SALERNO: lo scempio della natura

 

Aldo Bianchini

Albero caduto davanti il Comando della Polizia Municipale di Salerno

SALERNO – La caduta del grosso albero che ha bloccato per ore, in entrata e in uscita, il Comando della Polizia Municipale di Salerno rappresenta la classica goccia che fa traboccare il vaso.

Un vaso pieno di inerzia amministrativa, di assenza di progettualità, di disinteresse palese, di affarismo di bassa lega, e anche di arroganza di tanti dei preposti al funzionamento della macchina comunale messa in piedi, molti anni fa, da De Luca (prima maniera, quello del “quinquennium deluchianum” e che oggi batte la fiacca, e non soltanto perché l’ex sindaco, ora governatore, per ragioni di tempo da dedicare alla città che per forza di cose è ridotto al lumicino.

E’ bello creare il verde, piantare gli alberi, arredare le aiuole, aprire piazzette, inaugurare fontane, eccetera eccetera; il problema è che bisogna poi curare quotidianamente tutte queste cose; soprattutto il verde che in città (fatta salva la Villa Comunale) è davvero tenuto in uno squallore totale. Insomma Salerno è una città che non ha un piano di manutenzione degno di rispetto; tutto è improntato alla giornata e tutto è affidato ad imprese del settore che altro non  fanno se non capire come devono incrementare i guadagni a discapito della corretta manutenzione del verde pubblico e delle migliaia di alberi esistenti verso i quali è stata fatta, negli anni, soltanto la numerazione. Punto.

Mi chiedo, e chiedo loro, cosa fanno i tanti consiglieri comunali che pure attraversano la città quotidianamente; cosa fanno i ben pagati assessori, cosa fa il sindaco e cosa fanno le varie Commissioni che sfornano soltanto migliaia e migliaia gettoni di presenza.

Io abito a Torrione, proprio nel palazzo che più degli altri è stato investito dalla tromba d’aria, e quindi conosco in prima persona la storia di quel gigantesco albero di sughero, spezzato e caduto l’altro giorno, davanti al portone d’ingresso del palazzo citato.

Era l’unico albero di sughero mai pian tato a Salerno; eravamo a metà degli anni ’90 quando il Comune decise di piantarlo proprio lì in un “tombino di cemento” appositamente costruito qualche tempo prima; tutti gli abitanti della zona ci rendemmo subito conto che quell’alberello era destinato a cadere, prima o poi, in quanto all’interno e sotto quel tombino non c’era molto terreno in cui le radici potessero attecchire e radicarsi.

L'albero di sughero, unico di Salerno, caduto a causa della tromba d'aria dopo che per decenni non è mai stato curato.

Due persone, in particolare, incominciarono a prendersi cura di quell’alberello che era destinato a diventare un gigante della natura; Franco Amatucci (compianto ingegnere dell’epoca) e Giuseppe Ientile (funzionario del Comune da poco in pensione), io li assistevo soltanto dal punto di vista comunicazionale. I due ebbero cura addirittura di puntellare l’alberello che incominciava già allora a inclinarsi paurosamente su se stesso. Molteplici furono le chiamate agli uffici competenti del Comune; e con correttezza devo dire che in molti casi il Comune intervenne.

Poi l’albero continuò a crescere e sembrava che quel problema del poco terreno fosse stato definitivamente superato; ma negli ultimi anni in concomitanza con la crescita l’alberò incominciò nuovamente ad inclinarsi; ma il Comune non intervenne più, nonostante le segnalazioni attraverso questo giornale; l’albero andava anche scuoiato ma nessuno ritenne di dover prelevare il prezioso sughero dal suo tronco.

Mi chiedo ancora: “Ma un consigliere comunale che cosa legge nel corso del suo mandato ?”, probabilmente soltanto le chiacchiere e le sciocchezze che non sono connesse alla corretta gestione del bene pubblico.

In questi giorni mi hanno scritto numerosi lettori e tutti hanno manifestato la loro indignazione per quanto accaduto; con la speranza che tutto sia finito.

 

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