Ravello Festival: Saviano e Scurati contro De Luca, un caso che rispecchia l’arroganza della “presunta” cultura … e Letta che continua a fare danni al PD

 

Aldo Bianchini

SALERNO – Se è vero come dicono e sostengono i due “scrittori” Roberto Saviano e Antonio Scurati che siamo in Paese libero in cui ognuno può esprimere il proprio pensiero senza che venga attaccato o addirittura censurato, per non dire querelato, ci provo anche io (per quello che può valere !!) a dire la mia ben sapendo che, contrariamente a come la pensano i due scrittori, ognuno non solo ha la possibilità di esprimere in libertà il proprio pensiero, ma che ognuno ha anche il diritto di querelare che in termini finemente giornalistici vuol dire censura mascherata (non so se questo Saviano e Scurati lo sanno, schermati come sono dall’impatto sull’opinione pubblica) che pur sempre censura è; anzi è una delle censure più perfide perché chiude la bocca e spezza la penna nella maniera più subdola esistente attraverso le pena di pagamento di soldi in risarcimenti spesso inventati.

Saviano ha scritto di ca-gomorra, ora blatera soltanto; Scurati ha scritto di Mussolini; non ho mai condiviso gli scritti di Saviano ritenendoli da sempre più proiettati verso un facile guadagno che alla ricerca della verità; Scurati nonostante abbia scritto alcune nefandezze scritte sul Duce (che ovviamente non può difendersi perché non c’è più) è ritenuto un uomo di cultura dal profilo letterario molto alto. Entrambi a mio avviso hanno afferrato i filoni più sicuri per ripresentare la storia non da storici ma da affabulatori (che è cosa ben diversa) lanciati sull’impatto mediatico dei loro scritti al fine di facili e lauti guadagni.

Per carità mi sta anche bene, sono stati bravi a capire come si possono guadagnare ingenti somme di danaro, semmai anche rischiando qualcosa ma dando comunque una visione distorta della realtà rappresentata.

Non vengano, però, ad ergersi come paladini della giustizia, della legalità, della libertà e dell’assoluta indipendenza della parola in tutte le sue forme espressive; anzi ci andassero molto cauti.

In caso contrario faranno passare nell’immaginario collettivo degli strani messaggi fino al punto che lo stesso immaginario (come è accaduto per la magistratura) si rivolterà contro, come in parte già sta accadendo.

Ma il danno principale lo faranno perché con il loro modo arrogante (brutta espressione del potere che comunque hanno) rischiano di dare all’immagine del governatore De Luca quella carica di “difensore civico” dei più deboli che non potranno mai arrivare ad essere personaggi come, purtroppo lo sono loro due a causa di una scorretta mitizzazione delle loro figure.

Saviano, De Luca e Letta

Non bestemmio se affermo che, per questa vicenda, io sto dalla parte del governatore Vincenzo De Luca, soprattutto quando dice: “Gli eventi che si propongono non devono essere segnati da conflitti di interesse da parte di chi li propone. Tutto quello che finanzia la Regione non deve essere un’occasione per promuovere un sistema di relazioni personali o passare qualche giorno di ferie a spese della Regione ma devono essere eventi fatti nella più assoluta trasparenza … Siamo in una stagione nella quale sono in movimento tanti enti, tante fondazioni, tante rassegne; le regole da rispettare per tutti sono quelle che vi ho ricordato, se no si prende conto che non c’è coincidenza di obiettivi e ci si separa. Niente di particolarmente drammatico”; e come me, purtroppo per i due presunti simboli della lotta alla camorra e della frenesia demoniaca contro tutti spacciata per cultura come luogo comune dell’imperante e falsificante letteratura, la pensano allo stesso modo la stragrande maggioranza degli italiani.

Non bestemmio se affermo che sto, per questa vicenda, senza se e senza ma dalla parte dell’avv. Paolo Imperato (consigliere di amministrazione anziano della Fondazione Ravello) che con grande lungimiranza ha scritto una bellissima lettera al segretario nazionale del PD “Enrico Letta” (che con il classico sorrisetto dei personaggi più controversi della sinistra italiana ha invitato Saviano alla festa del PD !!), che da quando è segretario nazionale non ne azzecca nemmeno una. Per spiegargli bene che in un luogo in cui si parla di musica e si fa musica non c’è spazio per le prezzolate elucubrazioni di un personaggio come Saviano che, nella libertà di parola che lo stesso pretesta per se ma non per gli altri, ha creato soltanto danni con la “sua gomorra”, soprattutto oltre oceano dove, come in Campania, vengono mitizzati i personaggi negativi descritti nei libri e nelle fiction.

Nel giardino incantato di Klingsor, dove Richard Wagner si estasiava alla bellezza estetica ed alla profondità della sua musica, non c’è spazio per i truculenti racconti di Saviano e neppure per la presidenza Scurati che prima preme per farsi nominare e che alla prima occasione non vede l’ora di mettere in difficoltà chi l’ha nominato.

 

 

 

 

 

One thought on “Ravello Festival: Saviano e Scurati contro De Luca, un caso che rispecchia l’arroganza della “presunta” cultura … e Letta che continua a fare danni al PD

  1. Caro Aldo,
    come è triste sapere di essere circondati da persone che fanno del falso il loro stile di vita.
    Come è triste riconoscere, grazie alle proprie esperienze di vita, tutti coloro che, nascondono interessi personali sotto una parvenza di atti dovuti.
    Da convinto meridionalista mi rendo conto che il nostro territorio è terra di conquista, ma la più dolorosa constatazione è quella di evidenziare che i più atroci carcerieri, del popolo meridionale, sono personaggetti sempre meridionali che per il proprio “particulare” hanno tradito le loro sorelle e fratelli.
    Non scomodiamo chi passerà alla storia con il titolo di “serenissimo”,
    ne abbiamo tantissimi vicino a noi, in cielo in terra ed in ogni luogo, li conosciamo e di loro non ci fidiamo.
    Come ci insegnava Collodi, di gatti e volpi, la nostra terra, patrimonio UNESCO, è una riserva naturale,
    atta alla riproduzione di queste scellerate specie.

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