il Quotidiano di Salerno

direttore: Aldo Bianchini

Un secolo senza “Modì”

Dott. Vincenzo Mele

 

SALERNO – Nato a Livorno il 12 Luglio 1884, Amedeo Modigliani proveniva da una famiglia di origine ebraica. Era fratello di Giuseppe Emanuele, futuro deputato del PSI e tra i principali simboli della Resistenza contro il Nazifascismo.
Modigliani abbandonò gli studi per motivi di salute quando era adolescente; si ammalava spesso di tubercolosi e soggiornò a Capri e a Buggerru, piccolo paesino della Sardegna sudorientale.
Nel 1902 si spostò a Firenze frequentando la Scuola libera di Nudo per poi frequentare l’Istituto di Belle Arti a Venezia. Nel 1906 Modigliani lasciò l’Italia e visse a Parigi, entrando in contatto con i pittori del movimento cubista tra i quali Constantin Brâncuși e Pablo Picasso. Si cimentò con la scultura ma nel 1912 l’abbandonò per via della tubercolosi che lo perseguitava. Si approcciò così alla pittura e iniziò a dipingere nudi per poi passare successivamente ai ritratti di donne: tra quelli che spesso dipingeva di più, era quello della futura moglie Jeanne Hébuterne, artista in erba proveniente dalla Provenza. I lunghi colli delle donne dipinte da Modigliani, caratteristica più nota della sua opera pittorica, sembrano derivare, secondo una popolare leggenda metropolitana, dall’accostamento tra la figura femminile e quella dei cigni, animali simboli di eleganza che l’artista livornese prediligeva. Visse nel quartiere di Montparnasse, insieme all’inseparabile Jeanne, iniziando tuttavia a consumare alcool e droghe, in particolar modo hashish. Modigliani tenne la sua prima mostra nel 1917 presso la Galérie Berthe Weill a Parigi ma venne chiusa per pressione delle forze dell’ordine, in quanto accusavano il pittore livornese di oscenità in luogo pubblico. Dal matrimonio con Jeanne Hébuterne nacque la piccola Jeanne Modigliani, futura storica dell’arte e saggista antifascista che curò molti scritti su suo padre.
Amedeo Modigliani lottò fino alla fine contro la tubercolosi, ma perse la sua battaglia contro la tisi all’alba del 24 Gennaio 1920. La salma venne tumulata al cimitero di Pére Lachaise, insieme a quella di Jeanne, suicidatasi poco dopo: era al nono mese di gravidanza.

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