HA VINTO IL SI AL REFERENDUM COSTITUZIONALE:QUALI CORRETTIVI?

 

 

Dr.Piero Cusati

(Giurista – Giornalista)

 

Roma ,22 settembre 2020 .Sono stati scrutinati i voti in tutte le 61.622 sezioni per il referendum costituzionale, il Si’ ottiene 17.168.498 voti pari al 69,64%, mentre il No totalizza 7.484.940, pari al 30,36%.

I votanti sono stati 24.993.020, pari al 53,84% dei 46.418.749 degli aventi diritto. Le schede nulle erano 128.397, le bianche 210.862. Le schede contestate, 323.

La riduzione del numero dei deputati da 630 a 400 e del numero dei senatori da 315 a 200 è stato votato quattro volte: due volte dalla Camera dei Deputati e due volte dal Senato della  Repubblica.   E’ opportuno  ricordare  che, fino alla riforma costituzionale del 1963, il Parlamento Italiano  era meno numeroso: la Camera dei Deputati contava 572 unità in luogo delle 630 unità attuali. Il problema va sottolineato  non è di tipo quantitativo, ma piuttosto qualitativo   ma  la competenza dei Parlamentari dalla quale dipende la qualità delle  buone leggi .                                                                                                                                                                                                                                                       Dalla prossima legislatura i deputati passeranno da 630 a 400 e i senatori da 315 a 200. Scenderanno anche i parlamentari eletti all’estero: i deputati da 12 a 8 e i senatori da 6 a 4. Viene cambiato il numero massimo dei Senatori a vita: potranno essere 5 in tutto e non 5 eleggibili da ogni Presidente della Repubblica. Prima di tutto è necessaria una nuova legge elettorale, abbinata a collegi disegnati ad hoc sul nuovo numero di parlamentari. La nuova legge elettorale, proporzionale o mista che sia, dovrà garantire equilibrio nella rappresentanza e potrebbe essere abbinata ad una modifica costituzionale che elimini la natura “regionale” del Senato. Prima che il Parlamento approvi la legge, il Governo avrà 60 giorni per ridisegnare numero e confini dei collegi, con un decreto legislativo. Importante è la modifica dei regolamenti parlamentari, che disciplinano il lavoro di Camera e Senato. Ora si aprono tre strade possibili : una riduzione del numero dei membri per commissione, una riduzione delle commissioni o uno “sdoppiamento” dei parlamentari in diverse commissioni. Il terzo correttivo necessario è un’ulteriore modifica alla Costituzione per l’elezione del Presidente della Repubblica. La Costituzione prevede tre delegati per ogni Regione, eccetto la Valle d’Aosta, con il taglio, andrebbero diminuiti in due per Regione. Oltre a questi necessari correttivi anche una terza modifica costituzionale che faccia da corredo al taglio,eliminare le distinzioni anagrafiche tra le Camere: 25 anni l’età minima per essere eletti e 18 anni quella per votare, sia alla Camera che al Senato. Nel progetto di  riforma, varata in Parlamento, con una larga maggioranza , non c’è forse tutto, ma c’è molto di quello che serve. I procedimenti legislativi vengono articolati in due modelli principali, a seconda che si tratti di revisione costituzionale o di leggi di attuazione .

La riforma del Titolo V della Costituzione ridefinisce i rapporti fra lo Stato e Regioni nel solco della giurisprudenza costituzionale successiva alla riforma del 2001, con conseguente incremento delle materie di competenza statale. La  riforma pone le premesse per un regionalismo collaborativo più maturo, di cui la Camera delle autonomie territoriali costituirà un tassello essenziale. Con la riforma, peraltro, non viene meno il principio di sussidiarietà e dunque la dimensione di una amministrazione più vicina al cittadino rimarrà uno dei principi ispiratori della Costituzione.
I poteri normativi del governo vengono riequilibrati, con una serie di più stringenti limiti alla decretazione d’urgenza introdotti direttamente nell’articolo 77 della Costituzione, per evitare  l’abuso di decreti leggi . Il sistema delle garanzie viene  potenziato: il rilancio degli istituti di democrazia diretta, con l’iniziativa popolare delle leggi e il referendum abrogativo rafforzati, con l’introduzione di quello propositivo e d’indirizzo per la prima volta in Costituzione.

 

 

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