il Quotidiano di Salerno

direttore: Aldo Bianchini

La scuola al tempo del Coronavirus

 

di Claudio Naddeo

(Dirigente “Trani – Moscati”; Rettore del Convitto Nazionale di Salerno;

Presidente provinciale Associazione nazionale Dirigenti Pubblici ANP)

 

prof. Claudio Naddeo

SALERNO – La nota Miur n.279 dell’8 marzo, che detta indicazioni operative in relazione al DPCM di pari data, si apre con un ringraziamento alla scuola tutta da parte del Ministero per quanto si sta mettendo in campo in questi giorni, a tutti i livelli, per fronteggiare una situazione decisamente senza precedenti.

Accanto a istruzioni di carattere per lo più amministrativo gestionale, viene ribadito il diritto delle studentesse e degli studenti all’istruzione nel rispetto del dettato costituzionale. Su questa linea sono incoraggiate tutte le iniziative che possano favorire la continuità dell’azione didattica mediante il ricorso alle risorse offerte dalla tecnologia.

In realtà Dirigenti e docenti nella scorsa settimana hanno già dato prova di grande impegno cercando di portare a sistema quanto, in misura diversa per frequenza e contesti, ogni realta scolastica ha già sperimentato.

La scuola quindi ha reagito subito, dimostrando capacità reattiva a tutti il livelli e soprattutto volontà di far fronte comune all’emergenza.

Vengono tuttavia al pettine diversi nodi che impongono, una volta superata l’emergenza o anche se la sospensione delle attività dovesse malauguratamente protrarsi, una attenta riflessione sull’implementazione effettiva delle tecnologie a scopo didattico e su quali debbano essere le competenze digitali essenziali per i docenti. Il fervore di idee e proposte didattiche di questi giorni è decisamente ammirevole e ha visto dirigenti e docenti attivi con una intensità forse anche superiore all’ordinario: i dirigenti hanno recuperato quella dimensione di leader educativo che, per quanto centrale nel loro lavoro, spesso è mortificata da altre incombenze; i docenti, liberi dagli impegni consueti, hanno potuto concentrarsi sulla didattica e sulla ricerca di metodologie alternative. Tutto questo è decisamente bello e rende onore ad una categoria spesso offesa e privata della stima sociale di cui dovrebbe a buon diritto godere per la funzione che svolge.

Non bisogna però dimenticare che dobbiamo fare i conti con l’efficacia di tutti gli interventi che si stanno mettendo in campo: ai miei docenti ho consigliato di puntare ad interventi per il recupero e il consolidamento di quanto appreso e soprattutto, per un periodo che ci auguriamo breve, ad una riflessione su quanto sta accadendo attraverso le diverse discipline senza dimenticare l’obiettivo principale dell’educazione alla cittadinanza attiva. L’ostacolo, del resto prevedibile, è costituito dall’atteggiamento dei fruitori che sicuramente non sono tutti pronti né poteva essere diversamente. Ecco perché bisognerà lavorare per affiancare la didattica ordinaria con interventi sistematici a distanza da inserire a pieno titolo nel curricolo, con la piena consapevolezza del loro giusto peso: la mediazione didattica non può certamente essere privata dei quegli aspetti relazionali che la qualificano senza i quali rischierebbe di essere una semplice trasmissioni di nozioni.

 

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