il Quotidiano di Salerno

direttore: Aldo Bianchini

I CICLOFATTORINI (i rider)VENGONO TRATTATI DA LAVORATORI AUTONOMI,INVECE GIURIDICAMENTE SONO LAVORATORI SUBORDINATI.

Dr. Pietro Cusati (giurista-giornalista)

 

Non è più il tempo di dire sono schiavi ma è il tempo di dire che sono cittadini“. l’inchiesta sui ciclofattorini, un lavoro di indagine fatto in silenzio,a seguito di infortuni per incidenti stradali e violazioni di norme sulla salute e sulla sicurezza del lavoro..Quando si dice il potere di supplenza della magistratura, parte dalla Procura di Milano ,la necessità di un “approccio giuridico” , un’indagine “fiscale” su Uber Eats, filiale italiana del colosso americano , in amministrazione giudiziaria per caporalato sui rider,ragazzi e padri di famiglia per sopravvivere, “per verificare se sia configurabile una stabile organizzazione occulta” dal punto di vista fiscale. Lo ha annunciato il Procuratore di Milano Francesco Greco nel corso di una conferenza stampa  a tutela dei ciclofattorini .I rider  in questo periodo di lockdown svolgono “una funzione fondamentale” perchè consegnano a casa dei cittadini il cibo e hanno permesso a “molte imprese di non chiudere”. Un esercito di circa 60mila lavoratori autonomi e occasionali . Il compenso è legato a quante consegne si fanno, per rincorrere dei compensi si corre per strada in motorino o in bicicletta, i mezzi non sono del datore di lavoro ma personali e questi lavoratori sono considerati autonomi e non lavoratori subordinati?In Italia i rider hanno un permesso di soggiorno regolare ma “hanno un trattamento di lavoro che nega loro un futuro”,cioè non possono  costruirsi una carriera adeguata,lavoratori “esposti a rischi”,molti sono collaboratori autonomi occasionali che non versano contributi perché questa forma contrattuale è esente da contributi fino a 5mila euro. Questa assenza di contributi porta anche a un’assenza di tutele, dalla malattia alla maternità per le tante donne che fanno le rider. Le partite Iva si pagano i contributi e le tutele, non le hanno dall’azienda. “Le conclusioni a cui siamo arrivati è che si tratta di un rapporto di lavoro subordinato“, ha spiegato il Procuratore di Milano Francesco Greco durante la conferenza stampa convocata per fare il punto sulle indagini a tutela dei ciclofattorini che dal capoluogo Lombardo si sono estese in tutta Italia, con la collaborazione di InailInps, si è estesa con un monitoraggio per fotografare, attraverso la voce dei lavoratori, le modalità di svolgimento del servizio, i rapporti di lavoro e le forme di tutela garantite, sotto il profilo della sicurezza su strada, ma anche sanitaria. “Sono sorvegliati da intelligenza artificiale,non c’è più un capo reparto come una volta. I rider vengono guidati, sorvegliati, valutati attraverso l’intelligenza artificiale, da un programma informatico”, ha spiegato il Procuratore Greco nella conferenza stampa  sui “ciclo fattorini.”  Il Procuratore Greco  ha citato il film di Ken LoachSorry we missed you, che propone uno spaccato del lavoro precario dei fattorini su due ruote. “Ci troviamo davanti a un sistema di organizzazione aziendale che funziona attraverso un intelligenza artificiale, l’ algoritmo che assegna i turni ‘’.In base alla legge vigente in materia se i fattorini sono inquadrati come lavoratori autonomi non hanno diritto alle coperture previdenziali, alla malattia, alle ferie,all’indennità di disoccupazione, ai i congedi e al Tfr e come autonomi non possono comunque essere pagati “in misura prevalente” in base alle consegne effettuate. Sono “circa 60mila” i rider in tutta Italia che dovrebbero essere inquadrati come “lavoratori coordinati e continuativi” e  non possono  essere  pagati per ogni singola consegna e necessitano delle tutele del lavoro subordinato. Inoltre  vi è da tener presente che i rider non sempre hanno mezzi adeguati e rischiano spesso  quando piove per l’usura delle gomme.

“La cosa che mi ha colpito ,ha sottolineato il Procuratore Greco. è che la maggior parte di questi rider controllati sono tutti risultati con permesso di soggiorno e in maniera regolare in Italia. Non è un approccio morale al tema, ma giuridico che è necessario. Non è più il tempo di dire sono schiavi, è il tempo di dire che sono cittadini che hanno bisogno di una tutela giuridica”.

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