il Quotidiano di Salerno

direttore: Aldo Bianchini

IL PENSIERO SPONTANEO DEL POETA-SCRITTORE E GENTILUOMO, IL PROF. MARIO SALVATORE SENATORE SUL MONDO ‘’PARTICOLARE’’ DELLA SCUOLA ITALIANA AL TEMPO DEL CORONAVIRUS.

 

 

Dr. Pietro Cusati (giurista-giornalista)

 

Prof. Mario Salvatore Senatore (docente - giornalista - poeta e scrittore)

Padula (SA) 9 aprile 2021 Mario Salvatore Senatore dotato di una straordinaria sensibilità e acume, lo speleologo dell’anima, è l’orgoglio del Vallo di Diano,un’icona per i Padulesi ,Montesanesi,Sassanesi e non solo, anche  degli altri paesi ,un poeta che ha raggiunto meritatamente la notorietà nazionale ed oltre , nella sua spontaneità e lontano da ogni “sudditanza”  da uomo di Scuola affronta la guerra del coronavirus ‘’ nella sua spietata illogicità ,la guerra è guerra e la vince chi riesce, in tutte le maniere, ad annientare il nemico. I Governanti dovevano  intervenire concretamente non solo con le restrizioni ma  più drasticamente nei controlli e  nelle misure di prevenzione che sono  le sole più valide ed affidabili  per non fare espandere il virus e le varianti. Il coronavirus è il nemico da debellare tempestivamente (e, fin dal suo subdolo apparire, era da tenere ben circoscritto ed isolato) e ciò lo si può e deve fare senza se e senza ma… A costo di perdere poltrone , potere e soldi… Come succede nelle guerre di sempre…Purtroppo abbiamo pagato “prezzi” altissimi sul piano della perduta serenità, di morti, di spesa, di mancata produzione, di rapporti interni ed esterni, eccetera,eccetera. Caro Mario,anzi Carissimo Super Mario che Dio ce la mandi buona… Nella vita si rimedia a tutto tranne alla morte…E a proposito della sorella  morte  come la definiva  San Francesco  purtroppo  nei giorni scorsi è venuto a mancare, allo Scalo di Montesano, poco lontano dalla tua casa nativa, un tuo caro amico Elia D’Aguanno, nel cui ricordo hai scritto parole toccanti e commoventi,una  persona educata, ottimista che hai  tanto stimato come Uomo e come  amico, un gran lavoratore, serio,onesto, scrupoloso e riflessivo. ‘’Valori, non erano termini simili a inconsistenti fiocchi di polline fluttuanti nell’aria senza peso né vita… Erano macigni che demolivano e costruivano… (e le Sue realizzazioni – dalla Famiglia a tutto il resto – ne danno riscontro).Quando mi capitava di parlare con Lui, Lo ascoltavo e mi “caricavo” di saggezza pratica. La Sua espressione sorridente, con gli occhi leggermente socchiusi, che davano leggerezza a discorsi anche pesanti, infondeva serenità e – immancabilmente – si conquistava stima e amicizia’’.Insomma, Elia D’Aguanno non ha sprecato la Sua vita! Egli ha onorato il genere umano irrobustendo e testimoniando un complesso di valori – dignità, lavoro, famiglia, comunità…- E’ risaputo che laddove un uomo vive, lavora, ama, soffre… là una parte di sé rimane… Elia ha lasciato una serie lunghissima di cose belle, che noi custodiremo nel cuore nel prosieguo del cammino di vita.’’

Una  profonda riflessione  sulla Scuola  del poeta della vita il Prof. Mario Salvatore Senatore (e uomo di Scuola a vita),’’in un mondo – ove nebbia untuosa sembra avvolgere ogni cosa – sprazzi di sole che donano speranza e tepore.’’

LA SCUOLA AL TEMPO DEL CORONAVIRUS:

‘’Servono competenza, lungimiranza, saggezza… (e coraggio)

La scuola è una delle componenti più importanti della vita di un Paese, ma non è certamente quella che ne determina l’esistenza. In questi tempi di subdola guerra universale con un nemico invisibile e spietato: il “Covid 19”, che aggredisce senza pietà tutti coloro (bambini, adolescenti, giovani, adulti, anziani, vecchi) che gli vengono a tiro al di là dei nostri desideri e miopi calcoli, il rinvio dell’apertura delle scuole ci appare (o ce la si vuole far sembrare) UNA TRAGEDIA D’IMMENSA PORTATA, mettendo a tacere buonsenso, lungimiranza, responsabilità.

Certamente la sospensione temporanea delle attività didattiche costituisce una perdita di istruzione, preparazione professionale, crescita globale, ma a fronte di tanto ci sarebbe la massima certezza di vita possibile del popolo del mondo della scuola (bambini, ragazzi, personale docente, amministrativi, ausiliari, dirigenti, autisti, fornitori e prestatori d’opera, ecc.) perché non “costretti” a diventare – nella realtà – obiettivi esposti (senza protezioni reali – opportune ed indispensabili – ) al virus e, nello stesso tempo, veicoli d’infezione reciproca.Il mondo della Scuola è particolare!

Esso è come un mare in movimento… Si può fermarlo per nostro desiderio e convenienza (magari con belle parole di circostanza e illusorie)?

Gli studenti e gli scolari sono diversi milioni in Italia (senza contare tutto il personale che supera il milione di unità) e, se ci mettiamo i genitori dei bambini della Scuola primaria e dell’infanzia, si può immaginare un totale non troppo lontano dai dieci milioni di persone, che si spostano e si assembrano -nelle stesse ore- per le strade, nei mezzi di trasporto pubblico, davanti agli edifici scolastici. Con tutta la buona volontà di tutti, questa è LA REALTA’! Il resto sono solo parole, che possono avere anche un senso rispettabile, condivisibile… ma nella realtà di tutti i giorni restano illusioni che creano a breve e lungo termine solo guasti ben superiori e irreparabili a quelli, pur spiegabilmente veri, della perdita temporanea di istruzione scolastica di tipo diretto e frontale.I ragazzi non sufficientemente preparati vengono respinti e devono ripetere l’anno scolastico senza avanzamento di classe. La cosa non è piacevole ma ciò non è una tragedia irreparabile: quei ragazzi restano vivi e non costituiranno fonte di rischi di morte propria o di altre persone con le quali vengono a contatto; essi non sono causa di grandi ansie, paure, di disagi economici, problemi sociali.

C’è un vecchio detto popolare (che racchiude in sé un’immensa saggezza) che recita:: “…E’ meglio vi sia un asino vivo anziché un medico morto…”. Potrebbe non avere motivo di essere per sempre tale massima, ma in questo tempo di pandemia ha una grande validità, che richiede riflessione e coraggio (anche a costo di diventare impopolari o di “cedere” ad orientamenti contrari alle convenienze personali o politiche). Anche una sola vittima di questo virus, dovuta alla ripresa di attività scolastica, non giustificherebbe assolutamente tale decisione e – secondo me – trascinerebbe con sé responsabilità morali e penali d’immensa portata.

La vita è unica e irripetibile e nessuno – per nessuna ragione al mondo – deve comprometterla o toglierla per insipienza od altro motivo apparentemente giustificato. In pratica, nella scuola, questa umanità in continuo movimento in spazi e in ambienti diversi crea e si espone a migliaia di occasioni di contrarre e/o trasmettere il contagio, ogni giorno… ogni ora. Da quando i bambini escono da casa per salire sullo “scuolabus” o, comunque, a quando entrano nella struttura e si muovono per i corridoi e nelle classi, a quando hanno l’immancabile contatto ravvicinato coi compagni, col personale docente e non, a quando avvertono l’immancabile necessità di fare uso dei bagni (uso che bisognerebbe disciplinare in modo veramente corretto e nel pieno rispetto della psicologia e dell’età del bambino o ragazzo, trattandosi di una necessità fisiologica improcrastinabile, probabile causa – se non soddisfatta – di frustrazione e turbe). In ogni caso non si devono tollerare presenze di soggetti in attesa davanti ai detti servizi e, cosa imprescindibile, SENZA CHE QUESTI VENGANO SANIFICATI DOPO L’USO DA PARTE DI UN UTENTE E PRIMA DI CONSENTIRNE L’ACCESSO SUCCESSIVO. Viene da sé che in queste situazioni i bambini devono essere fermati nei corridoi (dove questi esistono) e vigilati perché mantengano il distanziamento, in attesa (se ci riescono) di evacuare quando viene consentito. E se uno dei tanti – più vivace o insofferente – si sfrena in una corsa liberatoria, chi deve intervenire per fermarlo e impedire fisicamente di avere prossimità o contatti vietati? E se un bambino (e non solo) avverte malessere, ci sono, IN TUTTE LE SCUOLE, locali dove isolarlo/i in attesa di prelievo responsabile? E chi (e come) deve assisterlo senza garantire almeno attrezzatura adeguata all’operatore scolastico come accade per il personale sanitario ospedaliero? …Perché il virus – quando e se può – aggredisce e non risparmia nessuno senza fare distinzione di categoria, censo o livello sociale.Quelle riportate sono un piccolo numero di situazioni che sconsigliano fortemente la riapertura delle scuole fino alla scoperta di un vaccino che dia sicurezza e serenità a tutti gli attori che si muovono in quel mondo (peraltro, in tal modo, improduttivo, costoso e dannoso).Perdere un mese o un anno di scuola è un grosso prezzo da pagare, ma certamente inferiore a tutte le spese da effettuare per la OBBLIGATORIA, VERA, DOVUTA GARANZIA del Governo e delle Autorità ad Esso facenti capo, di non mettere a rischio una sola vita e di ridare proficuità ad un doveroso impegno professionale. Un mese o un anno di scuola perduti significa far stare tutti gli Alunni (senza alcun privilegiato) sullo stesso piano, magari su un gradino inferiore, ma tutti – VIVI – in grado di competere alla stessa stregua.D’altra parte non dobbiamo scoraggiarci per questo (o, forse, per alcuni versi, sì), visto che – quasi a controprova – oggi assistiamo alla presenza di tanti ignoranti (o limitati nelle conoscenze e competenze scaturenti da raffazzonati curricoli scolastici) nei punti più alti e pregni di responsabilità della vita del Paese. Infatti, oggi siedono in Parlamento e, peggio ancora, nel Governo, persone che non brillano per conoscenze scolastiche, culturali, né per intuizioni, competenze ed esperienze politiche… Eppure sono chiamati (e si fanno chiamare) “Statisti”, eppure sono investiti di autorità che consente loro di prendere decisioni che, forse in buona fede, ritengono essere le migliori, ma che, nella realtà, creano confusione e guasti spesso irreversibili (aumenti di contagi, morte, sprechi di risorse finanziarie e non solo).Mai come in questo momento c’è stato bisogno di avere le idee chiare e il coraggio di prendere le decisioni più giuste ed opportune nelle mire degli interessi effettivi della Nazione e non già quelle orientate a convenienze politiche di parte, al soddisfacimento di posizioni personali dettate da princìpi, orgoglio, pochezza intellettuale. Ciò detto, ritengo che sia cosa buona far riaprire le scuole e far riprendere le attività didattiche ma solo a condizione di ASSOLUTA E TOTALE SICUREZZA IN TUTTE LE STRUTTURE DEL PAESE E NON GIA’ SOLO NELLE INTENZIONI E NELLA TEORIA. Io sono convinto che questa sicurezza non può essere conseguita nella vita pratica di ogni giorno e circostanza e per gli enormi investimenti che occorrerebbero, per cui “oggi” è d’uopo applicare il principio semplice e meno dannoso: “LE COSE CHE NON SI POSSONO FARE, NON SI FANNO!!!”Dicevo di chiarezza e fiducia e credo che si debba dare priorità assoluta a queste condizioni, unici collanti indispensabili per non frantumare l’Italia.

Il prof. Mario Salvatore Senatore riceve un premio in Parlamento

Chiarezza basata su grande onestà intellettuale e responsabilità comportamentale di chi deve prendere decisioni e  fiducia nel trasmettere concretamente agli Italiani il messaggio di seguire indefettibilmente una scaletta di esigenze vitali, morali e, per ultimo, economiche, facendo precedere sempre e comunque la vita e la salute di tutti: bambini, insegnanti, ausiliari, dirigenti, autisti, genitori, addetti alle pulizie e mense, ecc. (solo per fare cenno al mondo della Scuola). E’ chiaro che il riferimento si estende a tutte le categorie di operatori che – quelle, sì – fanno un lavoro impagabile, necessario e non rinviabile. La riapertura delle scuole può aspettare momenti migliori (visto anche il barlume di speranza che ci viene dalla Scienza, circa il progressivo affievolimento della carica letale del virus “Covid 19”). La sua chiusura non complica in maniera tragica la situazione ed anzi consente di contenere eventuali maggiori aggravi e fa in modo di dedicarsi con più incisività a risorse e a settori che ne necessitano.Io sarei del parere di decurtare, in una misura adeguata, lo stipendio dei lavoratori della Scuola e devolvere l’accantonamento a quelli di settori più esposti e debilitanti in questa “guerra” o, comunque, a compensazioni o interventi miranti al perseguimento comune – il più rapido possibile – della luce oltre il tunnel. (Un esempio tra le tante possibilità, potrebbe essere un aiuto – aggiunto ad interventi dello Stato e dell’azienda che, giocoforza, “sottrae” un genitore alla famiglia, che consentirebbe ad uno dei due (laddove entrambi impegnati per lavoro) la cura dei figli minori. Ciò fino a superamento della pandemia, conseguendo anche effetti positivi di solidarietà e unità nazionale.In conclusione io invito a riflettere bene sulla decisione di riaprire le scuole e non dare spazio a ragionamenti che, se pur validi su una molteplicità di fronti, vengono dopo la tutela di anche una sola vita e di altre considerazioni al momento più pratiche e necessarie.Auspico che i Sindacati della Scuola (tutti e di ogni orientamento politico) colgano il momento complicato per ridare dignità al loro importantissimo ruolo, si stacchino da ogni ragionamento di parte e mirino al risultato finale cui devono essere sempre tesi e vigili: la tutela dei diritti dei lavoratori del Settore (in primis la serenità e la salute) strettamente legate alle ottimali condizioni per svolgere in sicurezza il delicato e importante lavoro (non vitale in questo momento).Altrimenti sarebbe per tutti (politici, giornalisti, medici, magistrati, sindacati, ecc. ecc. ) il confezionare un immenso velo con cui coprire l’ipocrisia.(Prof. Mario Salvatore Senatore).

 

1 Commento

  1. Che gran sospiro di soddisfazione mi avete procurato.
    Sarei un bugiardo se non dicessi che siete divulgatori di gioia per aver dato spazio, sulle Vostre Testate online, a miei pensieri espressi fin dai primi giorni della fase iniziale della pandemia (Febbraio-Marzo 2020).
    La mia felicità – però – va ben oltre l’appagamento personale, grazie alla testimonianza che date al mondo! Testimonianza di spiriti liberi, sganciati da condizionamenti melliflui e opportunistici. Testimonianza di grande sensibilità e acume che Vi fanno volare alto e mirare alle cose nobili della vita. Testimonianze che illustrano, illuminano, sollecitano, sferzano, avvertono…
    Ecco il mio vero gaudio!
    Voi date concretezza al mio sogno di sempre: credere nell’Uomo onesto, ibero, coraggioso, leale, generoso e sostenerlo nelle sue lotte. Voi siete la dimostrazione vivente che non “sogno” invano… Da sempre il mio motto è: “SPAZIO A CHI MERITA”. Nel mondo ci sono tantissime persone perbene come Voi e solo a queste – quando le incrociamo sulla nostra strada – dobbiamo lasciare il passaggio libero facendo un passo indietro, mentre, al contrario, bisogna ostacolare decisamente i lestofanti, gl’inetti, i mascalzoni…
    Come Giornalisti e Come Persone, mi avete fatto un grande dono: avete dato ossigeno a chi non vuole morire per asfissia da “COVID-S R” (dove “S” sta per SFIDUCIA, “R” sta per RASSEGNAZIONE).
    Buon lavoro.

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