il Quotidiano di Salerno

direttore: Aldo Bianchini

GIUSTIZIA: la prescrizione di Conte e l’appello di Cacciatore

Aldo Bianchini

avv. Cecchino Cacciatore

SALERNO – Spesso il “FORO” salernitano, ovvero l’Ordine degli Avvocati, si scuote e riesce a mostrare il meglio di se dando prova di grandi individualità professionali che spiccano anche a livello nazionale e, forse, di più.

Nell’antica Roma si arrivava a contare fino ad undici fori nei lunghi periodi di splendore dell’impero; nell’immaginario collettivo del tempo il foro per antonomasia rappresentava la piazza centrale dell’insediamento urbano dove si raccoglievano le funzioni amministrative, giuridiche, commerciali e religiose. Un luogo, cioè, in cui i pensatori dell’epoca e i detentori del potere si davano in assoluta libertà alla costruzione dello Stato ed al mantenimento delle regole. Insomma un po’ come accadeva con l’agorà nell’antica Grecia.

 

Col passare dei secoli il dibattimento pubblico si è rifugiato in sedi ben strutturate, forse anche appropriate, ma sicuramente sempre più lontane dal popolo e dalle sue esigenze. Il controllo diretto del popolo non c’è più.

La categoria professionale degli avvocati ha mutuato il termine “Foro”, forse anche in maniera pretenziosa e supponente rispetto all’antico significato del termine, che ad un esame più approfondito apparirebbe sicuramente più appropriato se l’Ordine degli Avvocati avesse ancora in sede locale e nazionale quella valenza tenacemente conquistata dai suoi fondatori e rapidamente dilapidata anche e soltanto a causa dell’eccessiva volgarizzazione numerica di una professione che davvero poteva e doveva essere fonte di ispirazione politica, amministrativa, commerciale e religiosa, ma soprattutto giuridica.

Per quanto riguarda il nostro territorio si registra, però, una lenta ma significativa ed efficace ripresa di dibattito, di proposte, di progetti e di valutazioni che partendo appunto dai diversi “fori” non potranno non incidere sul tessuto sociale che ci circonda e regola la nostra vita.

 

Su questo giornale online abbastanza spesso alcuni noti e valenti avvocati del Foro di Salerno si scambiano opinioni anche diverse tra loro e lanciano messaggi chiari ed inequivocabili verso il mondo esterno.

Solo per fare un esempio, e per continuare a parlare di una materia mai ben spiegata e mai sufficientemente esplorata come la “prescrizione” dei reati nell’ambito del processo penale, mi ha particolarmente interessato un post pubblicato dall’avv. Cecchino Cacciatore (vice presidente dell’Ordine degli Avvocati di Salerno) sulla prescrizione e diretto all’avv. Federico Conte (deputato al Parlamento) autore del famoso “lodo Conte bis” che sembra possa far superare all’intero Parlamento una difficile situazione di stallo contrapposto.

avv. on. Federico Conte

Ecco cosa ha scritto Cecchino Cacciatore:

 

  • Federico Conte è un illustre rappresentante del foro penale di Salerno. Per anni è stato impegnato al mio fianco nella Camera Penale Salernitana. Quando ha assunto l’impegno pubblico ha preferito non cumulare i due impegni. Non condivido la sua posizione sulla prescrizione. Ma difendo il suo diritto di esprimere liberamente il suo pensiero  e la sua opera. L’Onorevole Avvocato Federico Conte si muove con rispetto, decoro, competenza ed autorevolezza. Va rispettato, come noi penalisti siamo abituati a fare tutte le volte che invochiamo il garantismo. Garantisti si è anche quando si usa tolleranza. Al più le sue opinioni vanno contrastate con argomenti. Egli ha cercato di distinguersi da Bonafede e Davigo e già questo è un compito arduo che bisogna prendere in considerazione. Tra l’altro mi consta che grazie ai suoi suggerimenti sono spariti dalla riforma del processo penale altre amenità illiberali. Quella messa in atto è una mediazione politica che in ogni caso, alle condizioni date, ha comunque il merito di aver puntellato una novella autoritaria dalle nefaste conseguenze. Tentativi altrettanto concreti non ne ho riscontrato a livello parlamentare: si ha infatti l’immagine di colui che tenta di bere il brodo con la forchetta.  Due ultimi appunti. Nel frattempo l’obbrobrio della Bonafede è legge vigente. C’è tempo per abrogarla o farla ritenere incostituzionale a partire dalla crepa che in essa vi ha inserito l’onorevole Conte. Ripeto: non mi piace quello che Federico Conte ha proposto, ma lo difendo nella sua libera espressione di giudizio. Caro Federico, nel mio piccolo farò di tutto per superare anche la tua posizione. Intanto, ti auguro buon lavoro.

 

Poi il noto penalista salernitano si allunga sul discorso più complessivo e parla di una disobbedienza civile  e composta contro una legge illiberale: quella di riforma della prescrizione.

Ed annuncia che ha predisposto (con il prezioso ausilio di un giovane Luciano) una questione di legittimità costituzionale da proporre alla prima occasione utile; con la speranza che essa possa essere un valido contributo da mettere a disposizione di tutta l’avvocatura.

 

Come sempre non mi fermo e non mi limito alla notizia, cerco di andare oltre anche in questo caso e di esprimere il mio pensiero partendo da una certezza che è quella di conoscere bene entrambi gli avvocati e di stimarli sul piano personale e professionale.

Devo, quindi, dire che io la penso in maniera diversa rispetto ai due noti avvocati; la prescrizione è utile, necessaria e intoccabile; e per certi versi quella abolita era anche troppo spinta nel tempo se pensiamo alle quattro settimane del Regno Unito. Anzi, fino a quando, non si metterà mano ad una seria e globale riforma della giustizia la prescrizione che siamo stati abituati a conoscere è anche fin troppo lunga.

Va detto, però, che Cecchino Cacciatore si muove su un dato di fatto e cerca di contrastare una pericolosa deriva,; sull’altra sponda, invece, Federico Conte si è mosso con grande abilità politica mettendo in piedi una cosiddetta “exit strategy” che probabilmente salverà, almeno per il momento, il governo nazionale.

Fa piacere, comunque, prendere atto del fatto che dal “Foro” salernitano venga fuori un dibattito sicuramente importante, nuovo e costruttivo; un po’ come accadeva nei fori romani, quelli veri, ovviamente.

 

 

1 Commento

  1. LA RIFORMA DELLA PRESCRIZIONE ENTRATA IN VIGORE DAL MESE DI GENNAIO 2020 SENZA L’APPROVAZIONE DELLA RIFORMA DEL PROCESSO PENALE ???
    L’ex Ministro per la Pubblica Amministrazione la nota Avv. Penalista Giulia Bongiorno aveva parlato di “una bomba atomica” nel processo penale senza l’approvazione della riforma penale.
    Nel corso degli ultimi mesi non sono mancate aspre critiche e moltissime perplessità sulla riforma della prescrizione. Espresse soprattutto dagli avvocati penalisti:
    per il Presidente dell’Unione delle Camere Penali Avv. Gian Domenico Caiazza, “processi interminabili, che con la riforma Bonafede diventano processi infiniti, sono una barbarie”.
    Dal 30 novembre 2019 i penalisti per una settimana hanno protestato con l’astensione dalle udienze e una maratona oratoria a Roma davanti alla Corte di Cassazione. “Protestiamo non in favore della prescrizione in quanto tale, ma contro un principio barbarico – ha detto l’Avv. Gian Domenico Caiazza ,Presidente dell’Unione delle Camere Penali-: che il cittadino debba restare in balia della giustizia penale per un tempo indefinito, fino a quando, e se, lo Stato riuscirà a pronunciare una sentenza definitiva”.

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