il Quotidiano di Salerno

direttore: Aldo Bianchini

Coronavirus: gli anziani di Sala Consilina trattati come sacchi di spazzatura ?

Aldo Bianchini

Casa di riposo per anziani "Istituto Juventus" di Sala Consilina

SALERNO / SALA C. / EBOLI – Le modalità inquietanti del trasferimento degli anziani ricoverati presso la casa di riposo “istituto Juventus” di Sala Consilina ha evidenziato, e sta evidenziando, che il silenzio personale ed istituzionale, in un momento di assoluta emergenza sanitaria, sarebbe oltremodo doveroso.

E invece, come spesso accade, ecco che tutti scendono in campo per sparare le solite “cazzate” che in questi casi assumono davvero le vesti di “totale imbecillità”, ovviamente per dirla alla de Luca (il governatore !!).

Appena si è sparsa la voce del trasferimento dei ricoverati (sarebbero 33 persone) da Sala Consilina ad Eboli presso il Campolongo Hospital quelli che dovrebbero stare zitti hanno incominciato a blaterare contro il trasferimento.

Questa volta, oltre quanto già testè scritto non farò commenti, anche per non essere frainteso da qualcuno di loro che conosco benissimo.

Mi rifaccio, quindi, all’edizione di ieri (29 marzo) del Corriere del Mezzogiorno dal quale ho estratto un piccolo articolo firmato da Gabriele Bojano:

Nella foto, da sinistra: dr. Domenico Rubino, d.g Monte Pruno Michele Albanese, il sindaco di Polla e il direttore sanitario Mandia

“”I 33 anziani affetti da Covid-19, ospiti dell’istituto Juventus di Sala Consilina, saranno tra oggi e domani trasferiti al Campolongo Hospital di Eboli. Un provvedimento, deciso ieri al termine di una riunione all’ospedale di Polla, con, tra gli altri, il direttore generale dell’Asl Salerno, Mario Iervolino, ed Enrico Coscioni, che ha scatenato una serie di reazioni contrarie, sindacali ed istituzionali. Sul piede di guerra la Fp Cgil: «Siamo preoccupati – dice il segretario Antonio Capezzuto – che al Campolongo Hospital, dove già abbiamo avuto un decesso e 4 positivi, arrivino 33 persone contagiate. Nessuno ci ha informati, questa è una struttura per la riabilitazione, non ci sono professionalità adeguate». Anche il sindaco di Eboli, Massimo Cariello, dice di essere all’oscuro di tutto e invita la Regione a desistere: «Occorre adottare tutte le misure necessarie per salvaguardare gli altri degenti e attivare l’isolamento del personale anche requisendo strutture alberghiere». Rocco Panetta (Codacons) si chiede perché non è stato riaperto l’ospedale di Sant’Arsenio per l’emergenza””.

dr. Massimo Cariello - sindaco di Eboli

Lascio a Voi lettori ogni considerazione  ma, senza condizionare il vostro giudizio, segnalo almeno come suggestiva e surreale la proposta del Codacons valdianese, di rimettere in piedi il malandato ex ospedale di Sant’Arsenio (idea lanciata da Nicola Ammaccapane !!) di fronte ad un problema che ha bisogno di una soluzione decisa e ravvicinata come quella di cercare di salvare la vita ai trentatre poveri anziani dell’Istituto Juventus. Difatti se le Istituzioni (De Luca, Iervolino e Coscioni, ma anche il responsabile della task-force pollese dr. Rubino che ha sollecitato l’intervento della Regione e della Asl) avessero deciso di aspettare la riapertura di Sant’Arsenio (pura utopia !!) gli anziani avrebbero di sicuro avuto un destino comune: impacchettati e buttati come spazzatura.

Per non parlare di un sindaco (quello di Eboli, Massimo Cariello) e soprattutto di uno dei sindacalisti più rappresentativi della Fp-CGIL (Antonio Capezzuto) che si sono mossi come elefanti in una cristalleria ed hanno cercato di scatenare una guerra fratricida e suicida. Difatti alcuni scatenati cittadini hanno imbastito una petizione popolare (circa 300 firme) contro il trasferimento. Incredibile e mostruoso; come se invece di persone umane si trattasse semplicemente di “rifiuti” da rispedire al mittente; capisco che “loro” (i citati personaggi istituzionali, sindacali, ecc.) sono abituati a queste battaglie mediatiche nel respingere ognuno l’arrivo sul proprio territorio di qualsiasi cosa (industrie, rifiuti, sondaggi petroliferi, ecc. ecc.), ma in questo caso si tratta di vite umane, di esseri indifesi che hanno soltanto estremamente bisogno innanzitutto di affetto, al di là delle cure doverose, necessarie e urgentissime.

Fortunatamente abbiamo un governatore che passa sulle teste di tutti, cioè non li pensa neppure minimamente questi rappresentanti istituzionali, sindacali e associativi e ne fa di loro un sol boccone; meno male, ripeto, altrimenti il Vallo di Diano non avrebbe mai avuto in pochi giorni (è il caso di dire grazie al direttore sanitario Luigi Mandia ed al capo della task-force Domenico Rubino) una tenda hospital, due container e un reparto interno e multiuso per far fronte alla temutissima onda lunga del contagio che potrebbe arrivare nel giro di qualche giorno; ho usato il verbo al condizionale perché tutti, ma proprio tutti, ci auguriamo che ciò non accada.

Per non parlare, ovviamente, dell’azione sempre precisa, puntuale e coraggiosa del sindaco di Sala Consilina, Francesco Cavallone, che proprio in queste ore ha opportunamente richiesto la proroga della zona rossa almeno fino al 14 aprile prossimo; difatti è assolutamente necessario  superare le festività pasquali al fine di evitare assembramenti anche di carattere religioso.

In merito a questi ultimi, dato che ci riportano con la mente ai “raduni di imbecillità” (parole del governatore De Luca) è il caso, per chiudere, di riportare la storiella del magistrato (uno dei procuratori aggiunti – fonte Avvenire del 28.03.20) che a Napoli è stato fermato per un controllo mentre, a suo dire, stava andando in chiesa. Alle varie contestazioni mossegli dal poliziotto, tra le quali quella di “pregare in casa che è la stessa cosa”, il magistrato punta l’indice sul fatto che se stava per andare nel vicino tabacchino nessuno gli avrebbe detto niente, invece il solo andare in chiesa lo faceva sentire come un pericoloso criminale che non si rende conto della gravità del momento. E tra sè e sè dice: “E invece, il dubbio, anzi la certezza, è che per questo nostro mondo malato nel corpo e nello spirito, Nostro Signore Gesù Cristo valga meno di una sigaretta. Ed è davvero messo male se uno come me è chiamato a testimoniare che Ne abbiamo invece un bisogno tremendo”. < Vabbè, dottò, vada pure > è la risposta del malcapitato carabiniere.

Secondo me non è un buon giudice, come non sono bravi cittadini quelli delle riunioni pseudo religiose; entrambi eludono la gravità del momento con la scusa dell’esigenza dello spirito.

 

1 Commento

  1. Son tutti “bravi cristiani”!!!
    Che vergognosi ed egoistici esempi di rispetto per gli umani!!!

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