“I SALDI NON SONO L’OSSIGENO DI UN COMMERCIO IN CRISI”

 

Dr. Claudio Pisapia (segretario nazionale Federcomtur)

dr. Claudio Pisapia

Anche i saldi stanno diventando uno stress, una preoccupazione, un motivo di scontro, di polemica politica e di discussione.

Da sempre, i saldi rappresentano e dovrebbero rappresentare, un momento di svago, relax e opportunità per le famiglie di acquistare capi a prezzi scontati ed effettuare quel cambio di stagione, che dà la possibilità di poter sfruttare un prezzo minore  rispetto ai listini della stagione corrente.

Il settore commercio, è governato da una normativa nazionale che gode però di una “maledetta legge delega”, che affida le competenze alle regioni, che dovrebbero tener conto delle esigenze, delle consuetudini, degli usi e costumi del territorio.

Questo la dice lunga, rispetto alle modalità della legge delega e rispetto a come vengono trattati settori fondamentali per lo sviluppo e la vita degli abitanti delle regioni stesse.

Ricordiamo, che sono soggetti a legge delega anche la sanità, il turismo, i trasporti e le scuole e cerchiamo di non ricordare il funzionamento e la gestione di questi settori altrimenti, questa mia umile riflessione, potrebbe trascendere, degenerare, in un romanzo dell’horror, con capitoli scabrosi e infinite pubblicazioni.

Torniamo ai saldi; beh, sarebbe bello che si ritornasse allo scopo e allo spirito di una volta, quando si aspettava la liquidazione della merce per fare l’affare;

Oggi, il sistema commercio, è cambiato, il settore è svilito; l’ utente trova durante tutto l’anno prezzi scontati, vendite straordinarie; per non parlare degli outlet, e/o presunti tali, che fanno una concorrenza spietata al negozio di vicinato, al classico negozio di quartiere e allo store di città, drenando soldi che potrebbero essere indispensabili per la ripresa di chi, da una vita, alza la saracinesca.

Tant ‘è che molti negozi si sono addirittura dovuti organizzare con un outlet personale dove, durante tutto l’anno, si trova la merce a prezzo scontato.

Sarebbe ora, per ovviare a queste discrasie, che si faccia una legge nazionale che vada ad uniformare e regolamentare il settore, limitando la discrezionalità e l’autonomia delle regioni.

L’assessorato regionale, dovrebbe preoccuparsi coinvolgendo le camere di commercio, di incentivare l’interesse al saldo e al settore commercio, e non trattare con pseudo associazioni che vorrebbero avere voce in capitolo rispetto ad un momento fondamentale per il commercio, che nel tempo, è stato snaturato proprio per i motivi di cui sopra.

Ci sono delle regioni, quali la Campania che, addirittura, sono state sul punto di accettare la folle proposta di far cominciare la stagione dei saldi nella prima settimana di agosto: vi chiedo, solo di immaginare quale sarebbe stata l’affluenza, già flebile, nella settimana di ferragosto, con l’utenza proiettata alle vacanze e alla riacquistata liberà dopo due anni di inferno.

La stagione dei saldi deve essere preparata, gestita, incentivata, comunicata e promossa: questo dovrebbe essere il ruolo delle regioni che, autonomamente coinvolgendo i comuni, ma sotto l’egida di una legge di indirizzo nazionale, dovrebbero riportare all’antico splendore un settore che, essendo profondamente in crisi, necessita di una svolta che lo faccia tornare al centro dell’interesse del cittadino medio.

 

 

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