Cooperative: vizi e virtù di un sistema … le leggerezze

 

Aldo Bianchini

Dott.ssa Gerardina Romaniello - G.I.P. presso il Tribunale di Salerno

SALERNO – Seguo e leggo tutto, o quasi, in queste settimane di apparente sconvolgimento di un “sistema politico di potere” che, dopo aver smantellato e sostituito quello precedente (il cosiddetto “laboratorio politico laico e di sinistra” di Carmelo Conte), sta governando la Città di Salerno e gran parte della Provincia dal 22 maggio 1993. E mi sorprende sempre di più che qualcuno ancora possa sorprendersi che a Salerno esiste un cerchio magico, come se prima di questo cerchio non fosse esistito niente altro che “democrazia compiuta e perfetta”. Evidentemente questi soggetti (a cominciare da Zoccola per finire a tanti giornalisti, passando per una moltitudine di politici trombati o finiti in soffitta a giocare con i social ed a marcire nel ricordo dei misfatti (politici !!) che anch’essi hanno compiuto e, forse, compiono ancora) non hanno mai capito niente o fanno solo finta di non aver capito.

Nell’attesa degli eventi che potrebbero accadere in questa settimana (si parla tra domani e giovedì !!) non faccio fatica a dire che mi è piaciuta la dichiarazione di Enzo Luciano (segretario provinciale PD e capo staff del sindaco Napoli) che io non ho mai incontrato personalmente e che, oltretutto, non ho mai chiamato neanche al telefono come hanno fatto, fanno e faranno decine e decine di giornalisti (vaccinati e in erba) nonostante siano stati spesso mortificati nella loro professionalità da un sistema che li ha soltanto sfruttati.

Ad una specifica domanda della giornalista de Il Mattino (edizione del 31 ottobre 21) il bravo Luciano ha così risposto “Di cerchio magico ricordo solo quello del cartone giapponese di Magica Doremì. Non commento dichiarazioni del genere, ovviamente. Ci sono stati e ci sono, a Salerno come in ogni altra città del mondo, ruoli rivestiti da una squadra di amministratori che, a tenore finanche del significato letterale, sono chiamati ad amministrare gli enti. Sinceramente non conosco altre categorie, evidentemente frutto della fervida fantasia di qualcuno. Sulla base del lavoro svolto, ci siamo ricandidati e stiamo stati rieletti. Punto. La campagna elettorale è terminata e ora dobbiamo solo concentrarci sul lavoro da fare”.

Ovviamente il cerchio magico c’è, c’è sempre stato e ci sarà sempre; ma questo fa parte del gioco; soprattutto perché quello messo in piedi agli inizi degli anni ’90 dal grande stratega politico Vincenzo De Luca si differenziava notevolmente da quello precedente in quanto la scelta dei vari componenti era stata fortemente disciplinata da un minimo comune denominatore: uno per tutti, tutti per uno. E contrariamente a quello di Carmelo Conte che si era frantumato all’apparire delle prime difficoltà giudiziarie, questo di De Luca ha superato battaglie di gran lunga più serrate e pericolose di quelle che i pavidi socialisti del cerchio magico precedente non avevano saputo fare; ma in quel caso va detto che c’erano magistrati che facevano arrivare nel Comune i giornalisti prima ancora della polizia giudiziaria, ora ai giornalisti viene sbarrato il portone.

Nel titolo ho scritto di “leggerezze”; lo confermo, anche questo sistema ne ha commesse tante; naturalmente non tutte le ciambelle riescono col buco, ma questa è un’altra storia.

Anche sui rapporti con la stampa, e sulla chiusura del Comune ai cronisti, mi è piaciuta la risposta di Enzo Luciano: “Su questo argomento qualcuno fa confusione e alimenta strumentalizzazioni improprie. Tutte le sedi istituzionali hanno accessi monitorati per ragioni logistiche e organizzative. O qualcuno crede che a palazzo Chigi, in Parlamento, in Tribunale, o in qualsiasi altro luogo istituzionale si possa entrare senza alcuna verifica?”, promettendo una completa ed accurata regolamentazione della materia.

Nel prossimo articolo vi racconterò cosa accadde il 6 ottobre 1992 quando i rapporti tra stampa-magistratura e politica toccarono l’apice massimo del contrasto prima che scoppiasse l’apocalisse di tangentopoli e poco prima che un gip scrivesse quasi le stesse cose scritte dalla gip Romaniello in materia di costume sociale di una città che sembra non essere cambiata rispetto a trent’anni fa quando la prognosi giudiziaria fu infausta.

 

 

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