni: voto 7

Furbissima. Coattissima. È riuscita a colmare il vuoto lasciato da Forza Italia e si candida a un ruolo di primissimo piano in un possibile governo di destra. E ‘sono Giorgia, sono una donna, sono una mamma, sono cristiana’ è già una hit. Male che vada, futuro da rapper.

 

Di Maio: voto 6

La sufficienza è una media tra il 4 per le débâcle elettorali e un 8 per la capacità di resistere con nonchalance a tutte le stagioni. Iper governativo , si adatta a destra e a sinistra, sopravvive ai fallimenti del movimento e col vestitino buono non molla la poltrona.

 

Mattarella: voto 10

Un martire.

 

Lamorgese: voto 9

Tra i migliori ministri di questo governo. Non a caso non ha i social, non fa dirette fb, ha diminuito drasticamente gli sbarchi senza tarantelle quotidiane, inutili efferatezze e bullismo istituzionale. Niente foto di gattini, tortellini e immigrati con l’I phone. Niente retorica del ‘prendiamoli tutti’. Santa subito.

 

Travaglio, Belpietro, Feltri: voto 1

Incommentabili, insopportabili , raccapriccianti. A leggere un loro articolo, viene, nell’ordine: a) una gran nostalgia della prima repubblica; b)voglia di non votare nessuno dei partiti che malamente sostengono; c) tifare per un asteroide che si schianti sulle relative redazioni e sull’intero parlamento.

 

Conte: voto 8

Zitto zitto, questo anonimo professore che nella prima seduta al parlamento chiedeva a Di Maio e Salvini, coi fogli in mano, ‘questo lo posso dire’?, ha imparato il mestiere in fretta, e con un minimo di buon senso e di garbo istituzionale fa la figura dello statista. Beati monoculi in terra caecorum.

 

Celentano: voto 2

Tristissimo ritorno del molleggiato in tv, dopo la défaillance dello scorso anno e la pubblicità spacca timpani che tutti abbiamo maledetto. A Mediaset le hanno provate di tutte per alzare lo share: hanno modificato il format, invitato Gerry Scotti, Giletti, Bonolis, fino a Morandi e Queen Mary De Filippi. Mancava solo Bergoglio. Niente. Tra soliloqui, pause, vallettona scosciata, attempati giornalisti che entrano sulle note dei Rolling Stones e aneddotica spicciola su vecchi ricordi, una noia mortale. Bisogna anche saper invecchiare.

 

Alberto Angela: voto 9

Non sbaglia un colpo. Uno dei rari casi di figlio d’arte che si dimostra migliore del genitore. Paleontologo, divulgatore scientifico garbato e mai pedante, riesce a parlare di storia, filosofia, arte e scienza senza mai annoiare. Accessibile a tutti, senza mai abbassare il livello. L’unico capace di battere queen De Filippi in prima serata, e con un programma culturale. Roba da urlare al miracolo.

Specie protetta.

 

Chiara Ferragni : voto 8

La prima influencer italiana, è riuscita con grande intuito, precorrendo i tempi, a fare di se stessa un brand che vende a suon di milioni. Forbes l’ha inserita tra gli under 30 più influenti del mondo. Al cinema di Venezia hanno presentato un film sulla sua vita. La Business School di Harvard l’ha invitata più volte, considerandola una case history da studiare. Fa storcere il naso, ovvio. Ma a suon di scatti social, a metà tra il fiabesco e il kitsch, tra il principesco e il trash, il fenomeno non si è ancora sgonfiato. Invidiata

 

Ferrero/Nutella bisquits: voto 10

 

Nelle prime tre settimane di vendita il fatturato è già arrivato a 8 milioni di euro.

In previsione, la Ferrero supererà  i 130 milioni in un anno. Non si fa in tempo a rifornire gli scaffali dei supermercati, che sono già finiti. Introvabili. A Napoli è partito il bagarinaggio. Nei negozi la lotta per l’accaparramento dell’ultimo pacco è selvaggia: dalle nonnette che sgomitano con storie strappalacrime di nipotini, alle commesse che li nascondono per fornirli ai clienti più affezionati, dal bagarinaggio alla vendita tra privati su Ebay, fino al razionamento per mancanza di scorte in alcuni supermercati. È solo nutella spalmata tra due biscotti? Forse. Per l’ amministratore delegato del gruppo, si tratta di “un fenomeno di aggregazione sociale e di costume italiano”. Addirittura! Genialata.

 

Anno domini 2019: voto 4

Vuoto politico, classi dirigenti più inadeguate che mai, emergenze continue, vere o inventate, rabbia sociale e odio crescente. Si esce poco la sera, compreso quando è festa, e c’è chi ha messo dei sacchi di sabbia vicino alla finestra. Lo salutiamo senza rimpianti, questo anno confuso e malinconico. L’ultimo del decennio. Entriamo negli anni ‘20 un po’ impauriti, più insicuri e certamente più soli di prima, accompagnati da tanta incertezza, da qualche sorriso, dai nutella biscuits e da un senso di disfattismo che tarda a lasciare il posto alla speranza. Che però comunque resta. Come la speranza che ‘senza grandi disturbi qualcuno sparirà

Saranno forse i troppi furbi

E i cretini di ogni età’.

 

One thought on “Angela D’Alto: le pagelle di fine anno; promossi e bocciati (non solo politica)

  1. Fortissimo! Una capacità di scrittura , anche nei pezzi di satira , veramente rara. Complimenti. Mi è dispiaciuto quando sono arrivata alla fine. Ne avrei voluto leggere altre, pagelle!

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