Elezioni 2021: incredibile capovolta di “UdC” e di “Oltre” … tra smentite, depistaggi e stoppaggi

Aldo Bianchini

Da sinistra: dr. Mario Polichetti (coord. prov. UdC) e prof. Aniello Salzano (coord. cittadino UdC)

SALERNO – Quando in politica accade qualcosa ce da chiedersi sempre “perché” e “cosa c’è dietro”; questo per non pensare ad altro e, soprattutto, per non pensare a male.

Io che posso esprimere il mio pensiero, non soltanto quello giornalistico, la penso così e sicuramente urterò la suscettibilità di qualcuno, in special modo chi ha ritenuto nel recente passato di potermi fare anche una “morale istruttiva” sulle evoluzioni della politica nostrana.

Non avevo digerito quella morale, non l’avevo capita; per questo, pur essendo appassionato di politica, non ho mai direttamente partecipato anche alla più piccola delle esperienze proprie di un mondo che ti espone irrimediabilmente ai compromessi più squallidi.

 

Non posso, quindi, capire minimamente le strane (per dire poco !!) capovolte di Mario Polichetti e Aniello Salzano (UdC) e dei sei consiglieri di “Oltre” che volevano apparire come “i cavalieri senza paura” e stanno dimostrando di essere soltanto dei pulcini bagnati alla ricerca disperata di un possibile “santo protettore”.

Non conosco il dr. Mario Polichetti e, pur turandomi il naso, non mi permetto di giudicare la sua improvvisa giravolta dal centro-destra al centro-sinistra, anzi dall’essere contro i deluchiani ad invocare di essere dagli stessi accolto.

Mi dispiace molto che nella stessa scelta, almeno fino ad oggi, sia rimasto incagliato e intrappolato il prof. Aniello Salzano che conosco, invece, da una vita; e mi chiedo il perché di una sconcertante scelta e cosa c’è dietro questa scelta che ha spiazzato davvero tutti, soprattutto i finisseur della politica.

Naturalmente ognuno può e deve fare le scelte che crede e non dovrebbe avvertire neppure l’esigenza di giustificarle; la libertà di scelta è un bene assoluto e inalienabile; non vengano, però, a dirmi (alludo a Polichetti e Salzano) che lo hanno fatto perché la fuga in avanti di Sarno e le indecisioni di Fasano e company avevano già distrutto la compattezza e l’unità del centro-destra. Oltretutto perché il coordinatore regionale dell’UdC, Ciro Falanga, nel manifestare il suo stupore per la scelta dei due salernitani ha sentenziato: “Se c’è qualche esponente locale che pensa di fare questa operazione si sbaglia di grosso … l’Udc sosterrà il centrodestra su tutto il territorio nazionale compreso Salerno … Questa è la nostra posizione che coerentemente manteniamo” fino a passare alle vere e proprie minacce politiche “Se i colleghi intendono percorrere questa strada possono continuare a sostenere chi vogliono, ma non potranno farlo con il simbolo dell’Udc. Possono fare tutte le conferenze stampa che vogliono, ma se vogliono sostenere il candidato di centrosinistra, liberi di farlo, ma con una lista civica non di partito” e d’intesa con il segretario nazionale Lorenzo Cesa ha concluso dicendo “smentisco categoricamente la possibilità di un posizionamento a sinistra … siamo ancora alle battute iniziali ma noi non andiamo con la sinistra”.

 

Quella del “gruppo Oltre” è tutta un’altra storia; credetemi, davvero poca roba rispetto agli anni di lavoro politico che alcuni di loro hanno, comunque ed anche bene, inanellato nelle file deluchiane; il Verde Peppe Ventura, i due consiglieri di Italia Viva Donato Pessolano e Nico Mazzeo (sebbene a titolo personale, perché il partito di Renzi si è ufficialmente schierato con l’uscente Napoli), i tre consiglieri di Azione Antonio D’Alessio, Leonardo Gallo e Corrado Naddeo sono miseramente naufragati nelle sabbie mobili che loro stessi hanno insistentemente rinfocolato con la loro incertezza e con la loro “superficiale arroganza” di voler combattere in maniera molto tardiva un sistema di potere politico in cui avevano ben radicato la loro azione. Ed alla fine, quasi come hanno fatto i creatori della “casa della sinistra”, da pellegrini della politica stanno disperatamente andando alla ricerca di qualcosa o di qualcuno che nel panorama dei personaggi salernitani che possono dare ancora qualcosa alla città. Anche qui mi auguro fortemente che Ferdinando Argentino respinga al mittente l’invito e salvi il patrimonio tutto suo di sindacalista e manager d’altri tempi, evitando di finire nelle spire voluttuose del nulla.

 

 

 

 

 

 

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