Coronavirus: I dati del Viminale sulle violazioni dei divieti anti-Coronavirus:sanzioni salate ed aumenta il senso di responsabilità dei cittadini?

dr. PIETRO CUSATI

dr. Pietro Cusati (giurista - giornalista)

Roma – Alla luce della nuova disciplina sanzionatoria sulle violazioni dei divieti anti-coronavirus , dopo l’entrata in vigore del  decreto- legge 26 marzo 2020, n.19/2020, che ha modificato la disciplina delle sanzioni. L’articolo 4 del decreto-legge  differenzia  gli illeciti superando lo strumento originariamente individuato nell’articolo 650 c.p. Lo stesso articolo, al comma 8, affrontando le relative questioni di diritto intertemporale, stabilisce che le norme che sostituiscono sanzioni penali con sanzioni amministrative si applicano anche alle violazioni commesse prima del 26 marzo 2020 .Nella giornata di sabato 4 aprile 2020,  le persone e gli esercizi commerciali controllati in Italia dalle forze di Polizia sono stati rispettivamente 229.104 e 87.364.Sanzionate in via amministrativa per i divieti sugli spostamenti 9.284 persone, 54 denunciate per false attestazioni e 10 denunciate per violazione della quarantena. I titolari di esercizi commerciali sanzionati sono stati 173, i provvedimenti di chiusura delle attività 27.I numeri  dei controlli  dimostrano che nei cittadini è aumentata  il senso di responsabilità, cresce la consapevolezza che è importante rispettare le misure di contenimento per uscire al più presto dall’emergenza sanitaria. In calo le sanzioni, ma anche i reati e, soprattutto, i reati domestici. Sanzioni  salate  da 400 a 3000 euro, per chi viola le regole anti-contagio, con una riduzione del 30% per chi paga entro 30 giorni. Se si viene colti nell’ambito di una violazione alle norme alla guida di un veicolo, la sanzione  è aumentata di un terzo. Inoltre viene data  la possibilità per le singole Regioni di adottare misure più dure di quelle nazionali se il contagio si acuisce, ovviamente in coordinamento con il Governo, solo nell’ambito delle attività di loro competenza e senza incidere sulle attività di rilevanza strategica per l’economia nazionale. Si incorre in un reato contro la salute pubblica, provocando il diffondersi dell’epidemia e viene punito da uno a cinque anni di reclusione chi è in quarantena perché positivo al Coronavirus ed esce intenzionalmente di casa violando il divieto assoluto di lasciare la propria abitazione. Salvo che il fatto costituisca un delitto colposo contro la salute pubblica punito dall’articolo 452 del codice penale con la reclusione fino a 12 anni. Giro di vite sulla sanzione per chi diffonde il coronavirus: da 3 a 18 mesi di carcere e ammenda da 500 a 5mila euro.  Per chi è stato sanzionato  in base al Dpcm 11 marzo 2020, per non aver rispettato i divieti, decadono le accuse di reato e la multa da 206 euro si riduce a 200 euro : viene previsto che si applichi la nuova sanzione (400 euro), ridotta della metà. Ora è abbastanza chiaro  che i Governatori potranno introdurre misure più restrittive, ma solo nel perimetro di loro competenza, senza incidere sulle attività produttive. Le misure adottate saranno verificate ogni 15 giorni, fino al 31 luglio 2020, che rappresenta il termine dell’emergenza già individuato a gennaio 2020.  I sindaci non possono adottare, a pena di inefficacia, ordinanze urgenti dirette a fronteggiare l’emergenza in contrasto con le misure statali. Si può limitare la circolazione delle persone, anche prevedendo limitazioni alla possibilità di allontanarsi dalla propria residenza, domicilio o dimora se non per spostamenti individuali limitati nel tempo e nello spazio o motivati da esigenze lavorative, da situazioni di necessità o urgenza, da motivi di salute o da altre specifiche ragioni. Chiusura al pubblico di strade urbane, parchi, aree gioco, ville e giardini pubblici o altri spazi pubblici. Infine il divieto assoluto di allontanarsi dalla propria abitazione o dimora per le persone sottoposte alla misura della quarantena perché risultate positive al virus.

 

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