Ilda Boccassini, un magistrato, una donna.

 

Giuseppe Amorelli

(avvocato – scrittore)

 

Ha suscitato scalpore il fatto che abbia rivelato il suo “amore” per Falcone, nel libro: “La stanza numero 30, cronache di una vita” edito dalla Feltrinelli.

C’e chi ha affermato che:” sarebbe stato bello rispettare un’altra donna”. Altri invece hanno: “trovato vergognose le rivelazioni della Boccassini sui suoi trascorsi amorosi con Falcone evidenziando la carenza di pudore“.

Altri ancora hanno sostenuto che: “Per vendere un libro, possa raccontare (la Boccassini) così liberamente della sua relazione con il Giudice, infangando la memoria di una moglie“.

Afferma Ilda “La Rossa” per i suoi “ricci capelli rossi” e non solo :”Non si trattò dei sentimenti classici con cui siamo abituati a fare i conti nel corso della vita. Il mio sentimento era altro e più profondo, non prevedeva una condizione di vita quotidiana (…) ero innamorata della sua anima, della sua passione, della sua battaglia che capivo essere più importante di tutto il resto”. C’e chi ha interpretato tale dichiarazione intravedendo una forma di “Amore Platonico”

E ancora: “Non potevo condividere con lui un cinema o una gita in barca pur desiderandolo, ma non ero gelosa della sua sfera privata, né poteva vacillare la mia. Temevo che quel sentimento potesse travolgermi. E così in effetti sarebbe stato, perché l’hanno ucciso”. E’ squarcio di storia intimo in un panorama politico-sociale di quegli anni in cui avvenimenti straordinari intrisi di sangue sconvolsero la storia e la vita di una nazione. Non va sottaciuto però che una donna, la Boccassini, inquirente di punta della Procura di Milano, in quel tragico e triste momento storico della Repubblica in un ambiente dominato dagli uomini il suo impegno a far luce su affari sporchi e criminalità organizzata.

Vedo nelle sue “rivelazioni” la ricerca delle affinità elettive del vero significato dell’Amore, per dare un senso alla propria esistenza. Il Grande Maestro Aldo Masullo In una sua lectio magistalis sul Simposio di Platone tenutasi a Napoli nel convento di San Domenico Maggiore disse:” Non tutti sanno che quando si parla di “Amore Platonico” non si parla affatto di amore senza corpo, ma di amore che attraverso il corpo riesce a guardare un pò più lontano di ciò che comunemente riusciamo a vedere. Quindi l’amore diventa un cammino di sapienza che coinvolge l’essere umano nella sua interezza, mente, corpo, tutti insieme, passioni ed intelligenza. Anton Checov nei suoi racconti sosteneva che : ” i sentimenti privati contano più delle utopie politiche, perchè di età in età, amore, affetto, tenerezze, seminano più civiltà dei governi. Infatti esistono leggi che non mutano con il mutare dei regimi e gli eventi che nel mondo veramente importano di più non sono le guerre e i patiboli, ma le nuvole e i sentimenti.”

 

 

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *