il Quotidiano di Salerno

direttore: Aldo Bianchini

SALA CONSILINA: PRIMA GIORNATA FORMATIVA SULLO ZAFFERANO. “ A PRENDA ‘E ORO….TORRADA ‘E AMORI”. A GIOIELLO D’ORO (lo zafferano)….RICOMPENSA IN AMORE (per lo zafferano)!

 

 

dr. Michele D’Alessio (giornalista-agronono)

 

Venerdì  mattina  24 settembre dalle ore 10.00 si e svolta  la “  Prima Giornata Formativa sullo Zafferano”una  nuova risorsa agricola per i giovani del Vallo di Diano, in collaborazione con la Regione Campania, con Agness ( Le forme dello zafferano), l’associazione di categoria agricola  Coldiretti e l’IIS “M.T.Cicerone” e con il patrocinio della amministrazione comunale del sindaco Francesco Cavallone.

Al convegno che si è tenuto presso l’Auditorium del Polo Culturale Cappuccini di Sala Consilina, sono  intervenuti, dopo i saluti del sindaco avv. Francesco Cavallone, la dirigente scolastica Prof.ssa  Antonella Vairo, Vincenzo Vespoli, l’avv. Luigi Giordano, assessore all’agricoltura  del comune di Sala Consilina.

Inoltre  son stati  presenti l’esperto e studioso Prof. Franco Melas che ha relazionato sulla cultura secolare della coltivazione dello zafferano a livello nazionale, e ha parlato  della pianta Crocus Sativus ovvero lo zafferano, le cui operazioni pratiche sono state  esposte mediante la proiezione di filmati. Il prof. Melas, in più, ha  messo a disposizione gratuitamente materiale didattico frutto di ricerche e studi personali. Nell’intervento il prof. Melas ha sottolineato che “ … Lo zafferano coltivato in campo ” fa come vuole ” …. da sempre ho sentito questa espressione dagli anziani del mio paese. Oggi son diventato uno di loro (anziano) e non posso che confermare. Certamente c’è poco di scientifico in questa espressione e certamente tutto è sempre regolato da leggi di natura e da variabili pedoclimatiche locali. Sino a pochi anni fa, nei convegni, si dava un’immagine distorta del bulbo dello zafferano, quasi fosse una pianta destinata sempre a crescere e moltiplicarsi e generare sempre bulbi di grosse dimensioni. Questo equivoco è nato dalle sperimentazioni di Mario Meloni seguite e messe in pratica poi dal sottoscritto e cioè l’accorciamento del periodo d’impianto, dai tradizionali 5/6 anni ( alla fine del quale venivano espiantati ingenti quantità di bulbi di piccolissime dimensioni, da cui si utilizzava il 10-15 % del tutto ed il restante andava all’ingrasso dei maiali o delle mucche, come ci racconta Ajcardo Castiglioni nella sua “Monografia dello zafferano” del 1828) ai 2/3 anni di oggi.

Quando si è incominciato, dunque, ad espiantare dopo 2 fioriture e si son trovati bulbi giganteschi ( anche del peso di 70 grammi) si è iniziato a parlare di selezione di ” clone Meloni “. Già da qualche anno, in controcorrente, cerco di far capire che il bulbo grande impiantato è destinato a generare bulbi sempre più piccoli e che il piccolo è destinato a generare bulbi più grandi, sino a quando non inizia anche per essi il processo inverso. Ed ancora che non ha senso iniziare la coltivazione con una selezione di bulbi di grosse dimensioni, ma usare una pezzatura mista….ciò anche e soprattutto dal punto di vista economico…”

Le conclusioni sono state affidate al dott. Nicola Caputo, assessore all’Agricoltura della Regione Campania, che ha marcato con forza e più volte “.. La necessità di adottare nuove procedure di accesso a finanziamento tra cui anche i bandi PSR (in particolar modo progetti collettivi o integrati) e i fondi del PNRR, affinché possano sostenere e premiare investimenti finalizzati a prevenire i danni connessi ad avversità atmosferiche, calamità naturali ed eventi catastrofici…”

A seguire il convegno c’era un misto pubblico, imprenditori agricoli, agricoltori part-time, giovani studenti universitari e un folto gruppo di studenti dell’IPSASR  Cicerone di Sala Consilina,(altri studenti hanno seguito il seminario in streaming ) che sotto la guida tecnica dei Docenti Proff. Moccaldi Sergio e Giglio Paolo, hanno svolto molti progetti attinenti alla coltivazione dello zafferano nel Vallo di Diano.

 

 

1 Commento

  1. Sarà fondamentale sensibilizzare l’opinione pubblica, valorizzare le piccole realtà che si spendono per un’agricoltura sostenibile e quanto più naturale possibile, formare e informare.

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