il Quotidiano di Salerno

direttore: Aldo Bianchini

Un grazie alla sig.ra Ines Di Lelio

Da Giovanna Santucci

Chi trasmette una ricetta vuol rimandare ad un territorio, vuol infondere gioia, creare armonia, proprio come accade a tavola… ed è quello che è accaduto ad Alfredo che ha tramandato di padre in figlio una ricetta che in America, più che in Italia, spopola da piu di un secolo…!

Oggi il cibo è “fotografato”,  il cibo è tendenza e, come tale, diventa il nuovo linguaggio di approccio mediatico per entrare in sintonia con milioni di “Gastronauti “…

Noi la settimana scorsa abbiamo dedicato la nostra attenzione, nonché il nostro articolo, alle “Fettuccine all’Alfredo”, piatto  semplice ma dal gusto così tanto unico e strepitoso da varcare l’oceano…

Con immenso piacere ed in maniera inaspettata, in seguito al nostro articolo, abbiamo ricevuto un grazie ed un contributo scritto dalla Sig.ra Ines Di Lelio, nipote ed attuale proprietaria del famosissimo ristorante “Il Vero Alfredo di Roma” .

Ringraziamo la sig.ra Ines per averci raccontato la storia di suo nonno “Alfredo”e contribuito, con alcuni aneddoti, a renderci partecipi di una bellissima storia che è, come lei sottolinea, prima un successo familiare  e poi successo imprenditoriale..!

Da buongustai quali siamo e da “raccontacibo”, quali ci piace essere, riteniamo che eccellenze come queste vanno preservate e tramandate perchè sono patrimonio nazionale.

L’Italia inoltre è il paese, per eccellenza, della buona tavola e del buon cibo ed è doveroso segnalare persone capaci ed intraprendenti come lo è stato il sig. Alfredo…

L’Italia della mezza porzione, l’Italia dei pranzi della domenica, delle trattorie  senza pretese dove mangiare polpette, spezzatini , uova, mozzarelle in carrozza, maccheroni, spaghetti e fettuccine al doppio burro, come quelle del “VeroAlfredo”, accompagnate da vino sfuso…

L’Italia ha reso la pasta cibo identificativo di un intero Paese, tanto da invadere gli schermi cinematografici fin dagli anni ‘30: gli spaghetti di “Miseria e nobiltà” , il sugo ed i rigatoni  dei “Soliti Ignoti”,anni ‘50,  “ La Grande Abbuffata” del ’70, fino ai giorni nostri…con Il Pranzo è Servito!!

Il cibo, in particolare la pasta, da sempre è stato considerato uno tra i simboli più immediatamente riconoscibili dell’italianità…

Il consumo di cibo ha raccontato di un Italia “povera ma bella”, dei suoi cambiamenti nel tempo e di come il cibo sia diventato anche speranza di una nuova ascesa sociale, passando dalle usanze contadine alle “buone maniere” borghesi  e non solo…!

 

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