“Porto, fare presto e bene più intesa con gli enti locali”

Aldo Bianchini

On. Avv. Andrea Annunziata - neo presidente dell'Autorità di Sistema Portuale del Mare Tirreno Centrale

SALERNO – Il titolo dell’articolo di oggi non è altro che il titolo con cui il quotidiano “Il Mattino” (edizione del 3 febbraio 2021) ha dedicato un’intera pagina all’intervista rilasciata dal neo presidente dell’Autorità di Sistema Portuale del Mare Tirreno Centrale avv. Andrea Annunziata (già Presidente dell’ex Autorità Portuale di Salerno, già Presidente dell’Autorità di Sistema Portuale della Sicilia Orientale ed esperto di logistica ed economia dei trasporti).

Sessantacinque anni ottimamente portati, originario di San Marzano sul Sarno, Andrea Annunziata ha alle spalle una lunga carriera politica (nel 2001 eletto alla Camera dei Deputati per il PD nel collegio Cava de’ Tirreni, membro della II commissione giustizia dal 21 giugno 2001 al 27 aprile 2006 con il governo Berlusconi e sottosegretario di Stato al Ministero dei Trasporti dal 2006 al 2008 nel governo Prodi); una esperienza che ha messo a disposizione della città di Salerno per otto anni, dal 2008 al 2016 alla presidenza dell’Autorità Portuale locale. Una presidenza che sicuramente ha rilanciato, sulla base del lavoro costruito anche dal suo predecessore avv. Fulvio Bonavitacola (ora vice presidente della Regione Campania), verso vertici inaspettati e men che meno prevedibili a livello nazionale e mondiale.

 

Ma ritorniamo all’intervista rilasciata a Il Mattino il 3 febbraio scorso perché mi ha fornito gli spunti necessari per alcune riflessioni sull’opera che Annunziata si accinge ora a portare avanti per tutta la portualità campana e non soltanto per quella salernitana.

L’intervista è firmata dal noto giornalista Antonino Pane (capo redattore de Il Mattino di Napoli) che è sorrentino di nascita e napoletano di adozione; e la sua napoletanità traspare tutta intera dal contesto dell’ottima intervista.

U na veduta del porto di Napoli

Difatti l’intervista di Pane è incentrata prevalentemente (se non unicamente) su Napoli e sulla sua portualità che negli ultimi anni è stata disastrosa; l’intervista ha spaziato dall’assetto organico del “gruppo dirigente” alla spinta organizzativa per il rilancio di quel grande porto, fino ad arrivare alla sequenzialità dei lavori strutturali da avviare immediatamente se si vorrà salvare il salvabile. Solo marginalmente l’intervista tocca i porti di Castellammare di Stabia e di Salerno, e questo mi ha allarmato non poco.

 

Come giustamente ha fatto Pane per la sua napoletanità, prendo anche io in mano la mia “salernitanità” e lancio il primo allarme all’attenzione del presidente Annunziata: facciamo tutti in modo che la napolicentricità non ritorni ad essere un danno per gli altri due porti campani, in primo luogo per Salerno che dal punto di vista commerciale e turistico era assurto a livelli invidiabili e invidiati finanche dagli esperti di Fort Lauderadale (Florida); anche perche Castellammare, se vogliamo, con la sua intoccabile cantieristica si mantiene e si proietta nel futuro quasi da sola.

Per Salerno il discorso è molto diverso; dal 2017 in poi gli eredi di Annunziata (Messineo e Spirito) hanno fortemente trascurato la portualità salernitana per concentrarsi solo su quella napoletano; anche gli uffici amministrativi e tecnici che Annunziata aveva allestito in maniera ai limiti della perfetta funzionalità furono subito smantellati e ridotti a semplici stanzette passacarte.

Ora il neo presidente Annunziata corre il rischio di ritrovarsi a lavorare, fianco a fianco, con lo stesso Francesco Messineo che qualcuno, astutamente, ha voluto riconfermare nella carica di segretario generale senza aspettare l’arrivo del nuovo presidente

Non dico che sia stata una trappola, sicuramente una difficoltà in più per l’inizio dell’importante mandato; ma Annunziata, come da sua consolidata abitudine, ha risposto per le rime al giornalista che lo stuzzicava su questo argomento: “Non posso entrare in queste valutazioni. Devo prima rendermi conto della situazione. Il segretario generale deve avere la piena fiducia del presidente, questo è certo. Ogni decisione, comunque, sarà presa appena saremo operativi”; come dire <se fa quello che dico io bene, altrimenti …>.

La vera difficoltà, comunque, sta non soltanto nella scelta dei collaboratori (cosa questa abbastanza agevole per Annunziata, vista la sua enorme esperienza) ma principalmente nella progettualità che si intenderà dare ai tre porti, tenendo sempre ben presente ad ogni scatto in avanti di Napoli corrisponderà uno scatto indietro di Salerno e Castellammare; ma è anche corretto, però, che a Napoli sia ridata la sua antica e giusta centralità per imporsi nel Mediterraneo come uno dei porti più importanti e ritornare, così, ai valori che gli vengono attribuiti dalla storia del “mare nostrum”.

Proprio oggi, 7 febbraio 2021, il presidente Andrea Annunziata festeggia meritatamente i suoi 65 anni di età; augurissimi, con la speranza che alla grande esperienza sappia accoppiare la saggezza della matura età per risolvere i grandi problemi che affliggono l’intera portualità campana.

Il compito non sarà facile, ma la capacità del neo presidente non è da meno.

 

 

 

 

One thought on ““Porto, fare presto e bene più intesa con gli enti locali”

  1. Da quanto ho potuto percepire dal resoconto della qui menzionata intervista al dr. Annunziata, pur senza averla potuto leggere nella sua interezza, non mi sentirei di condividere il giudizio espresso (diplomaticamente??) dal dr. Bianchini sul “noto giornalista” Antonino Pane per la sua “ottima intervista”.
    L’avv. Annunziata non è più il Presidente della ex Autorità Portuale di Salerno e tantomeno di quelle di Napoli o di Castellammare, ma si accinge a guidare l’Autorità di Sistema Portuale del Mare Tirreno Centrale, che include una estensione ben oltre quella della città partenopea.
    Pur dando piena riconoscibilità al ruolo e alla prevalenza territoriale e funzionale che il porto di Napoli esercita in tale ambito, un campanilistico sciovinismo, che non cessasse di focalizzare le proprie attenzione esclusivamente (o quasi) su tale struttura portuale, dimostrerebbe comunque di muoversi solo con una visione troppo localistica, perdendo di vista l’ambito e le funzioni più generalizzate attribuite ora alla nuova distribuzione sul territorio dei porti campani, e non solo per la loro proiezione verso il mare, ma anche, se non di più, per come si interfacciano con le aree retrostanti e con le relative infrastrutture di collegamento stradali e ferroviarie.
    Se, come sembra, alla evidente, riaffiorante “napolenosità” si tenderà a contrapporre una combattiva “salernitanità” magari sostenuta anche da una nascente “castellammarità”, allora temo che i porti in questione correranno il rischio di vedersi appioppato il marchio di polli, più o meno pasciuti, ma sempre polli “renziani” di manzoniana memoria (con relativo modo di comportarsi).
    Una volta scongiurato quindi tale pericolo e fermo restando che nulla va tolto al porto di Napoli, per l’indiscussa importanza delle sue proiezioni mondiali legate a turismo, commerci e fama della città, sarebbe un errore e forse una debolezza se il nuovo Presidente dell’Autorità di Sistema consentisse una posizione ancillare e subalterna per Salerno e Castellammare di Stabia, quasi una situazione di “tirare a campare”.
    Ricordo che ai tempi delle discussioni per “l’accorpamento” dei porti campani proprio questa evenienza veniva decisamente rigettata e si profetizzavano sinergie che avrebbero determinato sicure crescite per tutti i porti e non una riduzione allo stato anemico per qualcuno di essi.
    Questa importante e decisiva premessa deve essere confermata.
    La massima attenzione quindi e il più proficuo impegno devono essere dedicati a coprire disfunzioni funzionali e carenze infrastrutturali e, specie per queste ultime, implementare il settore della multimodalità dei trasporti e quello dell’interconnessione con le piastre logistiche territoriali.
    Il porto di Salerno continua purtroppo a non brillare sotto questo aspetto e ogni giorno perso potrebbe determinare e/o consolidarne la permanenza in uno stato di parziale precarietà.
    Negli auguri formulati al dr. Annunziata includerei quindi che trovi anche forza di volontà, determinazione, mezzi e sostentamenti ai dovuti livelli per scongiurare quanto sopra.

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