VALLO DI DIANO: IL DOTTOR CARLO CURZIO E LA “DONNA ALBERO”: UNA STORIA VERA CHE SCONVOLSE LA CITTÀ DI NAPOLI DELL’700.

Dr. Michele D’Alessio (giornalista-agronomo)

In questi giorni stiamo assistendo ad una guerra dei vaccini, e la sensazione è che stiamo già perdendo. Pfizer ha tagliato le forniture destinate ai paesi Ue; ha chiesto, e ottenuto, di venderci anche la famosa sesta dose che pensavamo di aver trovato in regalo nelle fiale; Tensione tra Ue e Astrazeneca, ma anche tra Europa e Gran Bretagna, poi c’è Moderna e Big Pharma e tante altre azienda farmaceutica, interessate al grande volume di affare che ne deriva dalla vendita del vaccino del Covid. Nel passato per curare, una malattia, non c’erano tante scelte mediche e chi scopriva un vaccino (Jenner, Pasteur Albert Sabin, Jonas Salk, ecc) spesso lo brevettano senza soldi, anche chi scopriva una cura farmaceutica come ci racconta lo scrittore Prof. Vitantonio Capozzi, come avvenne nel 1700 da un dottore di Polla. “…L’allora sessantenne, Carlo Curzio, nativo di Polla (SA), in un pomeriggio del1752 ricevette una lettera che lo invitava a recarsi urgentemente in sanatorio per un consulto medico che concerneva una caso alquanto strano e anomalo. Insieme a lui venne convocato anche il Principe Aliano Marcantonio Colonna, che era il Governatore dell’Ospedale degli Incurabili. Giunto sul posto il Curzio vide una giovane donna in piedi al centro di una stanza. Si chiamava Patrizia ed era una popolana di diciassette anni, figlia di un calzolaio, che appariva alquanto impaurita e che cominciava a trasformarsi in un albero.

Prof. Vitantonio Capozzi

Fu tale lo stupore del dottore e del principe che non potettero mascherare il disagio di fronte a quanto stava accadendo. Il dottore, appena ripresosi, iniziò un’accurata visita sulla ragazza e, dopo qualche tempo, notò che tutta la pelle che toccava aveva assunto la consistenza del legno. Si accorse che tale trasformazione aveva interessato soltanto la pelle e la lingua, senza intaccare, al momento, gli organi interni. Iniziò quindi a raccogliere più informazioni possibili dai genitori della ragazza, i quali riferirono che la figlia da molto tempo non sudava e che, addirittura, non aveva avuto le mestruazioni.

il Principe di Sansevero, Raimondo di Sangro

Il medico iniziò subito, con meticolosità, a ricercare precedenti casi similari, consultando libri e trattati antichi e moderni, rivolgendosi altresì ai suoi colleghi per avere notizie al riguardo. Risultò tutto inutile. Prese allora la decisione di chiedere altre notizie al Principe di Sansevero Raimondo di Sangro noto per le sue arti oscure ed alchimie, alla sua amante, che era conosciuta come una provetta ricercatrice ventenne, oltreché ad uno scienziato e ad un abate francese. Si rese conto, dopo aver consultato queste autorevoli autorità, che il reale problema della ragazza era l’idratazione, proprio perché i pori di Patrizia erano completamente chiusi, tanto che il suo corpo non riusciva a traspirare. Da qui derivava quella secchezza della pelle da farla apparire come una corteccia d’albero. Col passare del tempo, Patrizia respirava sempre più con grande difficoltà e la lingua appariva sempre più dura e secca fino a farla soffocare. Senza perdere tempo, il Curzio decise di fare immergere la ragazza in acqua dolce, leggermente tiepida, mescolata con qualche bicchiere di latte per dare alla pelle alcune sostanze nutritive. Ma tutto questo fu un grande fallimento perché la pelle non ne assorbì nemmeno una goccia, ma il medico non volle rassegnarsi e decise di provare a reidratarla con del vapore. L’acqua così trattata riuscì a trovare una via per accedere attraverso i pori e, piano piano, giorno dopo giorno, la corteccia iniziò a ritornare pelle umana. Tutti questi sforzi però vennero vanificati con l’arrivo del freddo perché i pori cutanei si richiusero di nuovo.

Patrizia iniziava a diventare di nuovo un albero. Fu a questo punto che il Principe di Sangro dette libero sfogo alle sue conoscenze alchemiche e a Patrizia vennero somministrate delle dosi massicce di mercurio.

Il metallo era anticamente usato dagli alchimisti nella ricerca dell’immortalità: tantissimi sovrani trovarono la morte credendo che un trattamento al mercurio potesse dare loro la vita eterna.

Questo però non fermò il Principe di Sangro. Patrizia subì in poco tempo una violenta intossicazione da mercurio, fu quasi portata alla morte, il metallo, impossibile da assorbire del tutto dal nostro corpo, fuoriuscì forzatamente dai pori della pelle liberandoli definitivamente. Dopo un anno di cure, la giovane donna albero tornò ad avere pelle umana, a parlare e camminare. Grazie alle cure di un medico caparbio e di un alchimista…”

Il dottor Curzio, passerà alla storia come il medico che ha scoperto e curato per la prima volta la “Sclerodermia”: una rarissima malattia che esiste tutt’oggi. Il ricordo del Curzio resta affidato a una lapide marmorea all’ingresso degli Incurabili voluta da Mario Giordano, Stefania Jablonska e Gerald P. Rodnan e murata nel 1981, e in seguito a una placca con cui il suo Comune natio ha dedicato al suo nome il largo antistante alla sua chiesa d’origine.

 

2 thoughts on “VALLO DI DIANO: IL DOTTOR CARLO CURZIO E LA “DONNA ALBERO”: UNA STORIA VERA CHE SCONVOLSE LA CITTÀ DI NAPOLI DELL’700.

  1. i medici Salernitani avevano la fortuna di frequentare la scuola medica di Salerno, che rappresentava una incredibile esperienza per apertura al punto di avere non solo allieve donne ma addirittura insegnanti donne che quindi non erano più relegate al ruolo di semplici levatrici ma potevano accedere agli alti gradi della gerarchia universitaria oltre che a poter esercitare l’arte medica…..

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *