il Quotidiano di Salerno

direttore: Aldo Bianchini

Vallo di Diano – Cilento: tutti pazzi per l’alta velocità

Aldo Bianchini

Freccia Rossa, il treno dei sogni che, forse entro la fine di questo secolo, sfreccerà nella piana del Vallo di Diano

SALERNO – Ne ho viste tante e di tutti i colori, tanto da non meravigliarmi più di niente. Neppure dell’impazzimento generale (almeno di tutti gli Enti Locali, delle ProLoco, delle Associazioni di Categoria e delle libere Associazioni) del  Vallo di Diano e del Cilento; tutti impazziti intorno a quel progetto, per ora soltanto frutto della fertile iniziativa dell’amministratrice delegata delle R.F.I. (Rete Ferroviaria Italiana) “Vera Fiorani”, che allo “stato di massima” ridisegna l’alta velocità ferroviaria nel mezzogiorno e nel sud dell’Italia. Quasi come a dire che il progetto è in Parlamento, ne riparleremo fra una cinquantina di anni.

Perché, amici lettori, sono già passati trentasei anni da quando, nel 1985, il Consiglio di Amministrazione delle FF.SS. (componente Gaspare Russo – già presidente della Regione Campania) varò l’idea della linea ad “alta velocità” che da Milano doveva giungere a Reggio Calabria. Quella linea però, dopo anni di guerre giudiziarie, di arresti e di rinvii, è stata si realizzata ma da Milano fino ad Afragola (il regno del cosiddetto “barbiere di Afragola”, Antonio Bassolino).

Su questa revisione dell’antica idea progettuale rilanciata dal “duo in rosa” di RFI (Anna Masutti, presidente – Vera Fiorani, amm. delegata), ripeto, si stanno già scontrando tutti gli esponenti pubblici del Cilento e del Vallo di Diano in una riproposizione notoriamente storica della brutale contrapposizione tra Vallo della Lucania (per il Cilento) e Sala Consilina (per il Vallo di Diano), con una certa voglia di rivalsa e di rivincita del Vallo di Diano contro il Cilento; reo, quest’ultimo, di aver usurpato tutto quello che era possibile al Valdiano vittima inconsapevole della inerzia di una classe politica locale che dopo i bagliori dell’epoca Quaranta-Ritorto-Pica-Conte ha dormito sonni tranquilli per oltre trent’anni.

Il duo in rosa ha, addirittura, annunciato che il progetto sarà realizzato entro il 2026, come se tutti noi avessimo l’anello al naso. Nella realtà siamo ancora al punto di far capire a tutti (e la cosa sembra molto difficile) che l’alta velocità si ferma ad Afragola e che neppure Napoli e Salerno ce l’hanno; ma questo non lo capisce neppure il sindaco di Salerno che parla di centralità salernitana, figurarsi se possono capirlo le varie figure istituzionali territoriali, ivi comprese le tante Pro Loco e le tantissime Associazioni (sulla cui necessaria utilità di queste ultime dovrebbe aprirsi un dibattito serio !!) disseminate sul territorio dell’intera provincia di Salerno.

 

Dr. Stefano Antonello Aumenta, presidente Pro Loco di Sassano

Ma su tutto questo  avrò tempo e modo di ritornare con altre considerazioni; al momento è utile ribadire ancora una volta che soltanto il presidente della Pro Loco di Sassano sembra aver capito che l’alta velocità si ferma ad Afragola e, soprattutto, sembra aver capito le cose principali che la gente del Vallo aspetta; tanto è vero che le ha racchiuse in un articolo a sua firma (pubblicato da questo giornale) dal titolo “Sognare ad occhi aperti” nel cui contesto ha elencato i progetti sui quali l’attenzione politica dovrebbe accendersi: “Demografico, Patrimonio, Commercio,  Produzione, Turismo, ecc.” senza trascurare “una strada a scorrimento veloce per unire il Vallo al Cilento”. Assolutamente condivisibile la mobilitazione di molte Pro Loco e la proposta pubblica del dr. Stefano Antonello Aumenta che, però, almeno dal mio punto di vista, si sta perdendo nel vano inseguimento di quello che per ora è soltanto “un sogno progettuale” simile a quello del “Ponte sullo stretto” che fin dal primo momento ha visto una vera e propria guerra per appuntarsi le medaglie sul petto, anche se il ponte è ancora un sogno pur essendo approdato a progettazioni esecutive.

 

Dr. Vittorio Esposito, sindaco di Sanza

Quando si parla di alta velocità nessuno deve dimenticare che, grazie ai padri politici, il Vallo di Diano è attraversato dall’autostrada (cosa che non ha il Cilento) con ben quattro svincoli che, comunque, non hanno portato sviluppo economico ed occupazionale. Anche questo ha ricordato a tutti, tra le altre cose, l’unico politico valdianese che sembra aver ereditato i cromosomi giusti dai politici del passato, sia per rigida appartenenza di partito che per idee progettuali concrete; alludo al dr. Vittorio Esposito (sindaco di Sanza) che nella riunione dei sindaci del Vallo (sarebbe ambizioso chiamarla “conferenza”) tenutasi martedì 23 febbraio 2021 ha con autorevolezza stigmatizzato che sicuramente non è questo il momento di spaccature con l’altro versante del Cervati, piuttosto dimostrare unità di intenti nella ricerca di tutte le altre soluzioni di sviluppo per non incartarsi su quello che sembra una manna dal cielo ma che è e rimane, comunque, un progetto di là da venire, se arriva, dell’alta velocità. Esposito anche in questa occasione sta dimostrando di aver acquisito tutti i titoli per essere considerato l’unico vero leader politico del Vallo, capace di avere potere contrattuale con la Provincia, la città capoluogo e la Regione Campania.

 

Dr. Pietro Cusati (segretario Associazione Giornalisti Amici del Vallo di Diano)

Fortunatamente anche tra i giornalisti (che spesso fanno voli pindarici) esiste chi, senza correre eccessivamente con la fantasia, riesce a mantenere i piedi per terra come il dr. Pietro Cusati (segretario dell’Associazione Giornalisti Amici del Vallo di Diano) che in merito all’alta velocità, senza farsi prendere dai voli pindarici, ha testualmente scritto: “L’Alta Velocità  è  un progetto molto importante per il SUD … Secondo me è fondamentale una fermata nel Vallo di Diano per un collegamento con la Val D’Agri e zone limitrofe. Il Vallo di Diano è stato ingiustamente isolato per troppo tempo senza la ferrovia ed è stato scippato di servizi essenziali ,soppressione del Tribunale, chiusura del Carcere, sono stati depotenziati molti servizi sanitari essenziali e di tanti altri importanti uffici di pubblica utilità”.

Alla prossima.

 

1 Commento

  1. Gli antichi romani che di infrastrutture erano maestri, quando decisero di edificare un asse viario di collegamento tra la seconda citta’ dell’impero ovvero Capua e la citta’ di Reggio Calabria e quindi la Sicilia, la meglio nota via Capua – Regium (Via ab Regio ad Capuam), conosciuta anche come Via Popilia o Via Annia o Via Popilia Lenate, optarono per il tragitto piu’ agevole, meno dispendioso per le casse dell’erario e piu’ veloce. E per costruire tale opera, che tenesse conto di questi 3 fondamentali fattori, optarono per il passaggio nel Vallo di Diano che risulta essere logicamente il percorso piu’ naturale e comodo per collegare il nord con il sud del Paese.

    Il giornalista autore dell’articolo ha dunque affermato un’amenita’ sostenendo che la Sa-RC sia stata costruita grazie ai politici del territorio: i progettisti non hanno fatto altro che ricalcare saggiamente cio’ che i romani avevano gia’ compiuto 20 secoli prima, costruendo una strada nel modo piu’ ovvio e meno dispendioso possibile. Adesso non mi spiego i motivi delle polemiche alimentate da qualche boiardo di paese cilentano, ed il perché RFI non dovrebbe costruire un collegamento su ferro tra Salerno e Reggio C., adottando gli stessi metodi e finalita’.

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