Elezioni 2020: sull’università a Salerno continua la sfida dell’on. Piero De Luca

 

Aldo Bianchini

 

L'on. Piero De Luca durante la conferenza stampa di fine anno 2019 nella sede provinciale del P.D. a Salerno

SALERNO – Quell’idea, di rimettere al centro del dibattito cittadino e provinciale la necessità di riportare al centro della città l’antico sogno dell’università degli studi, l’avevo definita il 6 gennaio 2020 come “La genialata di fine anno di Piero De Luca … una vera Befana per Salerno” in quanto nel corso della conferenza stampa di fine anno 2019, Piero De Luca insieme al sindaco Enzo Napoli, tenutasi nel salone di Via Manzo della sede provinciale del PD, aveva annunciato che “Per il 2020 bisogna riportare una parte dell’Università in città, nella sede del vecchio tribunale; ne ho già parlato con il Rettore”.

Una sfida vera, una specie di schiaffo ai tanti poteri forti accademici, politici, giudiziari e forensi che in quella sordida battaglia per determinare l’area dove doveva sorgere l’Unisa si prodigarono, come vassalli alla corte dello zar De Mita, per allontanare sempre di più dalla sua sede naturale che doveva essere Salerno, ovvero il cuore della city e dell’intera provincia.

Dopo quella secca dichiarazione in tanti si schierarono in maniera scettica dall’altra parte sicuri che un’idea del genere, che era una vera genialata, si sarebbe impantanata di qualche settimana; purtroppo per gli scettici la genialata di fine anno 2019 dell’on. Piero De Luca si fermata soltanto per colpa del Covid-19, per ripartire appena le attività generali hanno ripreso la loro precedente vitalità.

Ed ecco che il deputato del PD ha rilanciato subito la sua idea ed ha già convocato presso il Comune di Salerno, sempre con il sindaco Napoli, tutte la parti in campo assegnando all’Ordine degli Avvocati una sorta di primo consigliere per le decisioni sulle destinazioni future dell’austero Palazzo di Giustizia che troneggia, ormai vuoto tra Corso Vittorio Emanuele e Corso Garibaldi.

Insorgono subito i componenti dell’opposizione al Comune (i soliti ed unici Antonio Cammarota e Roberto Celano) per sapere se l’incontro del sindaco con un deputato del PD è stato di natura politica o non anche istituzionale. In quest’ultimo caso il sindaco Napoli avrebbe dovuto coinvolgere anche gli altri parlamentari del territorio.

Ineccepibile la contestazione dei due consiglieri comunali se non fosse per un semplice cavillo: per loro chi non è eletto nel territorio non dovrebbe avere parola, o almeno dovrebbe concordare con gli esponenti del territorio le sue iniziative.

In primo piano: l'on. Piero De Luca a destra e il sindaco di Salerno Enzo Napoli a sinistra; sullo sfondo partendo da sinistra gli avvocati Americo Montera, Cecchino Cacciatore e Silverio Sica

Un modo tutt’altro che geniale di vedere la politica; la loro visione, purtroppo è legata al passato remoto quando anche per infilare un paletto in un terreno bisognava discuterne con tutta la coorte comunale, provinciale, regionale e nazionale.

Così non si andrebbe da nessuna parte e l’on. Piero De Luca, più lungimirante di tutti gli altri parlamentari del territorio è partito lancia in resta già dal mese di dicembre del 2019; epoca in cui l’opposizione rimase in religioso silenzio pensando che la genialata di De Luca fosse soltanto una boutade di fine anno.

Bisogna, oggi, prendere atto che “nessuno prima di Piero De Luca, neppure il padre governatore, è stato capace di lanciare questa sfida molto difficile, una sfida che porterebbe lo stesso giovane deputato nel limbo di quei pochi grandi personaggi, politici e non, che hanno fatto qualcosa di veramente utile per la nostra città; insomma un modo efficace per passare alla storia di Salerno”.

 

 

 

 

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