27 agosto 1950: Settant’anni senza Cesare Pavese ,uno degli intellettuali italiani più significativi del Novecento.

 

Dr. Pietro Cusati

(giurista-gionlista)

“Finché si avranno passioni non si cesserà di scoprire il mondo.” Il 27 agosto 1950 ,morì a Torino a 42 anni  ,suicida, lo scrittore , poeta  , romanziere e critico letterario  Cesare Pavese , un giorno triste per la cultura italiana. Una vita dedicata ai libri. Un intellettuale volto a difendere l’autonomia della letteratura, da lui concepita come insieme di valori umanistici. Il suicidio lo fece amare dai giovani degli anni ’60-’70 e la critica iniziò a studiarlo subito dopo la morte per la sua umanità imperfetta.    ”Verrà la morte e avrà i tuoi occhi”, è il più popolare dei versi di Cesare Pavese, inquietante, misterioso,  attuale. Vincitore del premio Strega nel mese di giugno del 1950,  con «La bella estate».ll mestiere di vivere  è un diario sotto forma di appunti , i suoi pensieri e le sue sensazioni,iniziato dall’autore mentre era al confine di Brancaleone Calabro e continuato fino alla sua morte costituisce la sua autobiografia. Pubblicato per la prima volta nel 1952 da Einaudi a cura di Massimo MilaItalo CalvinoNatalia Ginzburg, è tra le più importanti opere postume dello scrittore. Dopo la liberazione scrisse il romanzo politico “Il compagno”, nel 1945 lasciò Torino per Roma, dove ebbe l’incarico di potenziare la sede dell’Einaudi nella Capitale.  Pavese noto autore di poesie, romanzi, racconti e saggi, soffriva  di una forma di depressione acuita probabilmente da delusioni personali e amorose. Il forte legame con la terra di origine è rimasto un tratto cruciale della sua personalità e della sua narrazione.  Cesare Pavese, primo intellettuale moderno d’Italia,perseguitato dal fascismo, lavorò in Einaudi dove curò la storica collana Coralli. A distanza di settant’anni, resta l’immensa opera di un impareggiabile spirito letterario.  Una lode  la merita l’editore  Einaudi che ne sta ripubblicando le opere di Cesare Pavese. Aveva soltanto 42 anni, era nato nel 1908. “Non fate troppi pettegolezzi” scrisse sul famoso biglietto d’addio. Si riferiva alle pene d’amore. La luna e i falò è l’ultima opera pubblicata di Cesare Pavese e risale a poco tempo prima della morte. In essa confluiscono i temi tipici dello scrittore e in virtù di questo è considerata il suo testamento spirituale. Nel romanzo si ritrova  la campagna, il tema del ritorno, la guerra civile, l’amore adolescenziale . Crescere vuol dire partire, invecchiare e morire.

 

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