AMBIENTE: con Costa “habemus Papam”? e il taglio scellerato degli alberi di Montesano.

 

 

Aldo Bianchini

 

Il ministro Cosa con alcuni sindaci. In primo piano il giornalista Pierino Cusati (segretario dell'Associazione Giornalisti Amici del Vallo di Diano) in rappresentanza della stampa locale

SALERNO / PADULA – Nel nostro Paese soltanto quando il cardinale protodiacono, il primo dei cardinali dell’ordine dei diaconi, dà al popolo l’annuncio della elezione del nuovo papa con il famoso “Habemus Papam” si è sicuri che dopo qualche secondo sulla loggia centrale della basilica di San Pietro davvero si affaccerà il Papa.

Per tutto il resto, soprattutto per la politica, è sicuramente possibile affermare che nel nostro Paese ogni annuncio è soltanto un annuncio, e basta.

Questo è il mio convincimento, frutto di una lunga ed estenuante osservazione della storia politico-istituzionale di questi ultimi decenni; ed in questa ottica mi accingo a commentare la visita del ministro dell’ambiente Sergio Costa troppo presto osannato come salvatore unico, quasi un Papa, dell’ambiente che ha fatto, e sta facendo, più o meno le stesse cose dei suoi predecessori.

 

Il trionfale arrivo di Costa a Padula (nel nuovo palazzo della Comunità Montana) è stato, però, salutato (come ho già scritrto nel precedente articolo) da un documento sottoscritto da una trentina di sindaci del territorio provinciale, tra i quali quello di Salerno (e questo è il dato sconcertante !!), che in maniera alquanto spocchiosa avevano non hanno accolto ben volentieri la visita del ministro; molti di essi hanno addirittura contraddetto un loro precedente documento che inneggiava, invece, alla visita.

Questo attacco che in tanti hanno considerato fuori luogo e forse da mera campagna elettorale (lo scontro tra De Luca e Costa è molto chiaro) non ha turbato la serenità con cui si è svolto l’avvenimento pubblico che è poi continuato molto privatamente tra il Ministro e i Sindaci del Vallo; e se vogliamo essere sinceri non è stato neppure una passerella propagandistica (come da più parti denunciato) in quanto sia il ministro Sergio Costa che il presidente del Parco Tommaso Pellegrino e il senatore Francesco Castiello le idee in merito alla tutela ed alla riqualificazione dell’ambiente le hanno ben chiare. Come è altrettanto vero, però, che tra le idee e la pratica ne passa di acqua sotto i ponti.

E’ un punto, questo dell’ambiente, che dovrebbe essere rapidamente aggiunto ai dieci indicati dal senatore Castiello (vero uomo delle istituzioni) nel famoso “Manifesto per il Mezzogiorno” presentato qualche settimana fa direttamente al presidente del consiglio Giuseppe Conte appositamente giunto a Vallo della Lucania.

Costa è un tecnico, lo ha dichiarato lui stesso, e come tecnico si è espresso dichiarando la sua totale disponibilità nei confronti del territorio visitato a patto che i singoli Comuni preparino entro quindici giorni i piani strategici per la tutela dell’ambiente; un termine perentorio che la dice lunga sulla possibilità di successo di una iniziativa che nasce sicuramente in maniera apprezzabile ma che già ha davanti una strada irta di difficoltà. Ho risentito attentamente tutta la registrazione dell’intervento del ministro (fornitami gentilmente da una valdianese impegnata in politica e molto sensibile ai problemi ambientali e sociali) ed ho percepito la lealtà istituzionale con cui Costa si è rivolto agli amministratori. Basterà questa lealtà istituzionale ?, difficile rispondere. Vedremo.

Al di là di tutto questo il convegno di Padula con il ministro Costa pone anche dei problemi seri di natura squisitamente politica.

Nel Paese e soprattutto nella Regione Campania è in atto uno scontro da ultima spiaggia tra il MoVimento 5 Stelle e il PD da una parte, e il centro destra dall’altro, con al centro il gruppo di Italia Viva (al quale potrebbero aggiungersi quelli della Carfagna e dell’ex ministro all’istruzione Fioramonti) che in Campania potrebbe recitare un ruolo decisivo per la rielezione o la sconfitta del governatore De Luca.

La ricandidatura di De Luca, difatti, è un problema serio per tutti; anche per lo stesso PD in quanto potrebbe pesare negativamente nell’assai improbabile alleanza con  i pentastellati. Ecco perché i proconsoli deluchiani capeggiati da Fulvio Bonavitacola, hanno fatti irruzione nel Vallo di Diano per costringere i sindaci a fare un passo indietro..000

Ma in Campania il MoVimento 5 Stelle non può assolutamente permettersi di perdere la partita, e soprattutto di perderla in favore del suo eterno nemico De Luca; in Campania il movimento grillino conta su una buona parte del Governo (quattro ministri, il presidente della Camera e il capo politico) ma non ha né Comuni, né Provincie e non ha la Regione che dovrebbe essere conquistata a tutti i costi; pena la definitiva precipitazione dei consensi elettorali alle prossime politiche.

Insomma, nei mesi che restano fino alle regionali, assisteremo alla madre di tutte le battaglie i cui primi bagliori sono divampati proprio lì a Padula alla presenza di sindaci e amministratori; qualcuno ha scritto che “De Luca lancia la sfida a Costa”, secondo me è tutto il contrario

Ed è proprio in questo quadro che i Comuni della Provincia di Salerno e quelli del Vallo di Diano (quasi tutti deluchiani) saranno chiamati ad una prova definitiva di chiarezza sul “con De Luca o senza De Luca”; nel Vallo di Diano la cosa è ancora più stringente perché si profila una alleanza non scritta e neppure dichiarata che va ben oltre i partiti per assumere una valenza fuori del comune con il senatore Francesco Castiello e il presidente Tommaso Pellegrino impegnati in una come battaglia per il territorio. Siamo forse alla snodo finale, i sindaci valdianesi dovranno decidere se riconoscere nel presidente del Parco il loro rappresentante istituzionale per non rimanere ancora una volta, e questa volta forse per sempre, con le pive nel sacco dopo le promesse, mai mantenute, fatte dal governatore in persona nella primavera del 2015, quando si preparava a salire sullo scranno più alto della politica campana, ma anche da tutti quelli che lo avevano preceduto.

Per questa decisione potrebbe recitare un ruolo molto importante il contenuto e/o le promesse fatte dal ministro Costa (è qui la vera campagna elettorale) ai sindaci del Vallo nella riunione riservata che è seguita a quella pubblica tenutasi venerdi 27 dicembre. Cosa si saranno detti a porte chiuse i sindaci, il ministro, il presidente della Comunità Montana e il presidente del Parco ? Qualcuno sostiene che il ministro abbia fatto promesse concrete sia sul problema di materiali inquinanti sotterrati in alcuni terreni del comune di Polla, sia sugli altri luoghi da bonificare sempre ai fini dell’inquinamento tossico, sia per la conclusione della lunga storia legata alla centrale Terna di Montesano, così come quella legata alle perforazioni per il petrolio. Tutto questo per cercare di arginare la possibile deriva elettorale in favore di De Luca.

E mentre tutto questo accadeva nel salone della Comunità Montana Vallo di Diano, quasi nelle stesse ore qualcuno, in barba a tutte le leggi, ha eseguito il taglio scellerato di alcuni alberi secolari presenti nel comune di Montesano che una bambina (la Greta valdianese ?) ha indirettamente denunciato nel corso di una recita di Natale.

Nell’attesa di una risposta da parte del sindaco di Montesano, non presente all’incontro con Costa, invitiamo il ministro a risolvere i problemi cominciando da queste cose che sembrano piccole ma che colpiscono l’immaginario collettivo in maniera molto incisiva.

Ah !! dimenticavo, nel precedente articolo ho scritto dell’eventuale presenza di De Luca a Padula; ne parlerò nella prossima puntata.

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