il Quotidiano di Salerno

direttore: Aldo Bianchini

GIUSTIZIA: Non si può sempre contare nella Giustizia Divina, L’Italia merita rispetto

 

 

Dr. Stefano Antonello Aumenta

La grandepetroliera Erica Lexie

Era il 15 febbraio 2012 e la petroliera, battente bandiera italiana, Erica Lexie faceva rotta dallo Sri Lanka allo Stato di Gibuti.

Sulla nave, oltre a 34 membri dell’equipaggio, vi erano sei fucilieri del Battaglione  San Marco, in missione di protezione sulle navi mercantili quando attraversano rotte a rischio di pirateria.

Due marò, Massimiliano Latorre e Salvatore Girone, temendo di essere sotto attacco di pirati, commisero un grave errore.

Infatti, spararono ad una piccola imbarcazione di pescatori, uccidendo due di essi.

Ovviamente non eravamo a bordo di quelle due imbarcazioni, ma,  chiunque può immaginare e comprendere i sentimenti di smarrimento e paura, dapprima provati, a cui si affiancarono subito dopo dolore, malessere e soprattutto rimorso, per ciò che era colposamente accaduto.

Massimiliano e Salvatore, dopo anni di carcere in India, hanno vissuto e pagato, sulla loro pelle, la tragedia di questo evento.

Giustamente l’Italia ha dovuto pagare i danni morali a coloro che erano su quella piccola imbarcazione di pescatori, anche se, eticamente e moralmente, non può esserci un “prezzo” alla Vita Umana.

Una situazione molto simile, fortunatamente senza un tragico epilogo, è capitata qualche giorno fa.

Il peschereccio Aliseo di Mazzara del Vallo, mentre navigava in acque internazionali, è stato raggiunto da spari da parte di una motovedetta libica che hanno ferito, per fortuna, solo di striscio, il Capitano Giuseppe Giacalone.

La marina libica ha ufficialmente affermato di aver sparato colpi in aria di avvertimento.

Non sono un esperto di balistica, ma, ritengo assai improbabile che colpi di armi da fuoco, sparati alle nuvole, ritornino sulla terra e, quindi, feriscano persone, oltre a creare evidenti danni all’ imbarcazione oggetto degli spari.

E’ questa interpretazione una mancanza di rispetto all’intelligenza umana, ad un Popolo ad una Nazione.

I due fucilieri Massimiliano La Torre e Salvatore Girone

Certamente l’equipaggio a bordo dell’Eliseo non era composto da pericolosi pirati, ma, da lavoratori che affrontano ogni giorno l’avventura, affascinante e pericolosa, del mare, per sostenere le proprie famiglie.

Certamente quegli uomini che si guadagnano, onestamente, da vivere, non sono dei mafiosi.

Gli uomini dell’Aliseo meritano il nostro incondizionato rispetto, un rispetto almeno pari al disprezzo che deve essere dovuto a quei mafiosi siciliani che, il 21 settembre del 1990, uccisero il giovane magistrato Rosario Livatino. Un giovane che aveva il coraggio di fermare la mafia credendo nelle Istituzioni che rappresentava, senza scorte e senza privilegi, recandosi al lavoro con la sua utilitaria.

Un altro Uomo coraggioso fu, in quella occasione Pietro Nava, agente di commercio nato a Milano,  testimone oculare dell’omicidio che, rese immediatamente dichiarazioni agli inquirenti che  portarono all’arresto dei colpevoli.

Al di la di quale sia il proprio credo religioso, a tutti farà piacere sapere che l’8 maggio 2021, nella Cattedrale di Agrigento, Rosario Livatino sarà proclamato Beato.

Il 9 maggio del 1978, invece, fu ritrovato il corpo di Aldo Moro, rapito 55 giorni prima ed ucciso dalle brigate rosse.

Aldo Moro, come Livatino e tanti altri è una vittima della solitudine istituzionale, in cui vengono lasciati gli eroi.

Una sola cosa può farci coraggio, ovvero, il solo monito, gridato più volte dai pulpiti,  di  fronte a bare di innocenti : “La Giustizia, senza odio, vince sempre”.

Maggio del ‘21

Stefano Antonello Aumenta

1 Commento

  1. Carissimo Dott. Stefano Antonello Aumenta,
    condivido in toto il tuo articolo dal titolo : ”Non si può sempre contare nella giustizia Divina,l’Italia merita rispetto”. Un articolo molto significativo sulla giustizia cosiddetta ‘’terrena’’, quella cioè amministrata dagli uomini ,in nome del popolo italiano, nelle aule di giustizia hanno il crocifisso alle loro spalle e non di fronte, in particolare ritengo importanti le due citazioni al caso Moro e al Beato Livatino. Io mi considero un fan del grande studioso Prof. Avv. Piero Calamandrei , partigiano, tra i padri della Costituzione italiana, fu membro di “Italia Libera” e del movimento “Giustizia e Libertà” . Carissimo Dott. Stefano Antonello Aumenta ,il tuo articolo sulla giustizia richiama alla mia mente il famoso discorso ispirato agli ideali risorgimentali, entrato nella nostra storia, che tenne a Milano nel 1955 ,il Maestro Piero Calamandrei , rivolto ad alcuni studenti universitari sulla costituzione, che si concludeva con queste parole::«… quando vi ho detto che questa è una carta morta, no, non è una carta morta, questo è un testamento, un testamento di centomila morti. Se voi volete andare in pellegrinaggio nel luogo dove è nata la nostra costituzione, andate nelle montagne dove caddero i partigiani, nelle carceri dove furono imprigionati, nei campi dove furono impiccati. Dovunque è morto un italiano per riscattare la libertà e la dignità, andate lì, o giovani, col pensiero perché lì è nata la nostra costituzione»

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