il Quotidiano di Salerno

direttore: Aldo Bianchini

Paolo Genovese e Anastasiya Kylemnyk: una lezione di serietà e di stile all’intero mondo della comunicazione

Aldo Bianchini

Paolo Genovese e Federica Rizzo

SALERNO – Paolo Genovese, regista cinematografico – sceneggiatore e scrittore italiano molto noto, sposato con Federica Rizzo ha tre figli: Emma, Matteo e Pietro.

Paolo e Federica sono i genitori di Pietro Genovese, il ragazzo ventenne che la sera del 21 dicembre 2019 mentre era alla guida della sua autovettura suv ha investito e ucciso le due sedicenni romane Camilla Romagnoli e Gaia von Freymann che stavano attraversando longitudinalmente Corso Francia a Roma in un punto da tutti definito molto pericoloso.

 

Ovviamente non intendo entrare nella dinamica dell’incidente e neppure sulle cause e circostanze che l’hanno determinato; tre famiglie sono state comunque e per sempre devastate.

Non sono, però, assolutamente d’accordo sulla imperdonabile e mostruosa cinicità dei media che (a mio opinabile avviso !!) si sono accaniti contro Pietro per due principali motivi: a) perchè Pietro è facilmente descrivibile come “figlio di papà viziato” e quindi colpevole a prescindere; b) perché la famiglia Genovese si è chiusa in un impenetrabile (ed a mio avviso “giusto”) silenzio sottraendosi così all’infernale tritacarne mediatico.

 

Ho seguito attentamente le prime fasi dell’operazione mediatica sui Genovese ed ho avuto l’impressione di una straordinaria azione, quasi persecutoria, che divampava sempre di più con il passare dei giorni e con il mantenimento del silenzio che è stato letto quasi come una offesa o peggio come lesa maestà rispetto al mondo dell’informazione.

Addirittura qualche giornale online romano, prendendo a prestito le notizie da qualche organo d’informazione più importante, ha scritto che “non è dato sapere che mestiere fa Federica, moglie di Paolo e mamma di Pietro” che preferisce vivere nel silenzio, all’ombra del marito senza essere presente sui devastanti social. Cose assurde, quasi come se la signora Federica avesse l’obbligo di raccontare alla stampa cosa ha fatto e cosa fa nella vita che Lei giustamente e garbatamente mantiene stretta nell’assoluta privacy.

 

La famiglia Genovese, secondo me, sta dando a tutti, soprattutto alla stampa ed ai giornalisti scatenati e avidi di notizie da buttare in pasto alla gente, una lezione di serietà e di stile anche a costo di mandare in tilt tantissime trasmissioni nazionali televisive che fanno del gossip puro trasformandolo in processi mediatici senza precedenti e al di sopra di ogni regola giudiziaria previste dalle leggi..

 

Un’ultima cosa, credo importante, sul caso “Camilla e Gaia”; nella prima giornata dopo l’incidente su alcuni network nazionali filtrò la notizia che lì, a Corso Francia, proprio in quel posto i ragazzi quando escono dal pub fanno le gare, tenendosi per mano, per attraversare la strada di corsa quando il semaforo è rosso; una sorta di gioco estremo. Ebbene quella notizia, subito dopo, è letteralmente scomparsa nell’ottica di una bella e trasparente informazione.

Nessuno, però, si è chiesto in queste settimane come vivono e come si muovono i nostri figli e i nostri nipoti, tutti, quando escono soprattutto il sabato sera; se le grandi tv di questo paese facessero meno gossip è più prevenzione ne guadagneremmo tutti e, forse, morirebbe qualche giovane in meno.

Luca Sacchi e Anastasiya Kylemnyk

Ancora più aberrante, comunque, la storia di Anastasiya Kylemnyk, la fidanzata di Luca Sacchi ucciso qualche mese fa in una borgata di Roma dai presunti amanti della ragazza.. A causa del peccato mortale dovuto al “silenzio marcato e continuato” (si è concessa alla stampa una mezza volta !!) della giovane donna rumena la stampa si è letteralmente scatenata contro quella che è già passata come l’unica responsabile della morte violenta dell’ex fidanzato.

Mi auguro sinceramente che Anastasiya, nel corso del processo immediato appena annunciato anche a suo carico,  non diventi presto un’eroina perché si viene a scoprire che la ragazza con il suo silenzio sta cercando fin dall’inizio anche le responsabilità di Luca che, disgraziatamente, ha perso la vita.

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