Troppo sport per nulla

 

 

da Antonio Cortese (giornalista)

 

“Perché perché, tutti i giorni mi lasci sempre sola?”. Per andare a veder la partita, la domenica, si poteva fare. Rita Pavone poteva cantarlo, oggigiorno no. Il ritornello è stato silenziato dai diritti televisivi, dalle overdose di sport in chiaro e a pagamento day by day. Stando a questo gioco, a queste regole, é normale che ci siano più divorzi, bisticci in famiglia e meno canzonette, quelle vere e originali all’italiana. Qualche giorno fa la moglie dell’ex sindaco di Roma ha realizzato il limite sorpassato e ha esternato pubblicamente la causa di un disagio nella società che almeno in Italia si poteva attribuire a tutt’altri fattori esogeni. La causa latente di questo scardinamento di valori che la giornalista non ha forse nemmeno lei individuato, é appunto la trasformazione di questi motivi in continui processi endogeni. Il Paese tempo addietro non si è saputo difendere dagli stili di vita provenienti da culture diverse, e senza fermare i piedi per terra ha seguito mode e usanze che stanno snaturando una nazione. Se già dai patti lateranensi fino ai riferimenti costituzionali l’Italia è un Stato prevalentemente cattolico, con tutti i cittadini battezzati e con buona maggioranza di sacramenti sanciti, le crisi della propria società non dovrebbero fare notizia se ci si dimentica ciò. L’intrattenimento televisivo specie sportivo, distrae a tal punto le persone, da quando appunto i paesi esteri hanno imposto regole e tempi che a noi non si addicono, o meglio, ci trovano ancora impreparati, che i legami tra persone sono diventati un gioco anch’essi, anche perché Rita Pavone avrà i suoi anni, sarà stanca e le nuove generazioni non cantano nemmeno più allo stadio.  Quale canzone saprebbe chiedere “perché non porti pure me?”. Ma dove, a che ora, martedì o giovedì, sabato ad ora di pranzo o lunedì sera? Su che canale, al bar o in pizzeria, con quale decoder? Come ci si deve districare nei rapporti per non avere una martellata in testa da Rita? Potremmo tornare tutti alla domenica italiana e alla pausa infrasettimanale, o dobbiamo inventarci, che so, dopo il femminicidio, il “gattodomesticidio”, l’oltraggio al pubblico giornale, il divieto di siesta? Il Coni e la Figc possono avere gli attributi per imporsi in Europa e farci tornare al semplice e umano litigherello durante la Domenica sportiva?

 

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