Elezioni 2020: De Luca sarà “la fine della storia dei pentastellati” ?

Aldo Bianchini

on. Vincenzo De Luca - governatore della Campania

SALERNO – Ormai siamo giunti alle battute finali. Dopo mesi e mesi di schermaglie, di accuse reciproche, di veleni e di sospetti, e di fuoco amico, il traguardo finale è ben in vista.

Ed è un traguardo che, secondo me, ridarà ancora una volta a Vincenzo De Luca, governatore della Regione Campania in carica, non soltanto la richiesta ricandidatura a presidente della Regione ma anche, se non soprattutto, il riconoscimento di quel valore aggiunto di cui il Partito Democratico non può farne a meno in un momento così delicato, per molti e tanti versi, che stiamo vivendo non solo per la diffusione del coronavirus che in Campania sembra attecchire di meno, rispetto ad altre realtà, grazie ad un sistema sanitario che comunque tiene e funziona sotto la guida autoritaria del governatore.

Ma c’è di più; il personaggio Vincenzo De Luca (che personaggio è a tutto tondo) potrebbe davvero costituire una barriera invalicabile per il Mov. 5 Stelle che da sempre ne chiede la testa, col rischio di una frana per i penta stellati inarrestabile e finale della loro stessa esistenza.

 

Perché ? perché sia il PD che il Mov 5 Stelle sono giunti al bivio finale e la decisione sulla candidatura legittima di Vincenzo De Luca sarà il momento cruciale dei rapporti politici, e non, tra il movimento grillino e il partito democratico; sia in sede regionale che in quella nazionale. Sicuramente perché la “questione Campania” avrà una ricaduta sul governo nazionale per vari motivazioni.

Insomma, per dirla tutta, il PD non può recedere da una scelta maturata, sofferta ed ormai ufficiale della nuova candidatura De Luca alla Regione (sarebbe la terza in ordine successivo dal 2010 ad oggi); se malauguratamente lo facesse il PD non  farebbe altro che scavarsi la fossa.

on. Valeria Ciarambino e on. Vito Crimi

Quindi non lo farà, e se non lo farà la palla scottante passa nelle mani dei grillini che, al di là delle estemporaneità di Vito Crimi (capo politico del movimento) e di Valeria Ciarambino (consigliere regionale della Campania) e anche dell’on. Nicola Provenza.

 

Ai battibecchi De Luca – Ciarambino siamo abituati da anni, fin da quella famosa e ingiusta descrizione fisica della grillina fatta dal governatore via etere, una descrizione che ha generato nella interessata una voglia di vendetta che va oltre la politica.

 

Sicuramente non eravamo abituati alla presa di posizione, apparentemente dura ed intransigente, del capo politico del Mov 5 Stelle; non si è presentato alla riunione con il PD nel corso della quale doveva essere ufficializzata la ricandidatura di De Luca, ed ha promesso per lunedì la sua risposta che secondo indiscrezioni sarà per la bocciatura del nome di De Luca e, quindi, per l’apertura di una vera e propria crisi dei rapporti, già difficili, tra i due gruppi politici.

on. Valeria Ciarambino

In passato ho già scritto che la Campania per il Mov 5 Stelle rappresenta una specie di “punto di non ritorno”; i grillini hanno l’esigenza primaria di vincere le elezioni in Campania dove, nel 2018, hanno raccolto il 53% dei voti degli elettori alle politiche; se si lasciano sfuggire dalle mani la Campania si avviano inesorabilmente sulla via del definitivo declino.

 

Intanto a Salerno, capoluogo e provincia, appare chiara l’alleanza strategica, e non solo, tra le tre grandi famiglie politiche: De Luca, Andria e Conte; ma di questo avremo modo di parlarne in seguito.

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