Coronavirus: Cirielli di nuovo contagiato, polemiche e misteri … perché ?

Aldo Bianchini

on. dr. Edmondo Cirielli (deputato FdI e questore della Camera)

SALERNO – La necessaria, ma al tempo stesso dolorosa, polemica innescata dall’ On. Edmondo Cirielli (Fratelli d’Italia – Questore della Camera dei Deputati) a me che sono abituato a far pensare il cervello, e non solo per trasferire su carta le diverse dichiarazioni dei protagonisti in campo, è apparsa a dir poco stucchevole, vale a dire di bassissimo profilo sia professionale che relazionale.

Premetto che conosco da molti anni Edmondo Cirielli, non conosco affatto la dott.ssa Patrizia Ardia.

 

Sul primo (Cirielli), in considerazione anche del suo temperamento caratteriale, non ho alcun dubbio sulla sua integrità morale e sul fatto che non avrebbe mai richiesto né accettato un trattamento preferenziale per il fatto di essere “deputato e questore” della Camera; probabilmente ha richiesto con educazione ma con forza e decisione qualche spiegazione in più visto che il “suo caso” era alla seconda presunta evoluzione; dimenticando che quando con i medici, i tecnici e i paramedici “non eroi” esterni un decisionismo marcato vieni subito trattato da pezza da piedi. A dimostrazione del fatto che nonostante i cosiddetti “medici, tecnici e paramedici eroi” il fossato che la categoria degli addetti alla sanità pubblica ha scavato è ancora troppo largo, profondo e lontano dal mondo (variegato, supponente, pretenzioso e spesso maleducato !!) degli utenti che è necessario considerare sempre come la parte più debole del sistema sanitario pubblico-nazionale. Se poi a questo si aggiunge che la maggioranza del personale sanitario non è affatto eroico, se ne può dedurre che la piccola minoranza degli utenti maleducati non può compromettere la maggioranza dei cittadini corretti, rispettosi, educati e per nulla pretenziosi.

 

Sulla seconda (Ardia), non conoscendola, non mi permetto di esprimere alcun giudizio che possa anche minimamente intaccare o mettere in discussione le sue qualità professionali che saranno di sicuro eccellenti. Ma non è questo l’aspetto che è in discussione e che avrei desiderato apparisse su qualche giornale; in ballo c’è molto di più, c’è quel tono quasi repulsivo verso il loro prossimo sofferente che molti appartenenti al pianeta sanità pubblica non lesinano a nessuno. E spesso anche nelle situazioni più drammatiche (e con questo non voglio fare alcun riferimento a quanto accaduto ad una persona di mia conoscenza dal 9 novembre al 22 novembre 2019 nella Stroke Unit annessa al Reparto di Neurologia; storia ampiamente denunciata da questo giornale !!) l’atteggiamento relazionale non risponde ai principi espressamente dettati dal Giuramento di Ippocrate.

 

Azienda Ospedaliera Universitaria San Giovanni di Dio e Ruggi d'Aragona di Salerno, meglio nota come Ruggi.

Il “caso Cirielli”, se possibile ripropone con forza la problematica legata alla sanità ed all’assistenza sanitaria pubblica che con l’avvento del Coronavirus ha avuto, forse, la grande occasione per ricucire gli strappi  sanguinanti con l’utenza che, alla fine, producono gli accadimenti vergognosi relativi alle aggressioni in danno dei medici, tecnici e infermieri che registriamo sempre più spesso.

Sparare ad alzo zero, come ha fatto la dott.ssa Ardia, su un indifendibile e indifeso dr. Cirielli mi appare quindi (ma è una mio convinzione personalissima) come sparare sulla croce rossa; difatti il politico è sempre perdente a prescindere, per quello strano vezzo che contraddistingue la nostra capacità elettorale: prima li votiamo e poi li condanniamo, senza se e senza ma. Insomma anche i politici sono come gli addetti alla sanità, prima corriamo da loro per farci raccomandare e poi, nella massa, li trucidiamo. Per questo dico e ribadisco che la risposta piccata della Ardia (“«L’unica anomalia è che Cirielli e i suoi familiari hanno avuto la possibilità, per più volte, di accedere a un accertamento che molti comuni cittadini non ricevono affatto o non in tempi brevi”» – fonte Il Mattino del 4.5.20) “Lui è un privilegiato” avrebbe aggiunto la Ardia  (sempre la fonte de Il Mattino); il tutto mi appare stucchevole, specioso e qualunquista; nessun atto di coraggio nella sua forte presa di posizione, soltanto la consapevolezza di mettere a nudo una presunta situazione incresciosa ben sapendo che il politico difficilmente potrà controbattere. Oltretutto la controparte non potrà mai verificare se in quella struttura o in quel reparto ospedaliero pubblico mai nessuno sia stato favorito al di là dell’essere un privilegiato.

 

Uno scontro politico in piena regola ? non lo so; di certo c’è che Cirielli è un deputato di FdI e la Ardia è una esponente di spicco della CGIL aziendale del Ruggi.

 

E mi corre l’obbligo anche di aggiungere, per meglio schiarire le idee a tutti, che in moltissime occasioni non sono stato affatto tenero con l’on. Cirielli; e lo aggredirei a maggior ragione in questa occasione se qualcuno mi dimostrasse che nel Ruggi e, soprattutto, nel reparto della Ardia, mai nessuno è stato favorito per l’effettuazione degli esami clinici necessari.

 

Abbiamo già tutti facilmente dimenticato il grave fatto di cronaca accaduto il 5 gennaio 2020 proprio al Ruggi, quando furono aggrediti il medico Antonio Galderisi e l’infermiere Antonio Carotenuto ad opera di un fanatico di Allah.

Alla luce di quei fatti devo, però, constatare che la famiglia dei medici-tecnici-infermieri non ha fatto tesoro del messaggio pregnante, significativo e nobilissimo lanciato dal presidente dell’Ordine dei Medici dott. Giovanni D’Angelo:

 

  • “Questo ennesimo atto di violenza nei luoghi nei quali si svolge l’attività di assistenza  conferma l’estrema urgenza di mettere in atto ogni misura possibile per dare sicurezza in primis al personale, che con dedizione e professionalità si adopera giorno e notte per curare chi ne ha bisogno … Ma al di là della legge sono necessari interventi di tipo divulgativo e comunicativo verso la popolazione, perché si riporti in Sanità il rapporto paziente-personale assistenziale a una corretta e produttiva forma collaborativa e a un giusto livello di tolleranza, che deve contraddistinguere una società civile, nel rispetto dei diritti di entrambi: sanitari e pazienti”.

 

Soltanto dopo aver fatto proprio e osservato questo principio i medici, i tecnici e gli infermieri della sanità pubblica potranno essere inseriti nell’elenco (ancora troppo corto) degli “eroi”.

Il resto è soltanto cronaca spicciola per qualche titolo in più sui giornali.

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