DRAGHI: quando le donne contestano il P.D. … ma i ministri non li doveva scegliere Draghi ?

Aldo Bianchini

La cerimonia di giuramento del governo Draghi/1

SALERNO – Ne facesse almeno una buona quel povero cristo di Nicola Zingaretti (segretario nazionale del Partito Democratico); non ne azzecca nemmeno una, ma continua a fare il segretario nazionale di uno dei due-tre partiti ben strutturati organizzativamente, anzi l’ultima cavolata messa a segno in queste ore è tanto clamorosa quanto, a dir poco, antifemminista e sessista.

Questa è una terminologia che non mi piace, lo dico subito, ma è quella che le donne usano sempre contro gli uomini che non si piegano ai loro voleri e che, purtroppo, in questa occasione si sono ben guardate dell’utilizzare.

Ma anche le donne si piegano di fronte al potere costituito ?

All’esito di una attenta analisi l’unica risposta è “SI”; beate loro che appena arrivate ai posti di prestigio già si sono perse nei meandri di quegli strani e occulti corridoi del potere per il potere.

E Zingaretti, perduto nel mare delle polemiche, ha aggiunto altre fiamme sul fuoco divampanti delle contestazioni che vengono molto di più dall’esterno delle candidate ai ministeri che dalle stesse presunte candidate (tra le altre leggasi Serracchiani e De Micheli), scricchiola ancora, ma non molla; tanto nessuna delle donne lo ha accusato di antifemminismo o di sessismo.

Cosa è accaduto ? Il PD non ha schierato neppure una donna sulle tre poltrone ministeriali assegnate a Lorenzo Guerini (difesa), Andrea Orlando (lavoro) e l’eterno Dario Franceschini (cultura).

Forza Italia ha dato, questa volta, una lezione a tutti: su tre ministri due sono donne (Maria Stella Gelmini e Mara Carfagna); anche la tanto vituperata Lega ha schierato una donna (Erika Stefani) sui tre ministeri conquistati. Un po’ meno ha fatto il Mov.5 vStelle che su quattro ministri ha imposto soltanto una donna (Fabiana Dadone alle politiche giovanili).

Sulla sciagura, come dicevo, Nicola Zingaretti ha aggiunto anche il suo quando ha dichiarato che avrebbe recuperato i posti per le donne con i sottosegretari tutti in rosa.

On. Debora Serracchiani - PD

Apriti cielo; le donne del PD sono insorte contro il presunto capo; e la più furiosa di tutte, Debora Serracchiani, ha espressamente e molto giustamente detto: “La parità di genere è tale soltanto se applicata sia agli uomini che alle donne, quindi se ci sono più uomini meritevoli è giusto scegliere loro; qui nessuno vuole regalini di San Valentino”. Brava, bravissima; veramente da sostenere in tutte le sedi la considerazione forte dell’aspirante ministra.

 

Vedremo come andrà a finire; nel frattempo la domanda che corre veloce è la seguente: “Ma i ministri non doveva sceglierli il presidente incaricato ?”.

Ebbene sia l’errore iniziale del PD che la successiva gaffe di Zingaretti (tutte donne sottosegretarie) fa ben pensare e credere che la favoletta narrata in tutte le salse circa la scelta che sarebbe toccata solo a Draghi era un falso clamoroso.

Ecco perché nessuno ha contestato al presidente Draghi una scelta apparentemente scellerata.

E allora ?, niente; dobbiamo prendere atto che anche con l’arrivo di Draghi non è cambiato niente.

 

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