Il Garante della privacy ha disposto nei confronti di Tik Tok,con sede in Irlanda, il blocco immediato dell’uso dei dati degli utenti per i quali non sia stata accertata con sicurezza l’età anagrafica.

 

Dr. Pietro Cusati (giurista – giornalista)

Roma,23 gennaio 2021. Il Garante per la protezione dei dati personali “ha disposto nei confronti di Tik Tok il blocco immediato dell’uso dei dati degli utenti per i quali non sia stata accertata con sicurezza l’età anagrafica”. Il Garante della Privacy  “ha deciso di intervenire in via d’urgenza a seguito della terribile vicenda della bambina di dieci anni di Palermo”.Il Garante già a dicembre scorso aveva contestato a Tik Tok una serie di violazioni: scarsa attenzione alla tutela dei minori; facilità con la quale è aggirabile il divieto, previsto dalla stessa piattaforma, di iscriversi per i minori sotto i 13 anni; poca trasparenza e chiarezza nelle informazioni rese agli utenti; uso di impostazioni predefinite non rispettose della privacy.In attesa di ricevere il riscontro richiesto con l’atto di contestazione, l’Autorità ha deciso comunque l’ulteriore intervento al fine di assicurare immediata tutela ai minori iscritti al social network presenti in Italia.L’Autorità ha vietato a Tik Tok l’ulteriore trattamento dei dati degli utenti “per i quali non vi sia assoluta certezza dell’età e, conseguentemente, del rispetto delle disposizioni collegate al requisito anagrafico”.Il divieto durerà per il momento fino al 15 febbraio, data entro la quale il Garante si è riservato ulteriori valutazioni.Il provvedimento di blocco verrà portato all’attenzione dell’Autorità irlandese, considerato che recentemente Tik Tok ha comunicato di avere fissato il proprio stabilimento principale in Irlanda.In una  nota  TikTok in merito alla decisione dell’Autorità per la protezione dei dati personali,risponde: ‘’La privacy e la sicurezza sono una priorità assoluta per TikTok e lavoriamo costantemente per rafforzare le nostre policy, i nostri processi e le nostre tecnologie per proteggere tutta la nostra community e i nostri utenti più giovani in particolare”. L’ assurda gara, il folle gioco  si chiama black-out challenge.
“Abbiamo scelto di dire si alla donazione perché nostra figlia avrebbe detto ‘si, fatelo’. Era una bambina generosa. E visto che non potevamo averla più con noi, abbiamo ritenuto giusto aiutare altri bambini”. Così i genitori della bambina deceduta a Palermo. Il loro consenso alla donazione degli organi della figlia salverà quattro bambini in altre regioni d’Italia.Un esempio di grande generosità e solidarietà di due splendidi genitori ,il loro è un  gesto eroico. Un portavoce di TikTok :”abbiamo ricevuto e stiamo analizzando l’informativa del Garante. La privacy e la sicurezza sono una priorità assoluta per TikTok e lavoriamo costantemente per rafforzare le nostre policy, i nostri processi e le nostre tecnologie per proteggere tutta la nostra community e i nostri utenti più giovani in particolare”.TikTok ,dopo la tragedia, ha dichiarato alla stampa  di non avere “riscontrato alcuna evidenza di contenuti che possano avere incoraggiato” alla blackout challenge, ma che avrebbe continuato “a monitorare attentamente la piattaforma come parte del continuo impegno per mantenere la community al sicuro”.Il Garante per la protezione dei dati personali ha disposto subito il blocco immediato per TikTok,in via d’urgenza,”dell’uso dei dati degli utenti per i quali non sia stata accertata con sicurezza l’età anagrafica”. Di fatto per la piattaforma significa l’impossibilità di operare in Italia senza violare il provvedimento del garante stesso per tutti coloro che non abbiano confermato la propria età.Il Garante si è riservato ulteriori valutazioni. Licia Ronzulli, Presidente della commissione parlamentare per l’Infanzia e l’Adolescenza, applaude alla decisione del Garante riguardo TikTok. “Giusta e tempestiva la decisone del Garante per la protezione dei dati personali nei confronti di Tik Tok. La sicurezza dei minori va tutelata a ogni costo e non si può, come accaduto a Palermo, consentire a un social di essere complice di un suicidio”.

 

 

 

 

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