A 100 anni dalla morte del primo Deputato al Parlamento Nazionale vittima della violenza ,nel 1921, Giuseppe Di Vagno,socialista, il gigante buono,il ricordo degli insegnamenti, delle azioni politiche e delle doti umane.

 

 

dr. Pietro Cusati (giornalista)

 

On. Giuseppe Di Vagno, assassinato nel 1921

Conversano (Bari),26 settembre 2021.Giuseppe Di Vagno, socialista, il gigante buono, lo definì Filippo Turati, nella sua  vita si è battuto per difendere i diritti delle classi più disagiate e per contrastare le disuguaglianze, soprattutto nel mezzogiorno d’Italia. Un grande esempio di impegno politico a cui ancora oggi ispirarsi. Nato nel 1889 a Conversano e assassinato a Mola di Bari il 25 settembre 1921. L’assassinio   di Giuseppe Di Vagno riporta alla mente il tempo cruciale e terribile della storia meridionale e può aiutare le giovani generazioni a comprendere meglio il valore essenziale della libertà per rifare l’Italia.Ricordare Turati,Di Vagno,Salvemini e l’impegno dei socialisti per le infrastrutture,l’istruzione e la riforma del Mezzogiorno dal primo dopoguerra alla nascita  dell’Italia Repubblicana.  Il Presidente della Repubblica Sergio Mattarella si è recato a Conversano, per il centenario della morte di Giuseppe Di Vagno. Nel corso della cerimonia commemorativa, dopo i saluti di Giuseppe Lovascio, Sindaco di Conversano, Antonio Decaro, Sindaco della Città Metropolitana di Bari, Michele Emiliano, Presidente della Regione Puglia, sono intervenuti Franco Gallo, Presidente Comitato Nazionale Centenario e Gianvito Mastroleo, Presidente della Fondazione Di Vagno.La Lectio magistralis è stata affidata a Paolo Bagnoli, Direttore della Rivista storica del Socialismo, sul tema “L’assassinio di Giuseppe Di Vagno per l’Italia di oggi”. Il Presidente della Regione Puglia Michele Emiliano è intervenuto a Conversano per le iniziative in occasione del centenario della morte di Giuseppe Di Vagno alla presenza del Presidente della Repubblica Sergio Mattarella,porgendo ‘’ il saluto emozionato e grato di tutti i Pugliesi che sentono la Sua vicinanza e la Sua attenzione per una comunità che, seguendo l’esempio di Giuseppe Di Vagno, si batte ogni giorno per realizzare la grande visione democratica, della Costituzione della Repubblica italiana.La nostra vocazione alla pace ed alla accoglienza, scaturisce naturalmente da una bellissima storia di Resistenza al nazifascismo che consentì a Giuseppe Di Vagno di intuire, ben prima dell’affermazione del fascismo, che la strada intrapresa dal Paese avrebbe portato a catastrofiche conseguenze. Del resto la politica è previsione e costruzione del futuro, attraverso l’esame critico della Storia e il suo utilizzo come guida essenziale dell’agire politico. La sua vicinanza ai più deboli, agli sfruttati, la sua appartenenza alla componente riformista del movimento operaio, gli consentì di comprendere che le istituzioni democratiche vanno quotidianamente rinforzate e sostenute dalla pratica della democrazia, in tutte le sue forme.Persino gli eventi che ne determinarono la morte, furono per Di Vagno una doverosa e consapevole pratica politica, fondata sulla libera manifestazione del pensiero, sull’esercizio delle libertà politiche e sulla organizzazione delle masse per opporsi alla minaccia e alla violenza che in quei tempi si stava affermando.Di Vagno fu un uomo del Sud con una visione nazionale, non troppo diversa da quella di Don Luigi Sturzo e di tanti altri intellettuali e politici che, nonostante la condivisione di visioni ed ideali, non seppero fare sintesi della loro linea politica.La solitudine nella quale furono precipitati uomini come Di Vagno, Di Vittorio, Gramsci, Sturzo e tanti altri, è il monito più duro che dobbiamo ricordare per non ripetere gli stessi errori.’’ La Fondazione intitolata a Di Vagno, ogni due anni bandisce il premio di ricerca di una borsa di studio di quaranta mila euro da assegnare per concorso a un giovane ricercatore di storia contemporanea o di scienza politica dell’età massima di anni 32, un esempio non frequente di Premio nazionale che nasce e si ispira a valori alti espressi dal Mezzogiorno. Alla fine della cerimonia il Presidente  della Repubblica Mattarella ha incontrato i ragazzi del Consiglio comunale di Conversano che gli hanno donato un ritratto realizzato dall’artista Leonardo Salvemini. Al capo dello Stato è stata consegnata anche una lettera scritta da Benedetta e Angelo Cimarrusti, genitori di Giuseppe Cimarrusti, il poliziotto di Conversano morto a 26 anni in un conflitto a fuoco a Verona nel 2005.

 

 

 

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