Elezioni 2020: con San Matteo il trionfo di San Vincenzo da Ruvo del Monte … portato a spalle dai fedelissimi paranzieri … non ci resta che festeggiare !!

Aldo Bianchini

San Matteo 2019 - la folla in processione

SALERNO – Siamo ancora nel limbo italico che sempre ci accompagna in momenti di difficoltà e in quelli in cui necessita decidere con sicurezza e con fermezza.

Le elezioni amministrative previste per maggio-giugno in alcune Regioni e in tantissimi Comuni non si terranno per la nota vicenda del coronavirus e, quindi, slittano più in là, nei messi prossimi.

Dopo varie incertezze sembra che una data possibile (non si sa ancora se in election-day o meno) sia quella di domenica 20 settembre con prosieguo fino alle 14.00 di lunedì 21 settembre.

 

Il giornalista Attilio Belli, su Il Corriere del Mezzogiorno del 27 maggio, in merito alla rinascita dopo l’emergenza sanitaria ha scritto: “… per affrontare un impegno così arduo ci vuole una guida sicura che in Campania solo Vincenzo De Luca può tentare di assicurare, impegnandosi a costruire un programma ben calibrato basato su una lettura perspicace della situazione locale e sorretto però dalla difficile, ma indispensabile leale collaborazione istituzionale …”.

Belli ha centrato il problema ed io aggiungo che soltanto con De Luca si potrà passare dalla più classica delle esclamazioni “non ci resta che piangere” a quella più speranzosa del “non ci resta che festeggiare” dopo che lo stesso De Luca avrà inanellato una vittoria che soltanto tre-quattro mesi fa sembrava ai limiti dell’impossibile con i sondaggi che davano Stefano Caldoro avanti di dieci punti.

 

San Matteo 2019 - l'arcivescovo Mons. Andrea Bellandi alla sua prima processione salernitana, lo accompagna il sindaco Enzo Napoli; grande assente il governatore De Luca

E quale migliore occasione poteva capitare al “politicamente fortunato” Vincenzo De Luca che la probabile data delle elezioni regionali: “21 settembre 2020”, il giorno della festa e della gigantesca processione di San Matteo, con tutta la popolazione della città (e non solo !!) pronta ad invadere le strade di tutto il centro storico per osannare il Santo Patrono, e se la cosa non sarà possibile per strada tutti saranno pronti ad invadere balconi, finestre, terrazzi, con  striscioni, bandierine e un mare di coriandoli per festeggiare il Santo.

Ma quale Santo ?

Ovviamente “San Vincenzo da Ruvo del Monte” che precede, in carne ed ossa, le statue della processione: San Gaio, Sant’Ante, San Fortunato, San Giuseppe (la più pesante) e San Matteo (il patrono); naturalmente la statua non ci sarà perché ci sarà lui con la sua presenza scenicamente accentratrice a far sobbalzare i cuoi di migliaia e migliaia di fedeli; sì, perché lui, ben al di là del Patrono, ha i suoi fedelissimi che in fatto di affidabilità superano di gran lunga i tiepidi fedeli di San Matteo.

Lui, De Luca, non sarà mai il Patrono ma è sicuramente il Padrone della città; e la gente lo venera fino al punto di dedicargli non soltanto applausi scroscianti e grida d’incitamento al suo passaggio, ma anche striscioni inneggianti alla sua naturale predisposizione ad essere per la gente molto più di un semplice politico: “Vicienz m’è pate a me” che come significato andò molto oltre la classica rappresentazione filmica di “Miseria e Nobiltà” del grande Totò.

San Matteo di qualche anno fa - l'allora sindaco De Luca dinanzi al palazzo di città, alla sua sinistra con i capelli lunghi "il vikingo" capo della tifoseria della Salernitana

Manca soltanto la certezza della data delle elezioni, poi la festa potrà incominciare già da adesso per arrivare alla “notte di San Vincenzo” tutti in piena forma e pronti ad osannare l’uomo che ha saputo domare anche il virus che tanta paura ha dispensato in ogni ambiente.

 

Come sempre, accadrà anche quest’anno; con la processione De Luca cammina da solo (forse portato a spalle), davanti a tutti per occupare meglio la scena e per mandare in ambasce l’arcivescovo Mons. Andrea Bellandi che sarà alla sua “prima” ufficiale apparizione al seguito del governatore; e poi dinanzi al Duomo a sera inoltrata si aprirà il sipario sul momento cruciale della lunga giornata; De Luca prenderà la parola al cospetto di migliaia e migliaia di persone assiepate ai suoi piedi; un passo indietro il sindaco Enzo Napoli e l’arcivescovo che forse prenderanno la parola per qualche istante; ma la gente vuol sentire solo lui “Il Re Sole”.

Una vignetta del prof. Arnaldo Amabile a sugello della pace stipulata da De Luca con la Chiesa dopo la rivoluzione dei paranzieri (portatori di San Matteo) del 2015. Dopo qualche anno di assenza, quest'anno il governatore ritornerà a prendersi la titolarità della scena

E mi ritorna in mente l’indimenticabile articolo del compianto Luigi Del Pizzo (già giornalista di Telecolore) pubblicato da Cronache in data 4 ottobre 2006 con il titolo “Piazza De Luca … tra delirio e immortalità” che proiettava il lettore al 21 settembre del 2393 (trecento anni dopo l’ascesa al trono del kaimano) direttamente nella suggestiva descrizione della processione di quell’anno, aperta da un discorso di Cosimo De Luca (discendente del potentissimo antenato Vincenzo) con le seguenti parole: “Vincenzo consegnò alla storia il suo nome e quello della sua casata, il suo valore, la sua tenacia, il suo coraggio. Fu il padre del rinascimento salernitano …”.

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