Politica: a Sala Consilina si può … rispettando le regole

Aldo Bianchini

Lo striscione-manifesto affisso illegalmente da un gruppo di ragazzi (anonimi al momento dell'affissione) facenti parte dell'associazione "Io posso"

SALA CONSILINA – “Io posso, tu puoi, lui può, noi possiamo, voi potete, loro possono”. Ho declinato il presente indicativo del verbo “potere”, con il pronome in veste di complemento, per meglio spiegare il mio pensiero nei confronti di chi (soggetti singoli e/o associazioni più o meno dichiarate) grida “io posso” pensando di potere solo lui ed anche senza rispettare le regole.

In uno stato liberale come il nostro sicuramente “si può”, ma guai a scavalcare le regole del corretto vivere civile per pensare e credere che è sufficiente essere giovani per gridare “io posso” ovvero che basta essere donne in lotta per la fantomatica parità di genere per gridare ancora più forte “io posso” o, peggio ancora, che quando si è ricchi e potenti si può fare ciò che si vuole ben oltre “io posso”.

Cari giovani e, soprattutto, carissime donne, così come potenti e ricchi, tutti noi possiamo; su questo non c’è e non deve esserci alcun dubbio, siamo in democrazia e per questo tutti hanno diritto a parlare ed a proporre, a scrivere ed a manifestare; ma la democrazia è qualcosa di talmente astratto e sensibile che basta non rispettare le regole per mandarla in frantumi (leggasi semplicemente America).

 

La vicenda che mi accingo a commentare è quella relativa al fatto accaduto a Sala Consilina in seguito all’affissione abusiva di un manifesto, lungo una trentina di metri, riportante una frase del poeta Franco Arminio: “Tornate non dovete fare altro, qui se ne sono andati tutti specialmente chi è rimasto”. Una frase condivisibile ma di sicuro da non prendere come un dogma assoluto soltanto perché scritta da un poeta. Il sindaco ha fatto coprire lo striscione con manifesti bianchi ed avrebbe poi cercato di identificare gli autori del fatto per sottoporli a provvedimento amministrativo con l’irrorazione di una sanzione in quanto lo striscione cartaceo era stato affisso senza il regolare permesso ed in una forma assolutamente anonima. Ne è seguita una bagarre di proteste contro l’amministrazione; proteste che nella parte letamaio dei social hanno trovato subito vasta eco, fino al punto che sulla vicenda è intervenuto addirittura lo scrittore di cui sopra (la pubblicità gratuita e la politica piace a tutti !!).

Premesso che l’azione dei giovani salesi di “Io posso” (che comunque non conosciamo per nomi e cognomi !!) è sacrosantemente giusta, che hanno fatto benissimo a mutuare la frase molto ad effetto del poeta, che farebbero benissimo a rimettere lo striscione come ha suggerito il gruppo politico di opposizione “I Salesi”, stando attentissimi, però, a rispettare le regole. Su questo non ci piove, le regole sono regole e vanno sempre rispettate da tutti; in caso contrario anche le manifestazioni legittime scadono nell’illegalità.

L'amministrazione comunale di Sala Consilina al gran completo mentre festeggia la vittoria elettorale. Peccato che alla bicchierata, giusta - sacrosanta e meritata, non abbia fatto seguito alcun provvedimento reale e concreto in favore dei giovani, e non solo.

Qualcuno ha parlato addirittura di censura; un’accusa ridicola che non sta né in cielo e né in terra; la censura è ben altra cosa; nella fattispecie sono state violate le regole e benissimo ha fatto il sindaco a far coprire lo striscione con manifesti bianchi (perché così si fa per legge) nell’attesa che i ragazzi si facessero identificare e ripresentassero la richiesta al Comune.

Insomma non bisogna confondere le cose e credere che un manifesto è abusivo soltanto quando lo pubblica un politico che ha baipassato l’ufficio affissioni; e per questo ci sono stati centinaia di processi dopo ogni competizione elettorale.

Se il sindaco non avesse fatto coprire lo striscione sarebbe sicuramente incappato in un reato abbastanza concreto.

Altra cosa, invece, è la gestione politica della vicenda ma anche di tutta la storia che riguarda Sala Consilina nella sua interezza; se un sindaco (cito il sindaco per chiamare in causa tutta l’Amministrazione Comunale) non capisce che è in atto un fenomeno di desertificazione giovanile – imprenditoriale – commerciale – professionale e culturale e non riesce a precedere eventuali azioni di garbata, anche se irregolare, contestazione e se, infine, consente ad un poeta-paesologo di intervenire a piè pari sui problemi di una città che il sindaco in primis dovrebbe conoscere per farsene carico, vuol dire che noi siamo messi molto male e che quel sindaco e quella amministrazione non stanno al posto giusto.

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