il Quotidiano di Salerno

direttore: Aldo Bianchini

PORTO: la dogana dei misteri e il “coronavirus” (1)

Aldo Bianchini

L'entrata-dogana del porto di Salerno

SALERNO – Non l’ho mai detto, non lo dico e non lo dirò mai, anche perché non mi piacciono le esaltazioni di giornata o di maniera; ma è sotto gli occhi di tutti che da quando è stata soppressa l’Autorità Portuale di Salerno ed ai suoi vertici non ci sono più salernitani doc qualcosa è cambiata, ovviamente in peggio ed a discapito di quella sana salernitanità che da sola può garantire la sopravvivenza del porto attraverso un’ottima organizzazione. Tutte cose che aveva garantito l’ex ed ultimo presidente Andrea Annunziata e che la politica nostrana non ha saputo, o non ha voluto, difendere a spada tratta.

Ma questi sono altri discorsi, anche se in collegamento stretto con quanto sto per svelare e per dar vita ad una nuova inchiesta giornalistica che, questa volta, vede al centro del mirino la “dogana portuale” di Salerno, i suoi responsabili, i suoi uffici e la sua organizzazione; ma vede al centro anche ciò che accade con il trasporto commerciale e turistico da e per la Tunisia con gente ammassata anche sui ponti e con un biglietto dal modico prezzo di 66 € cadauno.

Questa mattina, 24 febbraio 2020 alle ore 7, è attraccata nel porto di Salerno una nave della Grimaldi Lines (Salerno-Tunisi andata e ritorno) proveniente da Tunisi e sono stati sbarcati, ovviamente, numerose decine di passeggeri.

Ma chi sono questi passeggeri e cosa hanno trovato a terra sul molo dal punto di vista dei presidi prevenzionali sanitari, soprattutto dopo l’allarme del primo caso sospetto di coronavirus segnalato in Tunisia nei giorni scorsi.

Purtroppo non hanno trovato niente al di là del disastro totale che neppure la Guardia di Finanza e i funzionari della Dogana Portuale; anzi le vigorose proteste di questi ultimi non mancano e diventano, giorno dopo giorno, sempre più pressanti.

Ma andiamo con ordine; i passeggeri scendono dalla nave o dalle navi e restano in sosta nell’ampio parcheggio che esiste sul molo, sul quale però non sono stati mai attrezzati e preparati: “Non ci sono bagni, né acqua corrente per dissetarsi o lavarsi adeguatamente le mani, gli uffici della Dogana sono situati in un container privo di ogni minimo presidio di sicurezza sanitaria e con un tetto in lamiera che rende gli spazi angusti vere e proprie camere a gas”.

In giro c’è solo immondizia che puntualmente viene aggredita dai topi; uno spettacolo scellerato a cui nessuno, almeno fino a questo momento, cerca di porre rimedio anche ai fini della prevenzione sanitaria accurata prevista in questi giorni per fronteggiare il contagio da coronavirus.

E poi c’è il problema di chi, dal punto di vista anagrafico, arriva nel porto di Salerno e va via senza alcuna identificazione e/o il minimo di accertamento sanitario; insomma il porto di Salerno è diventata una sorta di zona franca, quasi un passaggio senza frontiera attraverso il quale poter francamente far transitare di tutto. Addirittura si parla di “carni fresche” nascoste da capi di abbigliamento opportunamente sistemati in appositi contenitori.

Il porto di Salerno è un porto abbandonato a se stesso nell’attesa di essere definitivamente fagocitato da quello di Napoli ?

Sicuramente è un porto senza una dogana organizzata come dovrebbe essere, e altrettanto sicuramente è un porto in penose condizioni igienico-sanitarie; ed è un porto che attraverso il “varco senza frontiere” della dogana vomita in città e nell’entroterra di tutto e di più.

Soprattutto da quando al governo del porto è arrivata tutta gente da fuori e senza un minimo interesse verso quella salernitanità che citavo all’inizio.

Ma di questo, e di altro, ci sarà tempo di parlarne nella prossima puntata.

 

 

 

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