il Quotidiano di Salerno

direttore: Aldo Bianchini

Elezioni 2021: la vendetta di Carmelo

 

Aldo Bianchini

SALERNO – Da quel maledetto 5 luglio 1993, giorno in cui gli notificarono l’avviso di garanzia per concorso esterno in azioni camorristiche (a causa dei suoi presunti rapporti con il clan Maiale di Eboli, e non solo), un po’ tutti i socialisti amarcord (me compreso, non lo nascondo e non mi nascondo) lo hanno aspettato con ansia all’appuntamento cruciale nelle numerose consultazioni elettorali tenutesi in questi ultimi 28 anni. Parlo di Camelo Conte, ministro per le aree urbane dal 22 luglio 1989 al 27 aprile 1993.

Lavorando di gomito e sudando sodo, dopo aver ricostituito un PSI alla provincia di Salerno con quattro consiglieri ed un assessore fu di nuovo travolto da una sentenza di condanna (primo grado) per la vicenda Infomer de “Il Giornale di Napoli” notificatagli il venerdì prima delle elezioni in cui era candidato come capolista alla Camera dei Deputati; fu il de profundis e nessuno più pensava ad un suo ritorno. Anche perché, nelle more, aveva inanellato due rapporti temporali, finiti malissimo, con il suo avversario-nemico politico Vincenzo De Luca che lo avevano messo apparentemente all’angolo per sempre.

Il segnale di un possibile ritorno è arrivato nel 2018 quando con una serie concertata di operazioni elettorali era riuscito a spedire il figlio Federico in parlamento con LeU dopo che nel 2015 era stato bocciato alle regionali per un posto nel presunto partito deluchiano.

Ma è stato necessario aspettare il 2021, dopo che nel 2020 aveva mancato l’elezione di Simone Valiante alle regionali, per salutare finalmente il suo grande ritorno sulla scena politica locale e nazionale.

In queste ultime elezioni le ha azzeccate tutte, o quasi, ed p riuscito a mettere a segno tre colpi da novanta.

Ha riconfermato il figlio Federico alla guida della cosiddetta “primavera della sinistra” che ha anche una casa a Torrione come personaggio di sicuro riferimento anche per le politiche del 2023; ha spiazzato tutti ad Eboli dove ha brillantemente superato tutti gli schieramenti in campo ed ha accompagnato suo nipote Mario Conte sulla poltrona di sindaco con una schiacciante vittoria contro il suo ex pupillo Tonino Cuomo che all’epoca del famoso “33%” sembrava essere diventato il fiore all’occhiello della politica contiana.

Ma il vero capolavoro, che nella sua genesi è davvero unico, lo ha compiuto a Milano dove l’altro figlio Emmanuel, forte della passata esperienza di consigliere comunale, ha conseguito un successo travolgente ottenendo dal riconfermato sindaco Beppe Sala la delega come assessore al bilancio della metropoli meneghina.

Una delega che in termini strettamente politici equivale a quella di almeno tre ministri in campo nazionale e governativo.

Bene, se la vendetta si serve fredda su un piatto d’argento, Carmelo Conte (ex ministro della Repubblica) ha fatto di più servendola a tutti su un piatto dorato.

 

 

 

1 Commento

  1. Verso Carmelo ho avuto sempre un sentimento di stima, pur non essendo mancate diversità di vedute nella nostra lontana gioventù.
    Non conosco Federico, ma ho imparato a conoscere Emmanuel nelle frequentazioni milanesi legate alla mie funzioni manageriali, dopo avere lasciato la politica attiva dopo il 1996.
    Bene, credo che la vendetta non sia di Carmelo, ma dei suoi figli, che, avviati a percorrere strade professionali lontane dalla politica, hanno reso onore al padre e hanno voluto mettere alle spalle brutte vicende che furono motivo di grande malessere nella loro adolescenza.

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