TRIBUNALE: qual è il vero destino degli spazi dell’ex palazzo di giustizia

Aldo Bianchini

L'ex palazzo di giustizia di Salerno

SALERNO – Per la futura destinazione degli spazi giudiziari lasciati vacanti dal trasferimento degli uffici nella “nuova cittadella giudiziaria” è accaduto come accade sempre per tutte le grandi questioni sulle quali è chiamata la politica a decidere. Nei primi giorni e nelle prime settimane c’è una corsa affannosa per arrivare primi a dire la propria, e poi tutto finisce lentamente nel dimenticatoio; salvo a riaccendersi alla prima occasione buona.

 

Il palazzo Donzelli-Cavaccini (dal nome dei suoi architetti) fu edificato nel 1934, in pieno ventennio fascista, su una vasta area tra Corso Garibaldi e Corso Vittorio Emanuele nel centro della città. Il palazzo risente chiaramente, nella propria architettura in stile fascista, di quella “romanità” e della conseguente ideologia imperiale che prevedeva scenografie esterne ed interne di grande impatto visivo, molto presenti anche negli austeri arredi dell’epoca.

Stessa cosa dicasi per “palazzo Guerra” dove ha sede il Comune di Salerno, palazzo che fu costruito e inaugurato più o meno nello stesso periodo temporale di quello del tribunale; l’ottica urbanistica dell’epoca era quella di dare maestosità e presenza visiva molto forte alle opere strutturali che caratterizzarono tutte le città, capoluoghi di provincia, di quell’epoca.

 

Dal momento dell’inizio del trasferimento degli uffici giudiziari nella “cittadella” di Via Dalmazia e fino agli inizi del 2020, prima della pandemia, c’è stato un silenzio assoluto da parte di tutti sulla futura destinazione degli enormi spazi resi disponibile in seguito al trasferimento sopra indicato.

 

Dic. 2019 - riunione presso la sede provinciale del PD per conferenza stampa dell'on. Piero De Luca

Il primo, in assoluto, a riprendere in mano il discorso della destinazione degli spazi è stato, senza ombra di dubbio, l’on. Piero De Luca (P.D.) quando nel corso di una conferenza stampa convocata ad hoc nella sede provinciale del Partito Democratico (in Via Manzo) ha lanciato l’idea di riportare nel centro della città una parte, rappresentativa, dell’università di Salerno/Fisciano. Un’idea che, per quanto mi riguarda, resta al momento la migliore e la più fattibile sul campo.

Da quel giorno si è scatenata una vera e propria corsa a chi la proponesse prima e meglio degli altri, con tutte le soluzioni possibili e immaginabili.

 

E che dire di una proposta suggeritami da un ex dirigente del Comune di Salerno (dr. Giuseppe Ientile) che in fatto di conoscenza del territorio e degli spazi esistenti non è secondo a nessuno.

Provo a spiegarla.

Nell’ex Tribunale trasferire tutti gli uffici del Prefetto, oggi siti nel “palazzo Amendola” (dal nome del suo progettista) ovvero del “palazzo del littorio” (così come volle chiamarlo il regime fascista), nel palazzo dell’ex tribunale (palazzo Donzelli-Cavaccini) dove troverebbe ampia disponibilità anche l’alloggio del governo (in cui vanno i capi di stato e di governo). Ed a Prefettura svuotata richiamare in essa tutti gli uffici distaccati della stessa Questura per i quali si pagano somme ingenti di fitti mensili. Oltretutto, così facendo, si darebbe o si restituirebbe agli uffici del Prefetto, attraverso il palazzo dell’ex tribunale, anche quella giusta autorevolezza nell’immagine verso l’esterno che da tempo andava perdendo sia per esiguità di spazi che di sale e attrezzature tecnologiche di rappresentanza; e la Questura usufruendo di tutto il palazzo potrebbe riorganizzare tutti i suoi servizi per renderli eccellenti e metterli a disposizione della cittadinanza tutta.

 

Il dibattito continuerà; bisogna soltanto sperare che produca buoni frutti piuttosto che chiacchiericci da bar sport.

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