Elezioni 2021: a Salerno – Montesano e Teggiano … tutto come prima; a Padula e Monte San Giacomo … tutto cambiato

 

Aldo Bianchini

Arch. Enzo Napoli, riconfermato sindaco di Salerno

SALERNO – SI, non è cambiato niente almeno a Salerno – Montesano e Teggiano, anzi quel qualcosa che si voleva dovesse cambiare si è affermato ancora di più; a dimostrazione del fatto che quando il potere locale ha ben operato, nella distribuzione delle ricchezze per l’acquisizione del consenso, rivince sempre ed in taluni casi senza alcun problema. Sorprende il dato di Padula e Monte S.G. dove probabilmente la distribuzione delle ricchezze non è stato correttamente applicato alla “cencelli”.  E qui non vale alcun discorso di uomini, donne, quote rosa o azzurre. A livello locale conta molto la distribuzione delle ricchezze sotto forma di favori, prebende, raccomandazioni, convenzioni e, perché no, anche semplici pacche sulle spalle.

Per quest’oggi ho concentrato la mia attenzione soltanto su Salerno, Teggiano, Padula, Montesano e Monte San Giacomo perché sono le realtà locali che conosco abbastanza bene, ed anche perché non essendo tuttologo (come tanti altri in giro sul territorio !!) preferisco limitare la mia analisi sulle cose certe, non supposte e neppure inventate.

SALERNO:

La mia convinzione che a Salerno non sarebbe cambiato niente l’avevo non solo scritta, su questo giornale online da tantissimo tempo, ma anche enunciata a chiare lettere nel corso delle numerose trasmissioni via internet del noto “Salotto gastronomico” di Luciano Provenza; esprimere il proprio pensiero e cercare di dire la verità purtroppo ha un costo, tanto è vero che da quella trasmissione fui bruscamente, e maleducatamente, sfrattato l’11 agosto scorso (dal suo autore Provenza) quando c’era ospite il medico radiologo Catello Lambiase (un illustre pentastellato, sconosciuto sul piano politico) per alcune domande veramente molto semplici e corrette che avevo posto all’ospite.

Probabilmente pagavo il conto della mia posizione nettamente contro i sei trasfughi dalla maggioranza che in una precedente trasmissione avevo definito “sfrantumati”, parafrasando chiaramente una delle tipiche affermazioni di Vincenzo De Luca. Difatti il consenso che si raccoglie in una maggioranza non è mai facile portarselo dietro in altre coalizioni; e i sei hanno pagato la loro arroganza politica.

Ma dire la verità non paga mai; e purtroppo in questa trappola è caduto anche il noto avvocato matrimonialista Luciano Provenza, ottimo conduttore delle trasmissioni e inventore del “Salotto gastronomico”.

Dunque Enzo Napoli ha rivinto, Vincenzo De Luca ha nuovamente stravinto con il suo progetto politico che va avanti ormai da trent’anni. L’ho detto e scritto tantissime volte, ma nessuno ascolta; a Salerno si potrà un giorno competere con la “corazzata deluchiana” soltanto se sarà individuato un candidato comune al quale, per anni, delegare la vera e costruttiva opposizione. La città prevalentemente di destra fino a questo momento non è riuscita ad esprimere un leader, lo sceglie sempre all’ultimo momento e spesso viene anche contrastato dall’interno con il famigerato fuoco amico. Salerno, diciamola tutta, è comunque una città strana e sopra le righe; qui da noi finanche i sondaggi, soprattutto quelli effettuati su richiesta dei candidati, vengono confezionati ad arte all’ultima ora (come per la scelta dei candidati sindaci) e cadono subito in malo modo. La cosa più squallida in queste elezioni è stata la collocazione e l’impegno dei media-social; io per puro caso (credo !!) sono stato inserito nel gruppo social “Elisabetta Barone Sindaca” e mi sono reso conto di quanto è ondivago il pensiero dei “leoni delle tastiere”; fino alle 15 del 4 ottobre tutti i commenti erano trionfalistici; qualche minuto dopo tutti già sapevano della sicura e cocente sconfitta. Bontà loro, fortunatamente non faccio parte di questa schiera maldestra di osservatori politici e ancora di più fortunatamente è arrivato un provvidenziale blackout per porre fine a tanta demenza.

Quando in uno schieramento ci sono troppe vecchie cariatidi (ho scritto anche questo qualche mese fa) si fa un notevole favore a chi continua a gestire il potere amministrativo della città. In tanti si sbizzarriranno in calcoli percentuali, cercando di trovare giustificazioni per la sconfitta; io più semplicemente, non essendo un tuttologo, affermo che per l’ennesima volta il centro destra di Salerno esce schiaffeggiato dalla corazzata deluchiana con il valore aggiunto che, questa volta, sono stati definitivamente sfrattati dalla scena politica quelle vecchie cariatidi di cui prima. Almeno questo cambiamento c’è stato. Addirittura potrebbe profilarsi la grave ipotesi di avere una maggioranza solida e coesa ed una cosiddetta opposizione in cui nessuna lista conquista più di un consigliere; davvero un disastro dalle dimensioni inaspettate.

Raffaele Accetta sconfitto da Angela D'Alto a Mimte San Giacomo

MONTE S.G. – TEGGIANO – PADULA e MONTESANO:

Nel contesto dell’ultimo articolo dedicato, l’11 settembre 2021, alle elezioni amministrative dei quattro comuni del Vallo di Diano avevo auspicato un radicale cambiamento anche, se non soprattutto, attraverso l’arrivo di tre donne sulla poltrona di sindaco dei rispettivi paesi (Montesano, Padula e Monte S.G.). Allo stato, due su tre ce l’hanno fatta: D’Alto a Monte SG e Cimino a Padula; è franata l’aspirazione di Rosa Campiglia a Montesano.

La novità assoluta spetta ad Angela D’Alto, nuova sindaca di Monte San Giacomo, che è riuscita a combattere e vincere una battaglia impari contro un “totem politico” come Raffaele Accetta che nel giro di pochi mesi è stato capace di dissipare un patrimonio politico ingente. La D’Alto, tra le altre cose, ha avuto l’intelligenza di mettere insieme tre cose: l’effetto Franz Nicodemo, l’effetto Corrado Matera e l’impegno di tutti i leader del suo partito che sono arrivati a San Giacomo a sostegno della sua candidatura. Lo avevo scritto e si è verificato, a cominciare da Franz Nicodemo; e adesso aspettano la D’Alto i prossimi cinque anni pieni di impegni e di progetti per il rilancio definitivo della sua comunità.

 

Michela Cimino ha battuto Paolo Imparato a Padula

L’altra sindaca donna, Michela Cimino, nuova sindaca di Padula, è stata abile (come avevo scritto !!) nel far valere l’effetto elettorale di “Cono”, il padre della candidata che ancora mantiene intatto sulla comunità padulese, nel frenare l’effetto Matera e nell’evidenziare una coalizione spuria con il ripescaggio di antichi politici che probabilmente non avevano più niente da dare. Finisce miseramente anche l’era Imparato che esce malconcio nonostante avesse messo insieme vari corpi di una maggioranza che non esisteva più. La Cimino si avvia dunque a gestire una comunità che esce definitivamente da quella macchina di potere locale che sembrava invincibile.

Per Angela D’Alto e Michela Cimino c’è un’affinità che non deve sfuggire e che viene da lontano; entrambe erano vice-sindaco ed entrambe sono state colpite bruscamente e furiosamente da provvedimenti di revoca dei loro mandati amministrativi; forse i vecchi e sconfitti Raffaele Accetta e Paolo Imparato avevano avvertito l’aria di cambiamento; e invece di pensare al futuro hanno continuato per mesi a suonarsele di santa ragione nell’ambito di un misterioso progetto di autodistruzione.

A Montesano per Giuseppe Rinaldi e a Teggiano per Michele Di Candia è stato tutto più facile; Rinaldi ha stravinto spegnendo per l’ennesima ed ultima volta le ambizioni della Campiglia di conquistare la poltrona di sindaco; Di Candia, invece, è stato costretto soltanto ad attendere che la percentuale dei votanti superasse la soglia prevista dalla legge per dare subito il via ai festeggiamenti ancora prima di scrutinare le schede.

 

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